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LA FUNZIONE PETRINA

Ultimo Aggiornamento: 11/07/2014 15:05
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16/06/2012 22:34
 
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dal sito "cristianicattolici.it"

In Mt 16,18-20 Gesù fonda la sua Chiesa sulla "roccia", ossia sulla stabilità, sulla sicurezza, sulla indefettibilità, assicurandole che né il tempo né l’errore avrebbero avuto su di essa

il sopravvento:"le porte degli inferi non prevarranno…" .

Chi può dubitare delle divine parole di Cristo ?

Nella traduzione biblica interconfessionale le parole di Cristo sono recate così:"e su di te, come una pietra, edificherò la mia Chiesa". Dunque, Pietro è la "roccia". E quando Gesù dice "la mia Chiesa", vuol dire che essa è "una ed unica". Tutte le altre associazioni che si dicono "chiese", non sono la Chiesa fondata da Cristo, e perciò non possono garantire l’autenticità dell’interpretazione biblica.

Ricordiamo che a Pietro (suo primo incontro con Cristo) viene dato il nome Kefa = roccia (Gv 1,42; Mc 3,16).

Roccia è una metafora, un simbolo che sta a significare sicurezza. Infatti leggiamo in 2 Sam 22,2:" Jahwè è la roccia di Israele"; prima di Davide Mosè aveva detto: "Jahwè è roccia" (Dt 32,4); Isaia additava Jahwè come "unica roccia"; anche nei Salmi (144,1 e 95,1) è detto "Benedetto Jahwè mia roccia".

Nel N.T. Gesù applica a Sé il Salmo 117,2 e si qualifica come "pietra d’angolo" ossia la pietra principale nella edificazione del "Nuovo Israele", che è la Chiesa, la "Sua Chiesa", come è scritto in Mt 21,42-44: "…la pietra scartata.. è diventata testata d’angolo.. chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà. Il Signore ha fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri".

Per i Giudei che non hanno creduto alla divinità di Cristo, questa pietra è divenuta motivo d’inciampo e di rovina (Rm 9,33; 1 Pt 2,7-8; Is 8,14; 28,16). Ma per i discepoli di Cristo, Egli è la Roccia Spirituale, fonte di salvezza, prefigurata nella roccia da cui Jahwè fece scaturire acqua abbondante per dissetare l’Israele secondo la carne (1 Cor 10,3-4; Es17,5-6; Nm 20,10-11).

E’ chiaro che l’essere Roccia di Cristo non vanifica l’essere roccia di Jahwè. Solo bisogna saper conciliare le due esplicite testimonianze della S. Scrittura. Roccia è detto nella Bibbia pure Simone , figlio di Giona. Fu Gesù stesso a imporgli questo nuovo nome; pietre vive sono pure tutti i credenti.

Fondamento è prima di tutto Gesù Cristo: "Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra (successione apostolica). Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti, nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo" (Cor 3,10-11).

Assieme a Cristo Paolo chiama fondamento anche gli Apostoli e i Profeti (Ef 2,19-20) si tratta qui dei profeti del N.T. (Ef 3,5;4,11; At11,27). Costituiscono con gli Apostoli la generazione dei primi testimoni che hanno ricevuto la rivelazione del piano divino e che hanno predicato il Vangelo (Lc 11,49; Mt 23,34; Mt 10,41). Tutta la Chiesa è detta fondamento "Colonna e sostegno della Verità".

Il voler vanificare la funzione dell’uomo-roccia, posto da Cristo a fondamento visibile delle "Sua Chiesa", significa alterare pregiudizialmente e irreparabilmente tutta la realtà intorno a Cristo ed alla Sua Chiesa. Il voler dimenticare i poteri così larghi concessi da Cristo al Primo degli Apostoli (Mc 3,13-19; Mt 10,1-4; Lc 6,12-16) significa spodestare la Chiesa di Dio dalla sua naturale divina autorità conferitale dal suo Divino Fondatore. Questo delitto di mutilazione è non solo contro quanto stabilito da Cristo, ma anche contro gli stessi credenti in Lui, i quali resterebbero privi delle prerogative più necessarie alla vita della Chiesa. La Chiesa non poteva e non può essere abbandonata al caos.

Nessuno è autorizzato a servirsi della Bibbia per distruggere la Parola di Dio; e questo avviene quando dei gruppi di credenti ricorrono a interpretazioni parziali ed arbitrarie che la stessa Parola di Dio non consente.

Le metafore ricordate indicano la funzione di pietra, fondamento benché in modo analogico;

e sappiamo che l’analogia comporta una somiglianza oggettiva, non una identità, nell’essere e nell’agire di due o più soggetti.

