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Le nozze di Cana :Le nozze umane nello sposalizio di Cristo con la Chiesa.

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2013 12:22
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23/01/2013 16:12
 
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Il primo miracolo della vita pubblica di Gesù è stato compiuto in favore di una famiglia nascente.
Vogliamo iniziare la nostra riflessione citando il nostro amato Papa Benedetto XVI all’Incontro mondiale delle famiglie di quest’anno, che, in risposta ad una coppia del Madagascar nella giornata delle testimonianze, dice:

“Io penso spesso alle nozze di Cana. Il primo vino è bellissimo: è l’innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare e crescere, maturare. Un amore definitivo che diventi realmente "secondo vino" è più bello, migliore del primo vino.
E questo dobbiamo cercare.
E qui è importante anche che l’io non sia isolato, l’io e il tu, ma che sia coinvolta anche la comunità della parrocchia, la Chiesa, gli amici. Questo, tutta la personalizzazione giusta, la comunione di vita con altri, con famiglie che si appoggiano l’una all’altra, è molto importante e solo così, in questo coinvolgimento della comunità, degli amici, della Chiesa, della fede, di Dio stesso, cresce un vino che va per sempre. Auguri a voi!

Gesù medico degli sposi
Abbiamo scelto di farci accompagnare in questo viaggio dentro il matrimonio dal migliore amico che Dio Padre ha voluto assegnarci : GESU’
Solo Lui può risanare, guarire, consolare, salvare perché si prende cura del suo popolo e noi famiglie qui riunite siamo il suo popolo.
Vogliamo meditare il mistero sanante di Gesù e aiutare gli sposi a confrontarsi con il Christus Medicus perché ne scoprano il significato in ordine alla loro esistenza lasciandosi sostenere e curare da Lui per realizzare in pienezza il loro viaggio inaugurato dal sacramento nuziale.
La riscoperta di Gesù-Medico può rappresentare una straordinaria ricchezza spirituale per gli sposi chiamati a guarire dai limiti che quotidianamente sperimentano, i conflitti e le crisi e imparare ad amarsi l’un l’altro come Cristo ama la Chiesa.
Gesù dimostra tutto il suo amore intervenendo ad una festa di nozze per risolvere una situazione di crisi che si è venuta a creare e ascoltando la richiesta di Maria sua Madre e segno essa stessa della Chiesa.
Non per caso le nozze di Cana anticipano Gesù risorto, perché da questo segno forte possiamo sperare sempre che nessuna crisi è in grado di uccidere la coppia se rimane unita a Gesù e alla Chiesa.
Dobbiamo sempre ricordare che “Niente è impossibile a Dio” (Lc 1,37)
Le nozze umane sono chiamate a divenire partecipi dello sposalizio pasquale di Cristo con la Chiesa.




La Parola e la catechesi
Gv2,1-11

[1]Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. [2]Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. [3]Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». [4]E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». [5]La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
[6]Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. [7]E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. [8]Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. [9]E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo [10]e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». [11]Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il vangelo di Giovanni non ha uno stile narrativo come quello di Marco.
Pochi sono i miracoli presenti nel testo, sei soltanto e l’evangelista li chiama “segni”.
Leggiamo questo primo segno posto da Gesù,

Tre giorni dopo:
L'inizio del Vangelo di Giovanni richiama le prime pagine della Genesi; infatti si apre con un solenne "In principio...." e poi, dopo lo splendido inno che canta l'incarnazione del Logos (Colui che è la Parola), c'è una narrazione in sette giorni di come Gesù si è manifestato, ha dato inizio alla sua attività pubblica.
Come il racconto della Creazione si conclude al sesto/settimo giorno con la creazione della "coppia", così al termine della prima settimana della vita pubblica di Gesù - la nuova creazione -si conclude con una festa nuziale

“Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea”

