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LA CHIESA DI FRONTE AI TOTALITARISMI

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2022 10:55
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22/07/2014 16:01
 
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Alcuni paragrafi importanti della Mit Brennender sorge



Ecco alcuni spunti dell'enciclica Mit brennender sorge del 1937 con cui papa Pio XI denunciava senza mezzi termini dopo aver verificato da documenti e da constatazioni inoppugnabili, gli abusi, gli errori, le violenze, l'incompatibilità del Nazionalsocialismo nazista con la fede cristiana, elencando puntualmente tutti i punti di dottrina inaccettabili, la pericolosità di quel regime che già si delineava in tutta la sua crudeltà, mettendo in guardia tutti circa le conseguenze dolorose a cui avrebbe condotto, invitando tutti, i vescovi in primo luogo a non seguirne i programmi.

Per cui una denuncia chiara ed inequivocabile da parte del papa vi è stata.
Egli ha parlato a nome di tutti i cattolici e il suo discorso, a cui è stata data debita divulgazione, e non è stato mai ritrattato.


Con viva ansia e con stupore sempre crescente veniamo osservando da lungo tempo la via dolorosa della Chiesa e il progressivo acuirsi dell'oppressione dei fedeli ad essa rimasti devoti nello spirito e nell'opera; e tutto ciò in quella terra e in mezzo a quel popolo, a cui San Bonifacio portò un giorno il luminoso e lieto messaggio di Cristo e del Regno di Dio.
Tale Nostra ansia non è stata alleviata dalle relazioni che i Reverendissimi Rappresentanti dell'Episcopato, conforme al loro dovere, Ci fecero secondo verità, visitandoCi durante la Nostra infermità. Accanto a molte notizie che Ci furono di consolazione e conforto sulla lotta sostenuta dai loro fedeli a causa della Religione, non poterono, nonostante l'amore al loro popolo e alla loro patria e la cura di esprimere un giudizio ben ponderato, passare sotto silenzio innumerevoli altri avvenimenti tristi e riprovevoli. Quando Noi udimmo le loro relazioni, con profonda gratitudine verso Dio potemmo esclamare con l'Apostolo dell'amore: "Non ho gioia più grande di quando sento: i miei Egli camminano nella verità" (III Joan. 4). Ma la franchezza che si addice alla grave responsabilità del Nostro ministero Apostolico, e la decisione di presentare davanti a voi e all'intero mondo cristiano la realtà in tutta la sua crudezza esigono anche che aggiungiamo: "Non abbiamo maggiore ansia né più crudele afflizione pastorale di quanto sentiamo: molti abbandonano il cammino della verità" (II Petr. II, 2).
I.
Quando Noi, Venerabili Fratelli, nell'estate del 1933, a richiesta del governo del Reich, accettammo di riprendere le trattative per un Concordato, in base ad un progetto elaborato già vari anni prima, e addivenimmo così ad un solenne accordo, che riuscì di soddisfazione a voi tutti, fummo mossi dalla doverosa sollecitudine di tutelare la libertà della missione salvatrice della Chiesa in Germania e di assicurare la salute delle anime ad essa affidate, e in pari tempo dal sincero desiderio di rendere un servizio d'interesse capitale al pacifico sviluppo e al benessere del popolo tedesco.
Nonostante molte e gravi preoccupazioni, pervenimmo, allora, non senza sforzo, alla determinazione di non negare il Nostro consenso. Volevamo risparmiare ai Nostri fedeli, ai Nostri figli e alle Nostre figlie della Germania, secondo le umane possibilità, le tensioni e le tribolazioni che in caso contrario si sarebbero dovute con certezza aspettare, date le condizioni dei tempi. E volevamo dimostrare col fatto a tutti che Noi, cercando solo Cristo e ciò che appartiene a Cristo, non rifiutiamo ad alcuno, se egli stesso non la respinge, la mano pacifica della Madre Chiesa.
Venerabili Fratelli…... Chiunque abbia conservato nel suo animo un residuo di amore per la verità, e nel suo cuore anche un'ombra del senso di giustizia, dovrà ammettere che negli anni difficili e gravi di vicende susseguitisi al Concordato, ciascuna delle Nostre parole e delle Nostre azioni ebbe per norma la fedeltà agli accordi sanciti. Ma dovrà anche riconoscere, con stupore e con intima ripulsa, come dall'altra parte si sia eretto a norma ordinaria lo svisare arbitrariamente i patti, l'eluderli, lo svuotarli e finalmente il violarli più o meno apertamente.
….
La moderazione da Noi finora mostrata, nonostante tutto ciò, non Ci è stata suggerita da calcoli di interessi terreni né tanto meno da debolezza, ma semplicemente dalla volontà di non strappare, insieme con la zizzania, anche qualche buona pianta; dalla decisione di non pronunziare pubblicamente un giudizio, prima che gli animi fossero maturi per riconoscerne l'ineluttabilità; dalla determinazione di non negare definitivamente la fedeltà di altri alla parola data, prima che il duro linguaggio della realtà avesse strappato i veli con i quali si è saputo e si cerca anche adesso di mascherare, secondo un piano prestabilito, l'attacco contro la Chiesa.

