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CORSO BIBLICO SUI SALMI

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2012 17:45
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17/11/2012 16:42
 
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SALMO 103 (102)

 

DI0 E' AMORE:

COME UN PADRE HA TENEREZZA

PER I SUOI FIGLl...”

1 Di Davide.

Benedici Jahweh, anima mia,

il mio intimo benedica il suo santo nome!

2 Benedici Jahweh, anima mia ,

non dimenticare tanti suoi benefici!

3 Egli perdona tutte le colpe,

guarisce tutte le tue malattie,

4 redime dalla fossa la tua vita ,

ti corona di benignità e di tenerezza;

5 sazia di bene la tua età avanzata

e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.

6 Jahweh compie atti di salvezza

e di giudizio per tutti gli oppressi.

7 Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie ,

ai figli di Israele le sue opere.

8 Tenero e pietoso è Jahweh,

lento all'ira e grande nella benignità.

9 Non contende per sempre,

non conserva in eterno il suo sdegno.

10 Non ci tratta secondo i nostri peccati,

non ci ripaga secondo le nostre colpe.

11 Sì, come il cielo è alto sulla terra

così domina la sua benignità

su coloro che lo temono;

12 come dista l'oriente dall'occidente,

così allontana da sé le nostre ribellioni.

13 Come un padre è tenero coi suoi figli,

così Jahweh è tenero su coloro che lo temono.

14 Infatti egli sa di che siamo plasmati,

ricorda che noi siamo polvere.

15 Come erba sono i giorni dell'uomo,

come il fiore del campo, così egli fiorisce.

16 Ecco, lo investe il vento e non c'è più,

il suo luogo più non lo riconosce.

17 Ma la benignità di Jahweh perdura di eternità in eternità

su coloro che lo temono;

la sua salvezza per i figli dei figli ,

18 per quanti custodiscono la sua alleanza

e ricordano di eseguire i suoi comandamenti.

19 Jahweh ha stabilito nel cielo il suo trono,

la sua regalità governa l'universo.

20 Benedite Jahweh, voi suoi angeli,

guerrieri potenti, esecutori della sua parola,

attenti al suono della sua parola.

21 Benedite Jahweh, voi tutti suoi eserciti,

voi suoi ministri che eseguite il suo volere.

22 Benedite Jahweh, voi tutte opere sue

in tutti i luoghi del suo governo.

Benedici Jahweh, anima mia!

 

 

SALMO 103 continuazione

 

Ritroviamo le antitesi con il bellissimo paragone dell'erba e del fiore di campo. Effettivamente la nostra vita è proprio così: in un soffio passa e basta un alito di vento per farla scomparire.

I versetti più interessanti di questa sezione sono il 17 e il 18 dai quali si intuisce che il perdono non è un segno della debolezza divina. Infatti tanti pensano erroneamente che Dio non possa fare tutto ciò che desidera, perché rispetta la libertà dell'uomo: non può quindi castigarlo e perciò lo perdona.

Non è vero.

Questi versetti ci dicono chiaramente che il perdono scaturisce dall'amore del Signore("Ma la grazia del Signore è da sempre - dura in eterno per quanti lo temono.")

Soffermiamoci su quest'antitesi così bella:

L'erba del campo, da una parte, e l'eternità di Dio, dall'altra.

Vediamo, allora, quanto siamo fondamentalmente meschini nell'amare se ci raffrontiamo con l'immensità dell'amore divino. È proprio stupenda quest'antitesi perché evidenzia che la bontà di Dio è eterna, sfida i secoli.

II Signore ci ama da sempre (prima ancora di formarci dentro il grembo materno) e ci amerà fino all'eternità.

L'amore di Dio e la sua fedeltà, che sono eterni, danno origine al perdono. Solo chi ama veramente può perdonare ed il suo gesto non è dettato da viltà, né da paura, né da incapacità di farsi rispettare, ma solo dall'amore.

v. 19 lettura

Questo verso prepara la grande lode finale, Viene proclamata la regalità di Dio creatore e provvidente.