Il miracolo di Cana è presentato da Giovanni come il primo dei segni manifestati da Gesù (Gv 2,11), in diretta relazione con la sua ora (2,4); l’ora che troverà il suo culmine (13,1) e il suo compimento nell’evento della croce (19,30).
Il prodigio del cambiamento dell’acqua in vino è radicalmente orientato ad un simile esito.
Il fatto miracoloso si svolge in un quadro tipicamente nuziale : se infatti Gesù ha voluto dare inizio ai suoi segni all’interno di una celebrazione di nozze, ciò non è senza scopo o privo di significato.
La presenza di Gesù, di sua Madre e dei discepoli, trasforma quelle nozze umane in una prefigurazione delle nozze nuove, attese per i tempi ultimi; nozze umane che richiamano il matrimonio originario di Adamo ed Eva e annunciano lo sposalizio nuovo con la Chiesa.
La trasformazione dell’acqua in vino riveste un significato profetico.
Gesù subentra allo sposo ufficiale, essendo Lui ad aver provveduto il vino migliore. Anche la sposa è raffigurata dalla Madre di Gesù e dai discepoli che “credettero in lui” a partire da quel segno.
Maria si ritroverà ai piedi della croce insieme a Giovanni (Gv 19,25-27).
Cana diventa il simbolo dell’alleanza nuziale che si celebrerà nella Pasqua di Cristo e nel compimento dell’ora nuova : ora della Chiesa, dell’Eucaristia, delle nozze umane.

“Fu invitato anche Gesù, con i suoi discepoli”

Il matrimonio a cui Gesù è invitato è quello del “principio”: un matrimonio istituito dal Creatore e perciò sacro, indissolubile e benedetto, anche se bisognoso di guarigione dopo le ferite del peccato di origine.
Gesù si fa presente, prende parte al convito e vi appare come un ospite.
Il tema dello sposalizio è fortemente simbolico e rimanda all’alleanza nuziale di Dio con il suo popolo (Is 54,4-8); (Os 2,21-22).
Lo stesso nome Cana in aramaico significa cercare. Cana è il luogo della ricerca di un incontro : gli sposi, sia pure senza essere consapevoli, cercano Cristo invitandolo al loro banchetto; Gesù cerca gli sposi e si fa loro vicino accettando l’invito e prendendovi parte.
Gli sposi invitano Cristo al loro matrimonio ed Egli si rende presente presso di loro, operando la trasformazione del loro amore umano nell’amore soprannaturale che lega Lui alla Chiesa, in un’alleanza indistruttibile che li consegna l’uno all’altro per sempre e da celebrare nella vita.


“Non hanno più vino”

I riti nuziali nell’ambiente ebraico-giudaico duravano almeno una settimana e comunque finchè c’era vino.
Insomma la festa di nozze finiva quando finiva il vino.
Si verifica un fatto spiacevole : il vino sta terminando. Di chi è la responsabilità, chi ha sbagliato? Si può dire che siamo di fronte ad una potenziale crisi di coppia e Maria se ne accorge e interviene.
Il vino è simbolo di festa, di vita, di gioia e della tenerezza amante tra gli sposi (Cantico 1,2-4). La gioia di stare insieme sarebbe interrotta. Gli sposi non si accorgono di tutto questo e non percepiscono nemmeno il rischio che stanno correndo. Chi interviene è una sposa, una madre che conosce l’importanza di un amore puro. La strada che indica è una sola : mettersi nelle mani di Gesù, facendo quello che gli dirà di fare. Maria insieme ai discepoli è immagine della Chiesa che partecipa al primo segno di Gesù. L’affidarsi a Gesù presuppone il fidarsi dell’intercessione di sua Madre e della comunità dei discepoli, la Chiesa.
Una comunità credente riunita attorno al Signore, vicina agli sposi, preoccupata che il vino non manchi, anzi che sia abbondante e il migliore di tutti.


