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CORSO BIBLICO SUI SALMI

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2012 17:45
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17/11/2012 16:30
 
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SALMO 23

 

"II buon pastore" - SaImo.Di Davide.

Lettura del notissimo salmo nelle due consueto versioni.

Alcuni riferimentio biblici:

1 Ezechiele 34;

2 Giovanni I0 (iI celeberrimo brano del buon pastore);

3- Geremia 23,1-7: lettura.

Quest'ultimo brano costituisce il più importante riferimento biblico al salmo ed è interessante notare come il Signore si assuma il ruolo del buon pastore in sostituzione di coloro che hanno abbandonato il gregge.

Le parole chiave, le più importanti del salmo 23, sono contenute nel v. 4: "tu sei con me" e sono poste nel testo ebraico esattamente al centro della composizione, che si preannuncia come un salmo di fiducia. E' un testo semplicissimo, quasi scarno, che raggiunge. però i vertici della poesia.

Secondo alcuni studiosi il salmo riunisce in sé l'aspetto culturale, l'esperienza quotidiana e l'esperienza di fede. Se "tu sei con me", o Signore, allora tu sei "il mio pastore".

 

I simboli

Sono due molto semplici

1- il pastore, che in questo salma é Dio. Il simbolo é un mezzo per parlare di Lui.

II pastore, per il semita, è anzitutto un compagno di viaggio, è colui che costantemente cammina insieme al suo gregge con il quale condivide tutti i rischi (belve e ladri compresi).

In Gv. 10 si nota iI contrasto fra il pastore serio e il mercenario. Il vero pastore è colui che sa dove andare, che conosce la via e, quindi, guida il suo gregge lungo il sentiero più agevole, più sicuro.

Anche in Michea 5 e in Zaccaria 13 la figura del buon pastore diventa connotaziane del Messia, ossia dell'inviata di Dio che pascerà il suo gregge. II Signore é il pastore supremo e, se anche a volte delega altri, rímane sempre iI pastore per eccellenza.

2- L'ospite, inteso alla latina, ossia la persona che ospita.

Nel nastro salmo l'ospitalità è opulenta; è la tipica, cordialissima ospitalità orientale di quell'epoca. Un significativo esempio di questa accoglienza s trova espressa nell'episodio di Abramo che accoglie gli angeli alla quercia di Mamre. Possiamo, inoltre, rileggere I'episodio di Lot, a Sodoma, quando difende gli angeli ospiti dagli aggressori, ai quali offre le figlie piuttosto che dissacrare l'ospitalità concessa.

Questo concetto dell'ospitalità corrisponde al diritto d'asilo, rimasto valido per molti secoli nei luoghi sacri. Ecco, allora, che diventa ovvio il cammino indicato nel salmo aII'israelita: iI luogo più sicuro al quale approdare non può essere che il Tempio.

Struttura del salmo

I parte (vv. 1-4): ``il canto del pastore'', così suddivisa:

a) v. 1a: dichiarazione di fede;

b) v. 1b e 3a: descrizione pastorale di una sosta, di un momento di tranquillità;

c) 3b - 4c: descrizione di cammino del gregge che si rimette in marcia;

d) 4d: un'altra dichiarazione di fede.

II parte (vv. 5-6): "il canto dell'ospite":

a) v. 5a: dichiarazione di fede;

b) vv. 5b - 5d: descrizione dell'ospitalità in generale;

c) v. 6: descrizione dell'ospitalità specifica e sacra (quella del Tempio)

Commento

I parte - vv. 1-4. "Il canto del pastore"

V.1 - Grande professione di fede: `'Il Signore è il mio pastore"; ed io ci credo!

vv. 2 -3a: descrizione di una sosta del gregge in cui domina proprio l'atmosfera del riposo.

Bisogna considerare che nei luoghi descritti dal salmista non si trovano ricchi pascoli; l'acqua é scarsa. Ecco,. perciò, la straordinarietà della prima scena: il pascolo è verdeggiante e l'acqua è abbondante. Per una società nomade, infatti, due elementi chiave sono l'acqua e il foraggio per il gregge e per il pastore.

La professione di fede nasce dalle opere di Dio. La. fiducia in Jahve, come già dicevamo nel commento ai salmi precedenti, si basa sulle opere divine. Io riconosco che il Signore è sempre stato presente nella mia vita (una volta mi. ha condotto ai pascoli erbosi, un'altra volta ad acque tranquille) e per questo io adesso faccio la mia professione di fede.