Seguendo le preghiere dei Reverendissimi Membri dell'Episcopato non Ci stancheremo anche nel futuro di difendere il diritto leso presso i reggitori del vostro popolo, incuranti del successo o dell'insuccesso del momento, ubbidienti solo alla Nostra coscienza e al Nostro Ministero pastorale, e non cesseremo di opporCi ad una mentalità, che cerca, con aperta o occulta violenza, di soffocare il diritto, autenticato da documenti.
….
Se la razza o il popolo, se lo Stato o una sua determinata forma, se i rappresentanti del potere statale o altri elementi fondamentali della società umana hanno nell'ordine naturale un posto essenziale e degno di rispetto; chi peraltro li distacca da questa scala di valori terreni, elevandoli a suprema norma di tutto, anche dei valori religiosi, e divinizzandoli con culto idolatrino perverte e falsifica l'ordine da Dio creato e imposto, è lontano dalla vera fede in Dio e da una concezione della vita ad essa conforme.

….
I Vescovi della Chiesa di Cristo "preposti a quelle cose che riguardano Dio" (Hebr. V, 1) devono vigilare perché non si affermino tra i fedeli tali perniciosi errori, ai quali sogliono tener dietro pratiche ancora più perniciose. Spetta al loro sacro ministero far tutto il possibile, affinché i comandamenti di Dio siano considerati e praticati quali obbligazioni inconcusse di una vita morale e ordinata, sia privata sia pubblica; i diritti della Maestà Divina, il nome e la parola di Dio non vengano profanati (Tit. II, 5);
…..