“Fate quello che vi dirà”

Nonostante l’apparente diniego di Gesù (2,4), la Vergine si rivolge ai servitori e dice loro : “Fate quello che Egli vi dirà” o traducendo alla lettera: “ Qualsiasi cosa vi dirà, fatela” (v.5).
Le parole della Madre di Gesù esprimono una fiducia che va oltre la risposta ricevuta. E tale è l’attitudine di Maria, figura della Chiesa : credere contro ogni dubbio.
Gesù chiama la Madre “donna”; una dizione che ricorrerà anche ai piedi della croce (Gv 19,25)
Si tratta di situazioni decisive nel quadro del ministero di Cristo : la prima, a Cana, inaugura la sua vita pubblica e fonda la fede dei discepoli; la seconda dà compimento alla sua missione con la morte di croce e la glorificazione.
In entrambi i casi, a Cana e sul Golgota, vi è chiaro riferimento alla Chiesa come comunità testimone (“I suoi discepoli credettero in lui”) e come comunità resa partecipe della stessa gloria di Gesù (Gv17,22-24).

“Vi erano là sei idrie di pietra”

Nel linguaggio biblico, il numero sei è il numero dell’imperfezione. Solo nel numero sette si raggiunge la pienezza. Il numero sei può indicare un’imperfezione e più esattamente l’imperfezione dell’amore umano.
Il testo evangelico greco si riferisce a idrie di pietra . L’idria era un contenitore tratto dalla roccia destinato all’acqua, sia quella da bere che quella per le abluzioni e bisognosa di essere purificata prima di venire bevuta.
Gesù trasforma l’acqua in vino, così come viene a trasformare il “cuore di pietra” in un “cuore di carne”.
L’immagine delle idrie evoca dunque l’immagine di cuori vuoti d’amore, da ricolmare della novità salvifica dello Spirito promesso per i tempi messianici.

“Riempite d’acqua le idrie”

Gesù comanda di riempire le idrie (2,7). L’acqua appare come il simbolo dell’umanità bisognosa di essere riscattata e dall’amore degli sposi in attesa di essere trasfigurato dallo sposalizio pasquale.
A Cana si rappresenta un evento di trasformazione : l’amore umano dei due sposi viene trasfigurato dall’Amore infinito di Dio e dalla potenza sanante del Salvatore. Nella pietra dei cuori degli sposi vi è solo l’acqua della loro umanità. Gesù non la disprezza, anzi la richiede : “Riempite d’acqua le idrie”. Egli assume l’umanità degli sposi e il loro amore per trasformare entrambi nel vino nuovo della sua grazia; un vino infinitamente buono e pregiato.

“Tu hai conservato fino ad ora il vino migliore”

Il vino di più alta qualità è l’amore di Cristo che assume, purifica ed eleva l’amore umano e lo rende partecipe del suo. Questo può avvenire solo se gli sposi consentono al Signore Gesù di essere presente nel loro matrimonio, insieme con sua Madre, Maria, e gli permettono di operare il cambiamento dell’acqua del loro amore nel vino migliore della grazia pasquale. La loro festa non avrà mai fine e la loro esistenza nuziale supererà qualunque avversità, rinnovandosi di giorno in giorno nella potenza dello Spirito.
L’amore umano, quando non c’è Cristo, rimane povero e sempre precario. All’inizio può anche sembrare appagante; in realtà, col tempo rischia di venir meno, mancare o peggiorare: Solo il Risorto è in grado di far nascere o rinascere una coniugalità indistruttibile e costantemente nuova.