"Acque tranquille". La traduzione esatta del termine ebraico corrispondente è "acque di riposo''. Nella Bibbia la parola "riposo'' non ha il nostro significato corrente, ma è sinonimo di "shalom'', pace, che qui assume la connotazione di dono di Dio. La pace non è solo l'assenza di guerra, ma anche serenità profonda. "Riposo" è sinonimo di pace globale.

E' una pace sempre legata al dono della terra promessa; come dire: avrai la tua pace, quando avrai la tua terra. E' quasi un pegno per il futuro dell'ebreo di sempre.

Secondo una nostra interpretazione la pace a cui noi aneliamo è quella dell'aldilà (la nostra terra promessa). Leggiamo il salmo 95: l'uomo si allontana dalla pace con il peccato perché si rompe l'alleanza. con Dio. In questo caso l'uomo perde la sua serenità e il suo riposo e non riesce ad entrate nella dimensione divina, :nella benevolenza. del Signore.

v.3

Nella versione allegata, al posto di "Mi rinfranca" è scritto "Mi restituisce la vita". Indubbiamente è più valida questa seconda versione, che evidenzia "vita", ossia "nefes", che significa la persona viva nella sua interezza. Potremmo così leggere; "Mi reintegra totalmente nel mio essere persona". La pace di Dio mi dà la possibilità di realizzarmi pienamente.

W.3b-4

E' la descrizione del cammino del gregge attraverso la strada giusta. II Signore, mio pastore, mi guida per il cammino moralmente giusto. Infatti, se io seguo Dio non andrò mai sulla strada dell'empio (salmo 1 ) che è la strada del peccato.

"per amore del suo nome". Il nome rimanda alla realtà stessa di Dio. Il Nuovo Testamento ci dice che Dio è amore, che l'amore ha in sé stesso la sua ricompensa perchè è gratuito. Il Signore ci ama sempre ugualmente perchè trova in sé le ragioni dell'amore. (quindi per un cristiano la misura dell'arnore è quella stessa di Dio che ama anche l'essere più spregevole, proprio perchè - vale la pena di ripeterlo - il suo amore trova in se stesso la propria ricompensa.

Il nome evoca anche "l'onore" di Dio e, insieme, la sua "glorificazione" universale davanti a tutte le nazioni. Guidando il suo popolo e salvandolo il Signore glorica sé stesso. Se l'uomo non fosse succube del peccato capirebbe che Jahve è degno di. essere glorificato.

La "valle oscura" costituisce un grave pericolo per le insidie dei dirupi, dei briganti, ecc.. Ma, se passiamo oltre il simbolo, scopriamo che si tratta non di una valle oscura, ma di una realtà infernale, dello "sheol", dell'assenza della luce di Dio. E l'essere al buio può significare il trovarsi in una situazione difficile di cui non vediamo l'uscita. Potremmo paragonare la valle oscura alle varie tempeste della vita. Però, o Signore, io non ho paura perchè tu sei con me. Anche qui abbiamo la professione di fede.

Ricordiamo che S. Francesco di Sales, quando parla della "Santa indifferenza", sostiene che ciò che conta per noi è fare la volontà di Dio, consapevoli del suo amore.

V.4b

L'immagine della sicurezza è rafforzata da "bastone" e "vincastro".

Il bastone era l'arma del pastore, forse un randello corto e pesante; arma di difesa che in Michea 7,14 assume anche il valore di scettro di Dio e, per assimilazione, di scettro del re, simbolo della regalità divina. Il bastone esprime il simbolo della difesa.

Il "vincastro" in origine era un ramo lungo e ricurvo che serviva essenzialmente per guidare il gregge. E' espressione della guida sicura del gregge.

Il gregge quando riposa è nella pace e quando si sposta non teme nulla perchè è difeso dal bastone e guidato dal vincastro.

II^ parte - vv. 5 - 6: il canto dell'ospite

La nuova immagine non è molto difforme dalla prima. Il cammino del gregge, nella mente del pastore, ha una meta ben precisa : la tenda, la casa dell'ospite. E' molto bella la descrizione dell'ospitalità tipicamente orientale.

Il vocabolo ebraico tradotto con "mensa" (v.5) indica invece "pelle", che nella civiltà beduina viene stesa per terra e sulla quale si apparecchia il pranzo.