Infatti:

  1. Jahvè è roccia in quanto costituisce il primo fondamento della Chiesa, di cui l’antico Israele era tipo e figura. In Lui, ossia sulla sua bontà e fedeltà poggiava la fede e la speranza dell’Israele secondo la carne; in Lui poggiano la fede e la speranza del "Nuovo Israele" (Rm 9,6-8; Gal 3,6-9,29; 4,21-31; 6,8).
  2. Cristo è Roccia in quanto, a livello storico e visibile, è la pietra d’angolo (=principale) e fondamento della comunità di salvezza, ossia la "Sua Chiesa".
  3. Infine la Chiesa tutta intera è detta fondamento: "Voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno (=fondamento) della verità" (1 Tm 3,14-15).

Quando Gesù ha chiamato a se i dodici Mt 10,1 diede a loro il potere di……. ,

non a tutti i discepoli, Matteo poi usa la parola "per primo" per indicare che Pietro era il primo fra gli Apostoli, è bene notare che nonostante i protestanti vogliano negare questo primato, Matteo lo sottolinea, e i fedeli protestanti farebbero bene a notare che Matteo scrive il suo Vangelo intorno all’anno 70 quindi già esistevano le prime comunità cristiane, esistevano le prime Chiese locali con i loro ordinamenti, le Chiese locali fin dal principio non sono mai vissute nel disordine, ma sono state sempre organizzate per meglio accudire ai bisogni dei fedeli di ogni singola realtà locale,

quindi Matteo aveva visto e conosceva le Chiese e chi le guidava, e quando menziona la lista dei dodici Apostoli non lo fa in modo casuale (come vogliono far credere i pastori protestanti), a Matteo non gli "è scappata la penna di mano", scrive e sa quello che scrive, i protestanti che vanno a citare Giovanni cap.1,40 dimostrano ulteriormente la loro ignoranza biblica.

Non è mai bastevole sottolineare che "ignorante" non viene detto in senso offensivo, eppure appena ci si sente etichettare così si prende sempre come parola offensiva.

Nella Bibbia quando vengono elencati i dodici Apostoli, Pietro è sempre il primo, Pietro è sempre il primo a farsi avanti.

La fede di Pietro poggia su Cristo, la pietra sulla quale Cristo edificò la Sua Chiesa poggia su Cristo stesso, senza il quale la Chiesa non potrebbe esistere, Pietro ha da Gesù un carisma unico: "…conferma i tuoi fratelli nella fede" (Lc 22,31-32).

Inoltre Gesù gli dona l’ampio potere delle "Chiavi". Pietro è l’elemento di unità della Chiesa di Cristo e non accettarlo o mettersi contro di lui significa non accettare la volontà di Dio e rompere l’unità voluta da Cristo e per la quale Egli ha più volte accoratamente pregato.

Perché Gesù cambiò il nome a Simone chiamandolo Pietro?

Forse perché Simone in ebraico significa "canna", quindi era sinonimo di instabilità di fronte al vento impetuoso delle eresie?

Allora come mai non lo cambiò pure all’altro apostolo Simone lo zelota?

Perché i fratelli non cattolici debbono per forza cercare cavilli per dare forza alle loro spiegazioni errate? Spesso non si accorgono che cadono in contraddizione, come in questo caso, motivano che il nome fu cambiato perché Simone significava "canna" e poi dimenticano che c’era anche una altro apostolo con lo stesso nome! Non è un po’ ridicolo cercare di negare l’evidenza?

Pietro fu chiamato così proprio in vista dell’affidamento del suo ministero pastorale e della sua funzione di prima Pietra, proprio a lui infatti Gesù dice di confermare i suoi fratelli nella fede.

E’ impossibile non riconoscere all’apostolo Pietro una parte di primo piano nei Vangeli.

Questa sua preminenza risulta anzitutto da alcuni lievi indizi:

Pietro non solo fa parte dei tre discepoli che accompagnano il Salvatore quando opera la risurrezione della figlia di Giairo (Mt 5,37), nella trasfigurazione (Mc 9,1) e nell’agonia degli orti degli Ulivi (Mc 14,33), ma in ognuno di questi casi è citato per primo.

Così pure, egli sta in testa a tutti i cataloghi del collegio apostolico (Mc 3,16-19); Mt 10,2-4; Lc 6,14-16), e nel Vangelo si S. Matteo è detto espressamente: "il primo, Simone, chiamato Pietro".

Nessuna meraviglia, quindi, se in parecchie circostanze, questo Apostolo occupa il primo posto.