“Questo fu il primo dei segni, compiuto da Gesù”

Il Vangelo di Cana è il segno di quanto il Signore vuole operare in favore degli sposi quando si presentano a Lui e alla sua Chiesa per unirsi nel suo nome. Il “segno” è in stretta relazione con la Pasqua del Signore, la sua ora, e presuppone almeno una duplice valenza simbolica : eucaristica e matrimoniale.
Una valenza eucaristica. Basta ricordare Cirillo di Gerusalemme : “ Cristo ha mutato l’acqua in vino a Cana di Galilea, e noi non gli crederemo di mutare il vino nel sangue?
Una valenza matrimoniale. La nuzialità degli sposi, quando sia pienamente vissuta, manifesta il mistero pasquale nella sua realtà più profonda e in un certo senso lo prolunga nella vita.
Il sacramento delle nozze chiama i coniugi a vivere ciò di cui il mistero eucaristico è attuazione reale, orientandoli a realizzare nella loro esistenza di coppia il dono pasquale che accolgono nell’eucaristia.



Gesù medico degli sposi

Quando è invitato il Signore non si tira indietro, anzi si rende presente e interviene cambiando l’amore umano degli sposi nel suo amore divino.
Il suo dono di nozze è Lui stesso e la certezza che Egli rimane sempre con loro per renderli capaci di amarsi l’un l’altro come egli ama la sua Chiesa.
Il significato del consenso degli sposi rimanda al Kyrios della Pasqua come al soggetto proprio di riferimento e alla sorgente vitale dei doni.
Il consenso degli sposi è triangolare: è un sì proclamato all’interno del sì di Cristo alla Chiesa e come tale è da vivere.
Le nozze di Cana sono un’icona essenziale di riferimento per gli sposi.
Ciò che è indispensabile è che essi non si dimentichino di invitare Gesù e sua Madre al loro matrimonio.
Se alla festa nuziale si invitano le persone più care bisogna chiedersi che ruolo hanno Gesù e la Chiesa e se non sono ancora ciò che devono essere bisogna chiedersi perché e lasciarsi evangelizzare.

(NP la pietra rimanda anche alle tavole della legge dove è scritta la antica alleanza, alleanza che il popolo ha rotto e che Gesù viene a ritabilre nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo)









23/01/2013 16:32
 
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Lui è il vero sposo, bacioni, adesso vi lascio, ci sentiremo
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24/01/2013 00:15
 
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Le nozze di Cana ci offrono alcuni spunti interessanti da scoprire.
Perchè, ad esempio Gesù sembra, nella traduzione corrente, manifestare un distacco dalla madre, ma la madre sembra infischiarsene dicendo ai servi di fare quello che avrebbe detto il Figlio il quale aveva anche detto che la sua ora non era ancora giunta.
Un intervento inopportuno di Maria?
E poi perchè il Figlio ha ceduto alle pressioni di Maria se era inopportuno quell'intervento anzitempo? Una Madre troppo invadente o un Figlio troppo accondiscendente?
Penso che la frase tradotta comunemente non risponda alle intenzioni di Gesù ma andrebbe rivista alla luce dell traduzione letterale:
CHE COSA A ME E A TE O DONNA

che è anche traducibile
QUESTA COSA A ME E A TE O DONNA

In quest'ultimo caso Maria diventa parte integrante di quanto Gesù si apprestava a fare in quella specifica ora del matrimonio umano, in vista di un'altra ora, NON ANCORA VENUTA, dello sposalizio divino che doveva avvenire sulla croce.
Ecco perchè Maria agisce prontamente dicendo ai servi di ascoltare il Figlio.
Le sei giare offrono poi nuovi elementi per significati numerici. Ma questo esula dalla mia considerazione.

[Modificato da Coordin. 24/01/2013 05:59]
24/01/2013 12:22
 
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Maria fece da intermediaria per il miracolo, lei disse , se poteva fare qualcosa per il vino , e Gesù lo fece , fece ciò che li chiese la madre è bellissimo pensare che Maria intercede per noi e chiede al padre per noi, Maria rimarrà e rimane la nostra intermediatrice , Lei con il suo siper la nascità di Gesù , ha fatto tanto anche soffrendo.Pensiamo che Maria intercede e porta le nostre preghiere a Dio e fa sempre tanto per noi, bacioni
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MI SARETE TESTIMONI (Atti 1,8)
 
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