Nella descrizione dettagliata della squisita ospitalità rileviamo due elementi:

1 - "cospargi di olio il mio capo" (v.5c).

Il significato dell'olio è molteplice. E', ad esempio, l'olio odoroso con cui l'atleta si spalma i muscoli per tonificarli ed indica, quasi, il diffondersi dell'energia di Dio (vedere nel cristianesimo l'amministrazione dei Sacramenti con il crisma).

L'olio è anche medicinale (vedere l'episodio del buon samaritano che medica le ferite con l'olio); è segno di salute, quindi. Non tralasciamo di ricordare le virtù cosmetiche dato che l'olio protegge la pelle dal sole cocente d'oriente e rende lucido il volto. Possiamo trovare un'allusione allo splendore, alla gioia.

Nel Nuovo Testamento una peccatrice versa l'olio sui piedi di Gesù come omaggio, mentre Maria usa dell'unguento costoso come quello adoperato per cospargere i cadaveri (segno della passione).

 

2 - "Il mio calice trabocca".

Il calice, la coppa evoca in sé l'immagine della pienezza, della sete estinta.

Ai lati della mensa ci sono i nemici, sia in senso reale che in senso figurato (il peccato, i demoni). Sono, però, impotenti. (v.5b)

Il gregge ha per meta la casa nella quale l'ospitalità è totale: si tratta, ovviamente, della casa del Signore, del Tempio. (v.6)

La "bontà" e la "fedeltà" amorosa di Dio sono le virtù tipiche dell'alleanza, sono le realtà che conducono il gregge (il fedele) fino al Tempio.

L'amore divino ci precede sempre e, allora, le due realtà, caratteristiche del Dio buono e del Dio fedele, diventano l'equivalente liturgico del vero pastore.

"Mi saranno compagne" (v.6)

E' mal tradotto un verbo ebraico che non significa solo vicinanza o compagnia, ma "guidare con sollecitudine". In Gv. 10 leggiamo che il pastore arriva a dare la vita per il suo gregge, così come Cristo ha dato la vita per noi.

Nel v: 6c incontriamo "abiterò". Qui sorge una questione spinosa, perchè nel testo masoretico (dei masoreti, teologi e glottologi che avevano vocalizzato il testo ebraico della Bibbia) si legge "ritornerò". Allora, il nostro sarebbe un salmo di pellegrinaggio e il gregge;

rappresenterebbe il popolo in movimento (durante una festa di pellegrinaggio verso il Tempio. Là si trovano la pienezza della gioia e l'ospitalità totale.

Se accettiamo "abiterò" sottintendiamo, invece, un desiderio profondo di non staccarci dal Tempio, di restare almeno con cuore attaccati alla casa di Dio e alla pace che ne deriva. Questa seconda interpretazione è di Gran lunga preferita oggi e suffragata dai salmi 27 e 91, per cui non si tratta di un salmo di pellegrinaggio, ma di cammino verso Dio, nostra meta. il fedele riconosce in Jahve il suo pastore e con lui realizza la comunione più profonda.

Interpretazioni del salmo

1 - Interpretazione storica: si tratta del canto composto daDavide dopo che era stato consacrato da Samuele con l'olio regale. E' un'interpretazione oggi non più condivisa.

2 - Interpretazioni dei Padri della Chiesa:

a) è il salmo della Chiesa che cammina sotto la guida di Cristo verso Dio; b) è; il canto del singolo fedele che cammina verso il suo Signore;

b) è il salmo che parla degli spiriti beati in paradiso.

 

 

 

 

 

 

SALMO 23 (22)

 

" CANTO DEL PASTORE E DELL'OSPITE:

... PERCHÉ TU SEI CON ME"

1 Salmo. Di Davide.

Jahweh è il mio pastore,

non manco di nulla.

2 Su pascoli erbosi mi fa riposare,

mi guida ad acque tranquille.

3 Mi restituisce la vita ,

mi conduce per il .giusto cammino,

per amore del suo nome.

4 Dovessi anche passare per la valle più oscura,

non temerei alcun male, perché tu sei con me:

il tuo bastone e il tuo vincastro sono il mio sostegno.

5 Tu .imbandisci davanti a me una mensa

sotto gli occhi .dei miei avversari.

Ungi di olio il mio capo,

la mia coppa trabocca.

6 Certo, bontà e fedeltà mi accompagneranno

tutti i giorni della mia vita

e abiterò nella casa di Jahweh

per lunghissimi giorni.

 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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