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CORSO BIBLICO SULL'APOCALISSE

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 20:44
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16/11/2012 19:26
 
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Atteggiamento dei cristiani verso l'impero

All'inizio i cristiani non manifestarono alcuna opposizione alle leggi di Roma e si comportarono come sudditi rispettosi (Paolo stesso invitava i cristiani a sottomettersi al potere romano). Però, dopo l'inizio delle persecuzioni e specialmente dopo Nerone, l'impero venne considerato un nemico, tanto da essere simboleggiato nell'Apocalisse come una bestia che sale dal mare. Roma vi è indicata addirittura come Babilonia.

 

Ostilità verso i cristiani e loro persecuzione da parte dei romani

Il cristianesimo venne considerato dai Romani come una religione rivoluzionaria, che non aveva carattere nazionale e che condannava come false tutte le altre religioni tranne

l'ebrea. I cristiani furono osteggiati anche dai giudei e accusati ingiustamente di ostilità verso il genere umano, do adorare una testa d'asino, di compiere riti segreti con immolazione di bambini (di cui venivano mangiate le carni) e, addirittura, di pratiche incestuose.

Il primo gesto di ostilità si verificò con l'allontanamento dei giudei (compresi i cristiani) da Roma al tempo dell'imperatore Claudio (49 d.C.) a causa di contrasti fra le due comunità.

Avvenne, poi, la Ia persecuzione sotto Nerone (dal 64 al 66) a causa dell'accusa ai cristiani (già circondati di ostilità) di avere provocato l'incendio di Roma. In quel periodo va collocata la morte per martirio di Pietro e di Paolo.

In Palestina l'imperatore Vespasiano, dopo la distruzione di Gerusalemme, fece ricercare ed uccidere tutti i parenti di Gesù in quanto discendenti della Casa di Davide.

La IIa persecuzione, molto violenta, avvenne sotto l'imperatore Domiziano (91 - 96) e colpì i cristiani anche tra gli intellettuali a Roma. Di questa persecuzione in Asia Minore abbiamo una prova nell'Apocalisse, il cui genere letterario è anche espressione di un messaggio di speranza rivolto ai fedeli nella prova.

L'ultima e IIIa persecuzione del I° secolo dopo Cristo, subito dopo quella di Domiziano, si ebbe con Traiano (98 circa), durante la quale fu martirizzato Simeone, secondo vescovo di Gerusalemme, appartenente alla casa di Davide.

Lettura del cap. 12, 1-3 del libro di Daniele.

Tavola cronologica

333 a.C. Alessandro Magno conquista la Siria. Fine dell'epoca persiana e inizio dell'epoca ellenistica.

323 a.C. Morte di Alessandro Magno a Babilonia.

319-287 a.C. I Diadochi si dividono l'impero fondato da Alessandro Magno.

fino al 200 a.C. La Giudea sottomessa ai Tolomei (Egitto).

dal 200 al 142 a.C. La Giudea sottomessa ai Seleucidi (Siria).

dal 141 al 63 Indipendenza della Giudea con vari re. Gerusalemme ellenizzata. Periodo di guerre di conquista degli altri territori della Palestina e di lotte di successione.

169 a.C. Antioco IV di Siria saccheggia il Tempio di Gerusalemme..

167-164 a.C. La grande persecuzione di Antioco IV. Sacritifi a Giove nel Tempio di Gerusalemme.

164 a.C. Libro di Daniele. Fine di Antioco IV.

163 a.C. Antioco V restituisce ai Giudei la libertà religiosa.

14l a.C. Fine in Giudea dell'occupazione seleucida.

63 a.C, Pompeo conquista Gerusalemme e la Giudea perde l'indipendenza.

37 a.C.-4 a.C. Erode, alleato dei Romani, regna sulla Palestina.

31 a.C. Ottaviano sconfigge Antonio nella battaglia di Azio. Fine dell'epoca ellenistica.

29-30 a.C. Erode inizia la ricostruzione del Tempio.

29 a.C.-14 d.C Augusto imperatore dei Romani.

7-6 a.C. ca. Nascita di Gesù di Nazaret.

