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SCRITTI PATRISTICI PER LA LITURGIA FESTIVA (anno C)

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2017 10:17
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16/01/2013 08:06
 
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II DOMENICA

Letture: Isaia 62,1-5
1 Corinti 12,4-11
Giovanni 2,1-12

1. L`ora di Gesú

"Che c`è tra me e te, o donna? L`ora mia non è ancora venuta" (Gv 2,4).
E` certamente cosa faticosa il tenere sermoni, come riconosce lo stesso Paolo con queste parole: "I presbiteri che governano bene siano compensati di duplice onore: soprattutto quelli che si affaticano e nella predicazione e nell`insegnamento" (1Tm 5,17). Però dipende unicamente da voi il rendere questa fatica leggera o pesante. Se respingete quanto vi si dice, oppure, senza respingerlo, non lo mettete in pratica, la nostra fatica sarà pesante, perché sappiamo di lavorare inutilmente; se, invece, prestate attenzione e mettete in pratica quanto ascoltate, non ci accorgeremo neppure del sudore che tutto questo ci costa: l`abbondanza dei frutti delle nostre fatiche ce le farà sembrare leggere. Perciò, se volete stimolare il nostro zelo, e non spegnerlo o diminuirlo, mostratecene, vi prego, il frutto, affinché, vedendo il buon raccolto, confortati dalla speranza di prosperità e contando già i buoni risultati che ne ricaveremo, non siamo indolenti nell`impegnarci in un`impresa cosí importante. Infatti, anche la questione che oggi ci proponiamo di trattare non è di scarsa importanza. La madre di Gesú gli disse: "Non hanno piú vino", e il Cristo le rispose: "Che c`è tra me e te, o donna? L`ora mia non è ancora venuta"; però, dopo aver risposto così, egli compí proprio quello che gli aveva chiesto la madre. Tale questione non è meno difficile e importante della precedente. Invocando dunque l`aiuto di colui che fece questo miracolo, cerchiamo di arrivare prontamente alla soluzione.
Notiamo prima di tutto che questa espressione non ricorre solo in questa circostanza; lo stesso evangelista dice piú avanti: "Nessuno lo arrestò, perché la sua ora non era ancora venuta" (Gv 8,20); e ancora: "Nessuno gli mise le mani addosso perché la sua ora non era ancora venuta" (Gv 7,30); e infine il Salvatore dice: "E` venuta l`ora, glorifica il Figlio tuo" (Gv 17,1). Ho raccolto qui tutti questi passi tratti dall`intero Vangelo, per darne un`unica soluzione. Qual è in effetti il significato di queste espressioni? In primo luogo, il Cristo non era soggetto alle leggi del tempo, e non era per obbedire alle esigenze di una determinata ora che egli diceva: "L`ora mia non è ancora venuta". E come avrebbe potuto l`Autore del tempo, il Creatore delle ère e dei secoli, subire una tale necessità? Esprimendosi in questo modo, vuole solo farci intendere che egli compie ogni cosa a tempo opportuno e non tutte nello stesso tempo; giacché se non fissasse a ciascuna delle sue opere il momento opportuno, la nascita, la risurrezione, il giudizio dovrebbero mescolarsi l`un l`altro, e ne nascerebbe confusione e disordine. Notate bene, infatti: Era opportuno che la creazione avvenisse, ma non tutta in una volta; era opportuno che venissero creati l`uomo e la donna, ma non entrambi nello stesso istante; era opportuno condannare alla morte il genere umano e che avvenisse poi la risurrezione, ma tra i due decreti doveva esservi un grande intervallo; era opportuno che venisse data la legge, ma non contemporaneamente alla grazia; a ciascuna delle due cose conveniva un tempo particolare. Il Cristo non era dunque soggetto alla necessità dei tempi, ma è lui che ha assegnato un ordine ai tempi, e che li ha creati.