È bello sentirsi abbracciati dal Signore, sentirsi in comunione non solo con tutti gli uomini, ma anche con tutte le creature, con l'universo intero.

 

vv:. 20/22. Lettura

Ecco, infine, l'acclamazione corale in cui è coinvolta tutta la corte divina.

II nostro salmista ci presenta un angeologia già molto sviluppata (ed è questo uno dei motivi che rendono impossibile l'attribuzione dell'opera all'epoca di Davide).

I primi ad essere enumerati sono i grandi angeli guerrieri, gli arcangeli, cioè i principali collaboratori di Dio.

II libro di Giobbe ci presenta Satana stesso come un esecutore degli ordini divini, tanto è vero che su richiesta sua e su potere conferitogli da Dio egli mette alla prova lo stesso Giobbe.

Seguono gli Arcangeli guerrieri, ma di rango inferiore, e gli angeli - ministri che non combattono nell'esercito divino, ma servono Javhe con altre mansioni.

Potremmo dire che tutti costoro sono po' rappresentati dai nostri tre arcangeli:

Gabriele: colui che annuncia, che spiega il significato delle visioni.

Raffaele: colui che guarisce in nome di Dio.

Michele: colui che combatte contro le potenze del male, il capo dell'esercito divino, colui che capeggerà I'ultima grande battaglia.

A questa lode finale partecipano tutte le creature e quindi anche I'anima del salmista:

"Benedici il Signore anima mia". (v. 22)

 

 

SALMO 131

 

Lettura del salmo nelle due consuete traduzioni.

È un'opera che deve essere imparata a memoria sia per la sua brevità, sia per apprezzarne meglio il contenuto.

Fra le tante, ricordiamo due definizioni di questo salmo:

· "Gioiello d'ineguagliabile interiorità, discrezione, emozione''

· "Canto di fiducia con il contrasto tra l'orgoglio e la semplicità, I'altezzosità e la povertà di spirito"

lo credo che sia veramente, pur nella sua brevità, uno dei salmi più belli, perché con due sole pennellate ci presenta I'atteggiamento ideale del credente.

Guardiamo ora le stupende immagini di questa composizione, anzi soffermiamoci su quella fondamentale della mamma con il suo bambino. Non c'è immagine più quotidiana, più normale di questa. Eppure il contemplativo sa trarne delle cose stupende, arrivando a provare sensazioni, emozioni ed esperienze spirituali favolose.

Durante i campi estivi, nel "giorno del deserto", i nostri ragazzi vengono posti nelle condizioni ottimali per fare l'esperienza della preghiera contemplativa e prendono spunto da qualche cosa che li colpisce (aspetti della natura, per esempio) per comporre delle bellissime preghiere. Ricordo come davanti ai tre livelli di una montagna (prato, bosco e roccia) qualcuno avesse pensato alla Trinità: sono tre elementi diversi, ma il monte è uno solo.

Dobbiamo riuscire a formulare ogni giorno almeno una preghiera contemplativa. Le persone, gli avvenimenti, il creato debbono portarci alla contemplazione.

Anche le grandi visioni dei profeti traggono spesso origine da episodi di vita quotidiana.

Questo salmo ci richiama immediatamente alla memoria l'atteggiamento di Gesù verso i bambini, ma soprattutto l'atteggiamento interiore che Gesù vuole dal discepolo: I'infanzia spirituale (che non è infantilismo né tantomeno adolescenza spirituale) tipica del bambino che si fida pienamente della sua mamma e del suo papà.

 

Genere letterario

Abbiamo nuovamente un salmo composito.