14-37 Tiberio imperatore dei Romani.

30 Venerdì precedente la Pasqua: morte di Gesù. Pentecoste - Effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa. La prima comunità.

33 Elezione dei sette diaconi ellenisti a Gerusalemme (tra cui Stefano).

36 Martirio di Stefano. Cacciata degli ellenisti da Gerusalemme. Conversione di Paolo.

37 ca. Fondazione della Chiesa di Antiochia.

41-54 Claudio imperatore.

43 Martirio di Giacomo, fratello di Giovanni. 49 Espulsione dei Giudei da Roma.

Concilio di Gerusalemme.

50 ca. Viene messo per iscritto in aramaico il Vangelo orale di Matteo.

51 Lettere di Paolo ai Tessalonicesi.

5l-68 Nerone imperatore.

62 II Sommo Sacerdote Anan fa lapidare Giacomo fratello del Signore.

64 ca. Vangelo di Marco. Martirio di Pietro a Roma.

64 - 67 Ia persecuzione romana.

verso il 70 Vangelo greco di Matteo. Vangelo di Luca e Atti degli Apostoli.

66 - 70 Rivolta dei Giudei e guerra giudaica che si conclude con la distruzione di Gerusalemme e del Tempio. Gli abitanti sono uccisi o venduti come schiavi.

67 Martirio di Paolo a Roma.

68 Suicidio di Nerone.

69 - 79 Vespasiano imperatore.

79 - 81 Tito imperatore.

81 - 96 Domiziano imperatore.

91 - 96 IIa persecuzione romana.

96 - 98 Nerva imperatore.

95 circa Edizione definitiva dell'Apocalisse.

98 - 100 Vangelo di Giovanni. Morte di Giovanni.

98 ca IIIa persecuzione. Traiano imperatore.

tra il 90 e il 100 Scomunica Ebraica.

verso il 100 Epistola di Clemente, vescovo di Roma, ai Corinzi.

IIIa lezione

Prima di affrontare i brani apocalittici del Nuovo Testamento è opportuno parlare di Giovarmi Battista, che fa da "ponte" tra l'Antico e il Nuovo.

E' importante evidenziare che i profeti hanno come contenuto del loro messaggio l'aspetto più propriamente sociale della realtà. Infatti essi dicono: Convertitevi! State rubando agli orfani; state distruggendo le case delle vedove; vi arricchite ingiustamente; non offrite i sacrifici dovuti. Su tutto questo il Signore vi giudicherà.

I profeti erano profondamente inseriti nella società del tempo e giudicano gli avvenimenti con gli occhi di Dio.

L'apocalittica, invece, non ha un contenuto sociale, ma consolatorio.

Allora, Giovanni Battista è un profeta vero e proprio oppure il suo messaggio ha già dei contenuti apocalittici? Quando. egli dice: convertitevi; voi soldati accontentatevi della paga pattuita; voi pubblicani non fate la "cresta" sulle tasse, si esprime come un profeta sociale che, però, assume dei connotati apocalittici quando afferma: "Già la scure è posta alla radice..." oppure: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma Colui che viene dopo di me è più potente di me... egli vi battezzerà in Spirito ~ Santo e fuoco." (Mt. 3,1011).

Giovanni Battista con la sua predicazione annuncia che sono vicini i tempi ultimi e che il suo battesimo ha una funzione preparatoria a questi. Il Battista, anche grazie a Gesù era paragonato ad Elia, scomparso dalla terra perché portato in cielo su un carro di fuoco.

Ai tempi di Gesù si era diffusa l'idea che il profeta Elia, discendendo dal cielo, avrebbe preparato il terreno al Messia. E proprio Gesù ne parla riferendosi però a Giovanni Battista (Mt. 11,10-14). Ecco, il Battista è un precursore che prende il posto di Elia, atteso per gli ultimi tempi secondo la tradizione popolare, e che introduce, con la sua predicazione, dei contenuti apocalittici nei Vangeli.

Consideriamo ora alcuni brani apocalittici del Nuovo Testamento: 1) Le. 17,22-37. "Il giorno del Figlio dell'uomo".