  • Quando i discepoli si mettono alla ricerca di Gesù, Marco dice semplicemente: "Simone e i suoi compagni" (Mc 1,36)
  • Quando si tratta di rivolgere domande al Salvatore, spesso è Pietro a prendere l’iniziativa parlando a nome di tutti. Infatti leggiamo:
  1. Mc 10,28: Pietro allora disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito".
  2. Mc 11,21: Allora Pietro, ricordandosi gli disse: "Maestro, guarda il fico che hai maledetto si è seccato…"
  3. Mt 15,15…: "…Pietro allora gli disse: spiegaci questa parabola. Ed Egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna?...Dal cuore invece provengono…"
  4. Mt 16,16-22: "Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente…". Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai…"
  5. Mt 18,21…:"Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare..? Fino a sette volte?... E Gesù…: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
  6. Mt 19,27-30: "Allora Pietro prendendo la parola disse: "ecco, noi abbiamo lasciato tutto…" E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato… riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Molti dei primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi".
  7. Lc 12,41 "Allora Pietro disse: Signore questa parabola la dici per noi o anche per tutti?" (Gesù aveva detto la parabola del padrone di casa che se sapesse che viene il ladro non si lascerebbe scassinare la casa).
  8. Gv 6,68-69 "Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
  9. Gv 13,6-10: "…Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani ed il capo!". Soggiunge Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti".

Questi sono alcuni passi che dimostra come in effetti Pietro era sempre il primo a parlare il primo a farsi avanti ed il primo ad essere menzionato, e non stiamo a riferire i numerosi passi, nei quali Pietro appare come l’oggetto di una particolare attenzione da parte del Maestro:

  • Gesù gli dà un soprannome simbolico. "Cefa", che significa "pietra" (Gv 1,42);
  • A Cafarnao alloggia nella sua casa (Mc 1,29);
  • Sul lago di Tiberiade insegna dalla barca di Pietro (Lc 5,3);
  • Lo beneficia di una pesca miracolosa (Lc 5,3-10) che prefigura la pesca miracolosa che Pietro operò il giorno di Pentecoste quando si convertirono oltre tremila persone;
  • Gli permette di camminare sui flutti (Mt 14,27-36);
  • Quando gli esattori del didramma (pezzo di moneta greca d’argento, del valore di due dracme = al mezzo siclo giudaico) si volgono a Pietro come alla persona più in vista del collegio apostolico, Gesù ne fa un suo associato con un titolo eccezionale, e gli dice: "Va al mare, getta l’amo ed il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te". (MT 17,24-27).
  • Gesù manda Pietro, con Giovanni, a preparare l’ultima cena. (Lc 22,8).

Si nota che a mano a mano che procediamo, la figura di Pietro si va meglio delineando ed il suo studio sembra diventare più interessante. Continuiamo:

  • Dopo la risurrezione, l’angelo, parlando con le donne, ha un particolare ricordo per lui: "Ora, andate, dite ai discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto" (Mc 16,7).
  • Gesù lo degna di un’apparizione personale, come si rileva da Lc 24,34 e da 1 Cor 15,5: "…davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone…;" "…e che apparve a Cefa e, quindi, ai dodici".

Nella vita della Chiesa nascente, Pietro assume un’importanza sempre più spiccata di fronte agli altri Apostoli:

  • Discorso ai fratelli per l’elezione di Mattia (At 1,15-22);
  • Primo e secondo discorso di Pietro ai Giudei con la conseguente conversione di migliaia di persone (At 2,14 e ss.);
  • Pietro guarisce uno storpio (At 3,1-11);
  • Davanti al Sinedrio Pietro parla con coraggiosa franchezza nel nome di Gesù Cristo Nazareno, come nello stesso nome aveva detto allo storpio: "Alzati e cammina" (At 1,15-22);
  • Nell’episodio di Anania e Saffira è Pietro che interviene a correggerli e, per le sue parole ispirate, i due coniugi subiscono l’esemplare e terrificante punizione della morte subitanea che consente di scuotere ed aprire gli occhi a tutti i fedeli e agli stessi Apostoli presenti al fatto (At 5,1-11);
  • Ancora davanti al Sinedrio "Pietro e gli altri Apostoli risposero: bisogna obbedire piuttosto a Dio che agli uomini" (At 5,29);
  • A Simon Mago, Pietro risponde: "Va in perdizione tu ed il tuo denaro" (At 8,18-24);
  • A Pietro l’angelo invia il centurione Cornelio e, con la visione di Joppe, Dio gli "ha insegnato a non considerare come profano e immondo nessun uomo" (At 10,28);
  • Ai circoncisi di Gerusalemme Pietro dà istruzioni circa la volontà di Dio di accettare tutti gli uomini nella Chiesa fondata da Cristo. Dopo le parole di Pietro i giudei cristiani "rimasero persuasi e resero gloria a Dio" (At c. 11).
  • Nel Cap. 12,1-9 degli Atti è raccontato l’episodio della miracolosa liberazione dalla prigione e l’interesse di tutti i fedeli oranti per Pietro prigioniero;
  • Sulla questione della circoncisione sorse una grande discussione tra gli Apostoli e gli Anziani, e fu Pietro che autorevolmente risolse il caso con queste parole: "Fratelli, voi sapete che Dio già da tempo scelse me tra di voi affinché per bocca mia i gentili udissero la parola del Vangelo e credessero..." (Atti 15,1-35).