Si constata con facilità che con questa preghiera l'orante non sollecita benefici, ma esprime semplicemente la sua fiducia in Dio che è fonte di gioia e di quiete. Si potrebbe quindi catalogare questa composizione fra i salmi di fiducia.

ln questi versetti appare presente anche il genere sapienziale - didattico, perché il salmista, attraverso splendide immagini, insegna quale debba essere I'atteggiamento del credente nei confronti del Signore.

È una catechesi breve e stupenda sulla fiducia in Dio.

lnfine il titolo ci dice che si tratta di un salmo di ascensione cantato dai fedeli mentre salivano al Tempio. ln tal senso diventa anche un salmo liturgico che indica l'atteggiamento che ogni fedele deve avere quando si accosta al Signore.

Ecco, questo salmo dovrebbe essere recitato alla domenica mentre ci avviamo alla Messa.

struttura

E semplicissima: tre versetti formano un movimento.

II salmista in un primo tempo ci dice ciò che la fiducia non è in negativo,mentre in un secondo tempo ci insegna che cosa è la fiducia in Dio ( in positivo), infine in un terzo tempo, quanto io ho espresso e vissuto personalmente diventa comunitario (come già visto altre volte nei salmi).

ll versetto finale richiama il movimento che da me orante si diffonde a tutta la comunità.

 

Simbolismo somatico

( il cuore, lo sguardo, il camminare - secondo la traduzione letterale)

ll simbolismo somatico ci richiama l'intimità dell'uomo che non si limita a tenere i sentimenti dentro di sé, ma Ii esprime con lo sguardo. ln tal modo noi entriamo in relazione con l'esterno e, d'altra parte, consentiamo all'esterno di mettersi in relazione con noi,

Pensiamo a come sono significativi i nostri sguardi. Quante volte "fulminiamo" con lo sguardo i nostri interlocutori.

Ci sono persone che riescono a tenere a bada gli altri solo con l'espressione dello sguardo. L'intimità che esce dall'uomo attraverso lo sguardo diventa cammino: dall'intimità al comunitario.

È' il cammino del mondo in mezzo alle cose grandi e prodigiose.

Ma c'é un simbolo abbastanza nascosto da scoprire: il silenzio.

In questo salmo nessuno parla: l'uomo comunica attraverso lo sguardo la mamma ed il bimbo i non si parlano. Israele non loda, ma attende e spera.

ll salmista ci descrive delle scene silenziose. ln questi versetti non sono presenti - come in altri casi - il tumulto, il grido, I'angoscia, la gioia o la lode, perché per entrare in comunicazione con Javhe dobbiamo tacere, anche se il silenzio pesa.

Il silenzio é un atteggiamento interiore che é quiete e riposo. Talvolta diventa anche comunicazione; ad es. in campo giuridico vi é il silenzio - assenso (chi tace acconsente).

Pensiamo a questo silenzio in termini di preghiera: la nostra vita personale quotidiana ha il silenzio?

Sono molto belli gli spazi di silenzio, non quelli riempiti dai nostri pensieri, ma quelli che usiamo per parlare con Dio oppure per lasciarci interpellare da Lui.

Constatiamo come nelle nostre messe il silenzio manchi :, - Eppure le norme liturgiche lo raccomandano ed, anzi, in alcuni momenti, lo rendono obbligatorio. E poiché non siamo abituati a questo atteggiamento interiore è, ad esempio, motivo d'imbarazzo per molti fedeli il silenzio dopo la Comunione.

Proviamo nella nostra vita quotidiana a valorizzare il silenzio, a cercarlo inten5amente ed a riempirlo solo di Dio.

Non facciamoci prendere dalla frenesia. È importante impegnarsi ogni giorno a migliorare questo atteggiamento interiore.

Noi riusciamo a.. rendere davvero presenti gli altri nella nostra. vita nella misura in cui realizziamo in noi stessi un'intimità profonda con Dio. ln caso contrario, nella nostra vita ci sarà un continuo passaggio di persone e di situazioni, senza che riusciamo a fermarci per riflettere sul senso delle cose.