Già il titolo ci richiama la figura strana, misteriosa del "Figlio dell'uomo" presente nel libro del profeta Daniele.

Al di là delle immagini bibliche del diluvio e della distruzione di Sodoma (in cui pare che il giudizio di Dio proclami nel modo più chiaro e più forte lo sterminio dei peccatori) notiamo che qui si vuole sottolineare:

1 ) la repentinità dell' evento; 2) la presenza di falsi profeti.

Una delle caratteristiche di Gesù sarà quella di prendere le distanze da coloro che volevano conoscere esattamente il luogo e il tempo di quell'evento.

Notiamo che nel nostro brano è scritto "1'uomo verrà preso e 1'altro lasciato". Il termine "preso" rappresenta coloro che saranno salvati, mentre il termine "lasciato" simboleggia quanti si perderanno. E ciò significa certamente che nel giorno del "Figlio dell'uomo" ci sarà un giudizio.

2) Luca 22,28-30.

E' uno dei discorsi pronunciati nell'Ultima Cena nel contesto della prima Messa celebrata da Gesù che dice ai suoi apostoli: "Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove... e siederete in trono a giudicare le dodici tribù d'Israele."

Perché questo numero? Perché dodici apostoli?

Perché dodici è un numero escatologico, apocalittico, che ci porta agli ultimi tempi dato che al tempo di Gesù le dodici tribù d'Israele non esistevano più.

Il numero 12 viene citato per indicare la ricostruzione del "nuovo" Israele che è principio dell'Israele "finale".

Ai tempi degli evangelisti i primi cristiani credevano in un imminente ritorno di Gesù ,

ossia ritenevano che il giorno del giudizio fosse vicinissimo, tanto da pensare di non morire prima di aver visto il ritrno di Cristo.

E' facile immaginare la grandissima tensione esistente. Ma quando l'evento atteso non si verificò, subentrò una grande delusione con conseguente disimpegno e lassismo.

Gli evangelisti e Paolo intervennero energicamente, invitando i cristiani alla testimonianza e alla preparazione sulla terra del regno del Salvatore.

Gesù è un apocalittico? Il centro e il contenuto fondamentale della sua predicazione sono apocalittici. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" sono le prime parole di Gesù in Mc. (l, 14-15).

Infatti il regno di Dio si sta realizzando con la presenza di Gesù che ha già inaugurato i tempi ultimi e che offre al discepolo una serie di comportamenti (codice morale) non per prepararsi "a" (al Paradiso), ma per vivere intensamente sulla terra. Per es. nel "discorso della montagna" viene affermato "Beati i poveri in spirito perchè di essi è il regno dei cieli".

3) Lc. 10,23-24.

Ecco, il regno si è già in parte realizzato.

"Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro e udire ciò che voi udite, ma non 1'udirono". Adesso si sta realizzando il regno di Dio che ha una dimensione anche futura ("venga il tuo regno" recitiamo nel "Padre nostro"). Siamo nelle dinamica cristiana che qualcuno ha sintetizzato nell'espressione "già e non ancora".

In questa prospettiva leggiamo in

4) Mc. 4,26-32 due belle parabole sul regno, nelle quali si parla di questa realtà che c'è già in parte.

Troviamo due paragoni che ci fanno intravedere il regno del Signore con quel semino che c'è già , ma che tende a diventare sempre più grande. E la pienezza del regno si realizzerà soltanto quando avverrà la mietitura. Noi siamo chiamati nella fase tra il seme e la mietitura a costruire il regno di Dio giorno per giorno. Quanto abbiamo letto rappresenta solo una piccola anticipazione delle parabole evangeliche che parlano del regno di Dio e che hanno, quindi, un contenuto escatologico.

5) Mt. 13,36-43.

Il brano contiene la spiegazione della parabola della zizzania. Sono varie le immagini apocalittiche che ci parlano del giudizio ultimo di Dio.

6} Mt. 25,31-46. "Il giudizio finale".

7) Mt. 20,1-16.

La parabola degli operai mandati nella vigna.

