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Dibattendo su interpretazioni bibliche divergenti

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2013 15:21
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06/01/2013 21:57
 
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Giov 20,23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Tu scrivi:

Se questo versetto volesse dire quello che dici tu allora il perdono di Dio non dipenderebbe più da Lui ma dagli uomini! Quello che voleva dire Gesù con queste parole è che noi abbiamo il potere di rimettere i peccati a tutti coloro che peccano contro di noi infatti nella preghiera che Gesù insegnò ai suoi discepoli ci sono queste parole: "Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori" (Matt. 6:12). Come puoi vedere noi possiamo rimettere i debiti ai nostri debitori, cioè a quelli che sono in debito verso noi. Ma noi non abbiamo il potere di rimettere i debiti che un uomo ha nei confronti di Dio, perché quello ce lo ha solo Dio e lo fa Lui direttamente proprio come fece con Davide.

Rispondo:

La interpretazione che ho dato, ci tengo a ribadirlo, non è solo mia, ma del consenso dei Padri e fa parte di una definizione del Concilio, che toglie ogni dubbio alla questione.
L'evidenza della frase pronunciata da Gesù mostra che viene conferito ai suoi apostoli la facoltà di amministrare il perdono rimettendolo o non rimettendolo a nome di Dio.
Dicendo "saranno rimessi" si deve intendere che saranno rimessi da Dio e dicendo "resteranno non rimessi" si deve intendere che resteranno non rimessi da Dio".
Inoltre Gesù non dice "i peccati contro di voi" ma parla di peccati in generale.

E' cosa diversa da quanto ciascuno di noi chiede nella preghiera del Padre nostro che prevede la disposizione a perdonare per ricevere il perdono da Dio. Se vi fosse un collegamento con Gv 20,23, dovremmo pensare che Dio non rimette in nessun caso i peccati di colui al quale noi non li rimettiamo. Ma questo non è pensabile, perchè chi ci ha fatto del male può ottenere il perdono di Dio, se ve ne sono le condizioni, indipendentemente dalla nostra volontà.
Quindi la tua interpretazione non è logica, e risulta riduttiva solo per non ammettere la logica definizione del Concilio che è dirimente e chiude l'argomento. La questione è stata da tempo chiarita. CHi vuole continuare a dare altre interpretazioni di questo versetto cardine, pertanto, contravvenendo ad un Concilio, si assume una grave responsabilità morale, voglio ricordarlo, per l'errore che continua a professare e a diffondere.
Gli altri versetti portati nella questione si possono capire solo in rapporto a Gv20,23. Altrimenti discuteremmo inutilmente.
Se non riesci ad accettare Gv20.23 nella maniera definita dal Concilio, allora il nostro discorso inevitabilmente si conclude.
Con stima.
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