 

Simbolismo spaziale ( dall'interno all'esterno)

È un simbolismo che dà la connotazione dell'orgoglioso. Soprattutto in quel "levare gli occhi" avvertiamo un gesto di superbia ( i greci lo avrebbero chiamato "ibris", termine che esprime la tracotanza, la sfida lanciata contro la divinità - come la torre di Babele ).

 

Struttura

E semplicissima: tre versetti formano un movimento.

II salmista in un primo tempo ci dice ciò che la fiducia non è in negativo,mentre in un secondo tempo ci insegna che cosa è la fiducia in Dio ( in positivo), infine in un terzo tempo, quanto io ho espresso e vissuto personalmente diventa comunitario (come già visto altre volte nei salmi).

ll versetto finale richiama il movimento che da me orante si diffonde a tutta la comunità.

 

Simbolismo somatico

( il cuore, lo sguardo, il camminare - secondo la traduzione letterale)

ll simbolismo somatico ci richiama l'intimità dell'uomo che non si limita a tenere i sentimenti dentro di sé, ma Ii esprime con lo sguardo. ln tal modo noi entriamo in relazione con l'esterno e, d'altra parte, consentiamo all'esterno di mettersi in relazione con noi,

Pensiamo a come sono significativi i nostri sguardi. Quante volte "fulminiamo" con lo sguardo i nostri interlocutori.

Ci sono persone che riescono a tenere a bada gli altri solo con l'espressione dello sguardo. L'intimità che esce dall'uomo attraverso lo sguardo diventa cammino: dall'intimità al comunitario.

È' il cammino del mondo in mezzo alle cose grandi e prodigiose.

Ma c'é un simbolo abbastanza nascosto da scoprire: il silenzio.

In questo salmo nessuno parla: l'uomo comunica attraverso lo sguardo la mamma ed il bimbo i non si parlano. Israele non loda, ma attende e spera.

ll salmista ci descrive delle scene silenziose. ln questi versetti non sono presenti - come in altri casi - il tumulto, il grido, I'angoscia, la gioia o la lode, perché per entrare in comunicazione con Javhe dobbiamo tacere, anche se il silenzio pesa.

Il silenzio é un atteggiamento interiore che é quiete e riposo. Talvolta diventa anche comunicazione; ad es. in campo giuridico vi é il silenzio - assenso (chi tace acconsente).

Pensiamo a questo silenzio in termini di preghiera: la nostra vita personale quotidiana ha il silenzio?

Sono molto belli gli spazi di silenzio, non quelli riempiti dai nostri pensieri, ma quelli che usiamo per parlare con Dio oppure per lasciarci interpellare da Lui.

Constatiamo come nelle nostre messe il silenzio manchi :, - Eppure le norme liturgiche lo raccomandano ed, anzi, in alcuni momenti, lo rendono obbligatorio. E poiché non siamo abituati a questo atteggiamento interiore è, ad esempio, motivo d'imbarazzo per molti fedeli il silenzio dopo la Comunione.

Proviamo nella nostra vita quotidiana a valorizzare il silenzio, a cercarlo inten5amente ed a riempirlo solo di Dio.

Non facciamoci prendere dalla frenesia. È importante impegnarsi ogni giorno a migliorare questo atteggiamento interiore.

Noi riusciamo a.. rendere davvero presenti gli altri nella nostra. vita nella misura in cui realizziamo in noi stessi un'intimità profonda con Dio. ln caso contrario, nella nostra vita ci sarà un continuo passaggio di persone e di situazioni, senza che riusciamo a fermarci per riflettere sul senso delle cose.

 

Simbolismo spaziale ( dall'interno all'esterno)

È un simbolismo che dà la connotazione dell'orgoglioso. Soprattutto in quel "levare gli occhi" avvertiamo un gesto di superbia ( i greci lo avrebbero chiamato "ibris", termine che esprime la tracotanza, la sfida lanciata contro la divinità - come la torre di Babele ).

 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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