8) Lc. 19,12-27.

Il brano ha per tema la vigilanza.

9) Mt. 13,44-46.

10) Mt. 22,1-14.

Si noteranno sempre due aspetti leggendo le parabole citate: 1) individuale - il giudizio per te;

2) comunitario - il giudizio per tutta 1'umanità.

Qualcuno vede in questo la differenza tra il giudizio personale al momento stesso della morte e il giudizio finale in cui tutta 1'umanità nella resurrezione riceverà il suo posto definitivo.

11) Mc. 13, 1-37. Lettura.

Si tratta. del primo grande discorso escatologico; precede il racconto della passione. Struttura del brano:

vv. 1-4: introduzione (che è un dialogo sul Tempio e sui tempi in cui "questo" avverrà);

vv. 5 - 8: introduzione al discorso, nel senso di affermazione generale di falsi profeti, di falsi messia, di terremoti, di guerre, ecc.;

vv. 9 - 13: annuncio delle persecuzioni e annuncio di speranza ("...chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.") - Evidentemente il discorso è stato fatto in un periodo di persecuzione o, comunque, Gesù aveva previsto che ci sarebbero state delle persecuzioni; vv. 14 - 23: la desolazione, la fuga, la tribolazione;

vv. 24 - 27:la venuta del Figlio dell'uomo che salverà gli eletti

vv. 28 - 32: la parabola del fico che "si fa tenero e mette le foglie" (per dire che il tempo è vicino). Invito alla vigilanza.

I versetti 14 - 23 sono i più importanti e presentano varie difficoltà. Lettura del v. 14 - "L'abominio della desolazione".

Ad "abominio" potremmo dare il significato di "cosa ripugnante"; a "desolazione" quello di "squallore, abbandono". La citazione pare tratta dal libro di Daniele, il quale usa questa espressione quando narra che Antioco IV voleva collocare nel Tempio di Gerusalemme la statua di Zeus o di se stesso.

Nel I libro dei Maccabei si parla allo stesso modo a proposito della profanazione del Tempio, nel quale non poteva essere collocata alcuna immagine di uomo o di divinità. Ricordiamo che uno dei motivi che contribuirono a togliere a Pilato il favore del popolo di Gerusalemme fu proprio la sua iniziativa di portare nella città santa degli scudi con impressa l'effige dell'imperatore e di appenderli su vari monumenti della città stessa.

Notiamo un particolare: "chi legge capisca".

Dovrebbe essere più logica 1'espressione "chi ascolta capisca".

Sembra quasi che Gesù abbia scritto questo discorso. E vengono alla mente le ultime ipotesi sull'epoca di composizione dei Vangeli Sinottici. Allo stato attuale degli studi si ritiene come più antico il Vangelo di Marco che sarebbe stato composto - nel testo greco tra il 65 e il 75 d.C.. Ma uno studioso (Carmignac) dei documenti di Qumran, in armi recenti, ha sviluppato una sua ipotesi secondo la quale il Vangelo di Marco sarebbe ancora più antico e la sua stesura risalirebbe a pochissimi anni dopo la morte di Gesù, intorno al 40 d.C.

E Carmignac sostiene anche che il testo greco a noi pervenuto avrebbe un originale ebraico.

(La sintesi dei suoi studi è contenuta in un libro dal titolo "La nascita dei Vangeli Sinottici".)

Questa ipotesi non appare del tutto azzardata. Se si ritiene valido l'anno 40 o quelli immediatamente successivi come epoca di compilazione del Vangelo di Marco, "l'abominio della desolazione" si riferirebbe all'affronto dell'imperatore Caligola che, esattamente nell'anno 40, ordinò che la sua statua venisse collocata nel Tempio di Gerusalemme.

Notiamo un parallelismo: in Daniele si parla della statua di Zeus, in Marco della statua di Caligola nel Tempio.

Per fortuna quest'ultima statua per vari motivi non venne collocata nel Tempio di Gerusalemme. Se questo abominio fosse avvenuto probabilmente la sollevazione degli ebrei e la guerra giudaica (66-70) sarebbero avvenuti prima. Ricordiamo che Caligola fu il primo ad introdurre il culto dell'imperatore vivo come fosse una divinità.