Nella soluzione dettata da Pietro sulla spinosa questione della circoncisione, viene narrata la storia del primo Concilio ecumenico della Chiesa avvenuto in Gerusalemme nell’anno 51 (At 1,1-35). Qui si nota come l’azione singolare di Pietro, al momento giusto, è integrata dal collegio apostolico. E’ quello che tutt’ora si verifica nella Chiesa Cristo. La frase sconvolgente pronunciata dall’Assemblea di Gerusalemme per la prima volta, è giunta da Concilio a Concilio fino ad oggi: "Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi!"

E’ tale il prestigio di Pietro che la S. Scrittura ci fa notare:

  • Che i fedeli ponevano all’ombra del passaggio di Pietro gli ammalati perché fossero guariti (At 5,15);
  • Che Paolo va a rapporto da Pietro. Egli dice: "dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni" (Gal 1,18).

Inoltre, Pietro ci dice che non è permessa l’interpretazione personale (soggettiva) della S. Scrittura (2 Pt 1,19-20);

  • e che ci sono persone ignoranti e poco mature che deformano il significato di alcune cose delle Lettere di Paolo, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina" (2 Pt 3,15-16).
  • Pietro è soltanto un rozzo pescatore di Galilea. Se ha un seguito, se è ritenuto un Capo, è perché sono note ai fedeli le sue prerogative conferitegli e tutte le preferenze che Gesù ha avuto per lui. In conclusione: la Chiesa è di Cristo e nessuno ha il diritto di distruggerla in base alle sue umane preferenze. Il seguire Pietro è obbedire a Cristo che gli ha conferito il potere delle Chiavi, gli ha ingiunto di confermare i fratelli nella fede e gli ha affidato il compito di "pascere il Suo gregge".

    Riguardo alla trasmissibilità del potere apostolico faccio notare (e ripeto) che se il potere degli apostoli non era trasmissibile la Chiesa sarebbe morta con loro, non ci sarebbe stato più nessuno autorizzato a guidare la Chiesa di Cristo.

    La conservazione, l’esatta interpretazione del dato rivelato implica, per il magistero pontificio, l’obbligo e, dunque, il diritto e il dovere, di controllare e all’occorrenza, definire ogni verità che pur senza essere rivelata, anche implicitamente, si deduce come una conseguenza logica delle premesse poste dalla rivelazione.

    Quando Gesù disse agli apostoli "Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" )Mt 28,16-20); "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi sempre…" (Gv 14,16-18); è troppo chiaro il pensiero espresso da Cristo: Egli e lo Spirito Santo saranno sempre con Pietro e con gli Apostoli sino alla fine del mondo. Ed è chiaro, chiarissimo che quando Gesù parlava agli Apostoli, più che alle loro persone, voleva riferirsi alla loro missione che si sarebbe perpetuata in Pietro, nei suoi successori e nei vescovi, successori degli Apostoli… se Gesù promette agli Apostoli che sarà con loro fino alla fine del mondo, voleva forse dire che gli Apostoli dovevano vivere sulla terra fino alla fine del mondo? Oppure è più logico (e giusto) pensare che Gesù con quelle parole ha promesso che sarà con la Sua Chiesa fino alla fine del mondo? E’ logico che la Sua Chiesa doveva avere una guida nella figura del successore del primo degli Apostoli, coadiuvata dai successori degli altri Apostoli oppure con la morte degli Apostoli doveva regnare il caos?

    Signore, Tu che hai dato a Pietro le chiavi del Tuo Regno per sciogliere e legare e ne hai fatto il fondamento roccioso dell’unità;

    Tu che hai pregato per lui, affinché egli confermasse i suoi fratelli;

    Tu che al suo amore per Te hai affidato i Tuoi agnelli; concedici, Ti preghiamo, di saper verificare la nostra fede di singoli e di comunità su quella di Pietro vivente in mezzo a noi, e di saper pregare, a imitazione di Te, per lui, affinché, vivendo il suo carisma di servizio e di amore, sia per tutti il segno visibile e la speranza incarnata della riconciliazione promessa.

    Tu che riunisci i dispersi e li custodisci nell’unità, guarda benigno il Tuo gregge, perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell’amore e della vera fede. Amen, Alleluja!

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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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