Se perciò Giovanni riporta qui la frase del Cristo: "L`ora mia non è ancora venuta", è per significare che egli era ancora sconosciuto a molti e che non aveva neppure al suo seguito l`intera schiera dei discepoli: lo seguivano solo Andrea e Filippo e nessun altro; e nemmeno questi lo conoscevano in maniera adeguata, come neanche sua madre e i suoi fratelli. Prova ne è quanto dice l`evangelista a proposito dei fratelli, dopo che erano avvenuti molti miracoli: "E neanche i suoi fratelli credevano in lui" (Gv 7,5). Così non lo conoscevano nemmeno quelli che erano presenti alle nozze: altrimenti, essi stessi gli si sarebbero avvicinati e lo avrebbero pregato, trovandosi ad aver bisogno di lui. Ecco perché egli dice: "L`ora mia non è ancora venuta": - non sono, cioè, ancora conosciuto dai presenti ed essi non sanno neppure che il vino manca. Lascia che almeno se ne accorgano. Però non sei tu che devi rivolgermi questa domanda, perché tu sei la madre e rendi sospetto il miracolo. Sarebbe stata cosa piú opportuna che quelli stessi che si trovano nel bisogno fossero venuti da me a pregarmi; non perché questa sia per me una condizione indispensabile, ma affinché essi accolgano il miracolo che io compirò con piena soddisfazione -. Chi, infatti, sa di trovarsi in stato di necessità, appena ottiene quello che desidera, pensa di aver ricevuto una grande grazia; chi, invece, non si rende ancora conto di trovarsi nel bisogno, non avrà neanche una chiara e piena coscienza del beneficio.
«Ma perché mai - mi chiederete -, dopo aver detto: "L`ora mia non è ancora venuta" e dopo aver opposto un rifiuto, compí ciò che la madre gli aveva chiesto?». Per dimostrare ai suoi oppositori e a quanti lo ritenevano soggetto all`ora e al tempo, che non lo era affatto. Se, infatti, fosse stato soggetto ad essi, come avrebbe potuto compiere quest`opera, quando non era ancora venuta l`ora? Inoltre, egli volle rendere onore a sua madre, affinché non sembrasse resisterle completamente, non si spargesse la diceria della sua impotenza a compiere qualcosa di straordinario, e per non farla vergognare in presenza di tante persone: ella, infatti, gli aveva mandato i servitori. Anche quando disse alla Cananea: "Non è bene prendere il pane dei figlioli per gettarlo ai cagnolini" (Mt 15,26), le concesse poi ciò che ella gli aveva chiesto, commosso dalla sua insistenza; e benché le avesse detto precedentemente: "Io non sono stato mandato se non per le pecorelle smarrite della casa d`Israele" (Mt 15,24), egli le liberò la sua figlia.
Impariamo da questi esempi che la perseveranza spesso ci rende degni di ricevere le grazie, anche se ne siamo indegni. Per questo anche la madre aspettò, e poi saggiamente gli mandò i servitori affinché egli venisse pregato da piú persone. Aggiunse infatti: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Ella sapeva che non era per incapacità che le aveva opposto un rifiuto, ma perché rifuggiva dalla vanità, e per evitare ogni apparenza di precipitazione nel fare questo miracolo, gli fece avvicinare i servitori.
"C`erano là sei idrie, per la purificazione dei Giudei, della capacità di due o tre metrete l`una. Gesú disse loro: «Riempite le idrie di acqua». Ed essi le riempirono fino all`orlo" (Gv 2,6-7). Non senza motivo l`evangelista precisò: "per la purificazione dei Giudei", affinché nessun incredulo potesse pensare che vi fosse rimasta dentro un po` di feccia di vino la quale, mescolandosi con l`acqua in esse versata, avesse prodotto una sorta di vino leggerissimo. Disse dunque: "per la purificazione dei Giudei", per precisare che in quelle idrie non veniva mai conservato il vino. Infatti, soffrendo la Palestina di penuria di acqua ed essendo colà rare le fonti e le sorgenti, i Giudei tenevano idrie piene d`acqua, per non essere costretti a correre al fiume quando diventavano impuri e per avere a portata di mano il mezzo per purificarsi.