Nel discorso escatologico di questo brano alle affermazioni apocalittiche si alternano richiami alla vigilanza. Gesù ci invita a non dare troppa importanza al momento dell'evento, ma a vigilare evitando il pietismo, pessima tendenza che scade nel fatalismo. Questa, è una delle caratteristiche fondamentali dell'apocalittica nei Vangeli, cioè è 1'atteggiamento del cristiano che è proiettato verso la fine con grande attenzione al presente ("Vigilate!"}.

Lc. 21 e Mt. 24 (interessanti i vv. 10-12 in cui l'evangelista parla dei contrasti interni alla comunità cristiana).

IV lezione

Nelle lettere di S. Paolo sono evidenti alcuni elementi apocalittici dovuti soprattutto ai problemi sorti nelle varie Chiese.

Con la folgorazione sulla via di Damasco inizia per Paolo un'era nuova della vita, una preparazione a quei tempi ultimi che Gesù aveva annunciato dicendo: "...il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo." (Mc.) E, allora, è il suo stesso modo di vivere che lo porta a capire il significato fondamentale dell'Apocalisse, o quanto meno dello stile apocalittico, che riguarda gli ultimi tempi (escatologici).

Lettura di alcuni brani paolini che solitamente vengono proposti durante il rito funebre:

1) I Tessalorricesi 4, 13-18.

Se non è attendibile 1'ipotesi che i Vangeli siano più antichi di quanto ritenuto fino a pochi anni fa, sicuramente questa lettera scritta intorno al 50 d.C. costituisce il testo più antico del N.T.

Nella comunità era vivo il problema concreto di sapere quale sarebbe stata la sorte dei cristiani già morti al momento della venuta del Signore, ritenuta imminente. S.Paolo risponde agli interrogativi affermando che né i vivi né i morti avranno particolari vantaggi al momento finale, perché "prima risorgeranno i morti in Cristo: quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro..." perché Cristo è morto e Risorto. (E' bello ricordare che con il battesimo veniamo uniti alla morte e alla risurrezione di Cristo.)

Per la giovane comunità cristiana il rischio del disimpegno era forte; infatti, se il Signore verrà dopo la mia morte che senso ha impegnarsi?

Ecco che S. Paolo conclude il brano con una esortazione: "Confortatevi dunque a vicenda con queste parole..."

Nello stile apocalittico puro non troviamo esortazioni che sono tipiche dei profeti, dei saggi, della Sapienza. Allora questo brano apocalittico, che ci trasporta alla venuta del Signore. diventa consolatorio con un invito a non scoraggiarsi, a progredire. perché il bene operato sarà comunque tenuto in considerazione.

2) I Corinzi 15, 20-28

S. Paolo anche in questa lettera parla degli ultimi tempi e, soprattutto, del glorioso che sottometterà ogni realtà (tranne il Padre), compresa la morte.

Ecco il tema apocalittico: nell'ultimo giorno Cristo trionferà.

Cristo

3) II Corinzi 5,1-10. vv. I -8.

E' un altro brano interessante che viene proposto durante la celebrazione dei funerali. Cristiano è il desiderio di morire per "abitare presso il Signore"; anticristiano, invece, è

darsi la morte. Anelare alla comunione piena con Diop non è certo un peccato. S.Paolo stesso in un altro punto dirà: "Per me il vivere é Cristo, il morire un guadagno".

Il cristiano accoglie la morte con serenità perché non c'é niente nella vita che valga la pena di farci desiderare di rimanere qui, perché di là ci aspetta il Signore.

vv. 9-10.

Ecco il tema del giudizio. Questo brano é bello perché, al di là del suo contenuto apocalittico, é uno scritto di dialogo tra una cultura ellenistica che separava l'anima dal corpo e 1'ebraismo che non conosceva tale distinzione. Per 1'ebraismo c'era infatti la persona, un "unico" di anima e di corpo, il "nefes".

4) Romani 8, 18-30.

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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