Nelle vostre contrade, Venerabili Fratelli, si elevano voci in coro sempre più forte, che incitano ad uscire dalla Chiesa, e sorgono banditori, i quali per la loro posizione ufficiale cercano di risvegliare l'impressione che tale distacco dalla Chiesa, e conseguentemente l'infedeltà verso Cristo Re, sia una testimonianza particolarmente persuasiva e meritoria della loro fedeltà al regime presente. Con pressioni occulte e palesi, con intimidazioni, con prospettive di vantaggi economici, professionali, civili o d'altra specie, l'attaccamento alla fede dei Cattolici e specialmente di alcune classi di funzionari cattolici viene sottoposto ad una violenza tanto illegale quanto inumana. Con commozione paterna Noi sentiamo e soffriamo profondamente con coloro che hanno pagato a sì caro prezzo il loro attaccamento a Cristo e alla Chiesa; ma si è ormai giunti a un tal punto, che è in giuoco il fine ultimo e più alto, la salvezza o la perdizione, e quindi unico cammino di salute per il credente resta la via di un generoso eroismo. Quando il tentatore o l'oppressore gli si accosterà con le traditrici istigazioni a uscire dalla Chiesa, allora egli non potrà che contrapporgli, anche a prezzo dei più gravi sacrifici terreni, la parola del Salvatore: "Allontanati da me, o Satana, perché sta scritto: adorerai il Signore Dio tuo e a Lui solo servirai" (Matth. IV, 10; Luc. IV, 8).
…..
Da mille bocche viene oggi ripetuto al vostro orecchio un evangelo che non è stato rivelato dal Padre Celeste, migliaia di penne scrivono a servizio di una larva di cristianesimo, che non è il Cristianesimo di Cristo. Tipografia e radio vi inondano giornalmente con produzioni di contenuto avverso alla Fede e alla Chiesa e, senza alcun riguardo e rispetto, assaltano ciò che per voi deve essere sacro e santo. Sappiamo che moltissimi tra voi, a causa dell'attaccamento alla Fede e alla Chiesa e dell'appartenenza ad associazioni religiose, tutelate dal Concordato, hanno dovuto e devono attraversare periodi tenebrosi di disconoscimento, di molteplici danni nella loro vita professionale e sociale. E ben sappiamo come molti ignoti soldati di Cristo si trovino nelle vostre file, che con cuore affranto, ma a testa alta, sopportano la loro sorte e trovano conforto solo nel pensiero che soffrono contumelie nel nome di Gesù (Act. V, 41).
….
Il primo e il più ovvio dono d'amore del sacerdote al mondo consiste nel servire la verità, tutta intera la verità, smascherare e confutare l'errore, qualunque sia la sua forma o il suo travestimento. La rinunzia a ciò sarebbe non solo un tradimento verso Dio e la vostra santa vocazione, ma un delitto nei riguardi del vero benessere del vostro popolo e della vostra patria. A tutti coloro che hanno mantenuto verso i loro Vescovi la fedeltà promessa nell'ordinazione, a coloro i quali nell'adempimento del loro ufficio pastorale hanno dovuto e devono sopportare dolori e persecuzioni — e alcuni sino ad essere incarcerati e mandati ai campi di concentramento — vada il ringraziamento e l'encomio del Padre della Cristianità.

Se alcuni hanno mancato e si sono mostrati indegni della loro vocazione, i loro falli, condannati anche dalla Chiesa, non diminuiscono i meriti della stragrande maggioranza di essi, che con disinteresse e povertà volontaria si sono sforzati di servire con piena dedizione il loro Dio e il loro popolo.

….
La Chiesa di Cristo non può cominciare a gemere e a deplorare, solo quando gli altari vengono spogliati e mani sacrileghe mandano in fiamme santuari. Quando si cerca di profanare il tabernacolo dell'anima del fanciullo, santificata dal battesimo, con un'educazione anticristiana; quando viene strappata da questo vivo tempio di Dio la fiaccola della fede e viene posta in suo luogo la falsa luce di un succedaneo della fede, che non ha più nulla in comune con la fede della Croce, allora la profanazione spirituale del tempio è vicina e ogni credente ha il dovere di scindere chiaramente la sua responsabilità da quella della parte contraria e la sua coscienza da qualsiasi peccaminosa collaborazione a tale nefasta distruzione. E quanto più i nemici si sforzano di negare od orpellare i loro tetri disegni, tanto più necessaria è una diffidenza oculata e una vigilanza diffidente, stimolata da una amara esperienza
…..

Abbiamo pesato ogni parola di questa Enciclica sulla bilancia della verità e insieme dell'amore. Non volevamo con silenzio inopportuno essere colpevoli di non aver chiarita la situazione, né con rigore eccessivo di aver indurito il cuore di coloro che, essendo sottoposti alla Nostra responsabilità pastorale, non sono meno oggetto del Nostro amore, perché ora camminano sulle vie dell'errore e si sono allontanati dalla Chiesa.
….
[Modificato da Credente 22/07/2014 16:06]
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