(Giovanni Crisostomo, Comment. in Ioan., 22, 1-2)


2. Il profumo di Maria nella Chiesa

La presenza di Maria offriva la gradevole dolcezza della primavera, e dovunque ella si girasse per accordare il suo favore, fioriva il paradiso. I tuoi germogli, dice lo Sposo, sono un paradiso di melograni dai frutti squisiti. La henna con il nardo, il nardo con il croco, il croco e la cannella con tutti gli alberi del Libano, la mirra e l`aloe con tutti i balsami scelti. E` la fontana dei giardini, il pozzo di acque vive che scorrono a torrenti dal Libano" (Ct 4,13-15).
Il paradiso della Vergine gloriosa ha proprio le sue melagrane nella varietà delle virtù, i suoi frutti squisiti nella perfezione delle opere. C`è anche la henna con il nardo: l`una, carica di grappoli; l`altro, erba aromatica dal profumo meraviglioso, a motivo della sobria ebbrezza dei sensi e della fama deliziosa e profumata delle virtù. Vi si aggiungono il croco della gioia, la canna del distacco carnale, la cannella della soavità, e tutti gli alberi del Libano che significano l`insieme delle virtù, la mirra della mortificazione come l`aloe dell`incorruttibilità, con tutti i balsami scelti, senza omettere quel balsamo, che, versato sul capo, discende lungo la barba, la barba di Aronne (cf. Sal 132,2) non dell`antico Aronne, che era figura, ma del nuovo che è raffigurato. E discende sull`orlo del suo vestito che è la Chiesa, la quale, secondo Paolo, è stata presentata senza macchia né ruga (cf. Ef 5,27) a questo autentico Aronne.

(Amedeo di Losanna, Hom., VII, 124-144)


3. Gesú e Maria, invitati alle nozze

Qual è, allora, il senso di queste parole del Signore: "Che c`è fra me e te, o donna"? Forse ciò che segue può farci capire perché cosí si sia espresso il Signore: "L`ora mia non è ancora venuta". Cosí dice la risposta tutta intera: "Che c`è fra me e te, o donna? L`ora mia non è ancora venuta". Cerchiamo la ragione di questa risposta. Prima, però, confutiamo gli eretici.
Che cosa insinua il serpente, l`antico inoculatore di veleni? Che cosa dice? Che Gesú non ebbe per madre una donna. Come puoi provarlo? Con le parole, tu mi dici, del Signore: "Che c`è fra me e te, o donna"? Ma, rispondo, chi ha scritto queste parole perché possiamo credere che ha detto questo? Chi? Giovanni l`evangelista, lo sappiamo tutti. Ma questo stesso ha detto: "E c`era la madre di Gesú". Questo è il racconto, infatti: "Il terzo giorno si facevano nozze in Cana di Galilea, e c`era la madre di Gesú; e anche Gesú con i suoi discepoli fu invitato alle nozze" (Gv 2,1-2).
Abbiamo qui due affermazioni riportate dall`evangelista. Dice: "C`era la madre di Gesú"; e ancora lui riferisce le parole di Gesú a sua madre. Ma come ci riporta la risposta di Gesú? Comincia da prima con il dire: "La madre di Gesú disse a lui" (Gv 2,3). State attenti a queste parole, fratelli; esse sono la difesa della integrità del vostro cuore contro la lingua del serpente. Lí, nel medesimo Vangelo, nella narrazione del medesimo evangelista, è detto: "C`era la madre di Gesú". E: "la madre di Gesú disse a lui". Chi ci ha narrato questi fatti? Giovanni evangelista. E che cosa rispose Gesú a sua madre? "Che c`è fra me e te, o donna"? Chi ci riporta queste parole? Sempre il medesimo Giovanni evangelista.
O evangelista fedelissimo e veracissimo, tu mi racconti che Gesú disse a sua madre: "Che c`è fra me e te, o donna"? Perché hai assegnato a Gesú una madre che egli non riconosce? Tu hai detto infatti, che "c`era la madre di Gesú", e che "la madre di Gesú disse a lui" perché non hai detto piuttosto: c`era Maria, e: Maria disse a luii Tu riporti, invece, tutte e due le espressioni; sia "la madre di Gesu disse a lui", sia: "E Gesú le rispose: Che c`è fra me e te, o donna"? Perché ciò, se non perché tutte e due le espressioni sono vere? Quelli, invece, vogliono credere all`evangelista solo quando narra che Gesú disse a sua madre: "Che c`è fra me e te, o donna?", e non quando dice: "C`era la madre di Gesú", e "la madre di Gesú disse a lui". Ebbene, chi è che resiste al serpente e possiede la verità, di chi è il cuore la cui integrità non è corrotta dall`astuzia del diavolo? Certamente di chi ritiene vero sia che c`era lí la madre di Gesú, sia che Gesú rispose a quel modo a sua madre.
Se ancora non comprendi in che senso Gesú disse: "Che c`è fra me e te, o donna"?, credi frattanto che Gesú ha detto quelle parole, e le ha dette a sua madre. Comincia con il credere adorando, e tale fede avrà i suoi frutti.
Mi rivolgo a voi, cristiani fedeli: c`era la madre di Gesú? Voi rispondete: c`era. Come lo sapete? Voi rispondete: lo racconta il Vangelo. E che cosa risponde Gesú alla madre? Voi dite: "Che c`è fra me e te, o donna"? "L`ora mia non è ancora venuta". Anche questo, come lo sapete? Voi rispondete: lo racconta il Vangelo. Che nessuno vi corrompa questa fede, se volete conservare per !o sposo una casta verginità. Se poi qualcuno vi domanda perché Gesú rispose a quel modo alla madre, parli pure colui che ne conosce il motivo, e chi non lo conosce ancora, continui a credere fermissimamente che Gesú ha risposto veramente cosí, e che ha risposto cosí a sua madre. Questo spirito di pietà gli meriterà anche di capire il senso di quella risposta, se busserà con la preghiera e non con le obiezioni, alla porta della verità. Ma stia in guardia, perché, mentre crede di sapere il motivo di quella risposta o si vergogna di non saperlo, non sia indotto a credere che l`evangelista ha mentito dicendo: "c`era la madre di Gesú"; oppure che Cristo stesso ha sofferto per i nostri peccati una morte fittizia, ha mostrato delle false cicatrici per la nostra giustificazione, ed ha egli stesso mentito quando disse: "Se voi rimanete costanti nella mia parola, sarete davvero miei discepoli e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8,31-32). Perché, se la madre è fittizia, e fittizia la carne, fittizia la morte, fittizie le piaghe della Passione, fittizie le cicatrici della Risurrezione; allora non sarà la verità a liberare quelli che credono in lui, ma piuttosto la falsità. No, tutto al contrario la falsità ceda alla verità e siano confusi tutti coloro che vorrebbero sembrare veraci proprio perché si sforzano di dimostrare Cristo fallace, e non vogliono sentirsi dire: - Non vi crediamo, perché mentite -, mentre loro vanno dicendo che la verità stessa ha mentito.
Se poi domandiamo a costoro come facciano a sapere che Cristo ha detto: "Che c`è fra me e te, o donna?", essi rispondono che han creduto al Vangelo. Ma perché allora non credono al Vangelo, quando dice: "C`era la madre di Gesú, e la madre di Gesú disse a lui"? Ché se qui il Vangelo ha mentito, come gli si può credere che Gesú ha detto: "Che c`è fra me e te, o donna"? Non farebbero molto meglio a credere, questi infelici, che è stato proprio a sua madre che il Signore ha risposto a quel modo, e non a una donna estranea? e cercare religiosamente il senso di questa risposta? C`è in effetti una grande differenza fra chi dice: - Vorrei sapere perché Gesú ha risposto in quel modo alla madre - , e chi dice: -Io so che Cristo non a sua madre ha dato quella risposta. Una cosa è voler penetrare ciò che è chiuso, un`altra cosa non voler credere a ciò che è manifesto. Chi dice: - Voglio sapere perché Cristo ha risposto a quel modo a sua madre -, desidera che gli venga aperto il senso del Vangelo, cui crede. Ma colui che dice: -So che Gesú non a sua madre ha dato quella risposta -, accusa di menzogna il Vangelo stesso, dal quale ha saputo, e creduto, che Cristo diede veramente quella risposta.

(Agostino, Comment. in Ioan., 8, 6-7)


4. Cristo con la sua presenza santifica il matrimonio

Quando si celebrano nozze, naturalmente che siano caste ed oneste, di sicuro è presente la madre del Salvatore, ma lui stesso viene con i suoi discepoli se è invitato, e non tanto per prendere parte al banchetto quanto per compiere il miracolo, e inoltre per santificare il principio stesso della procreazione, che di sua natura è cosa che concerne la carne.

(Cirillo di Ales., In Io. comment., 2, 1)
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