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LA DOTTRINA SULLA GIUSTIFICAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2013 16:05
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25/05/2012 15:45
 
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Su 4.7. Le opere buone del giustificato, nn. 38-40; cf. soprattutto Lehrverurteilungen, 71ss; Stellungnahme, 90s. 

- «Il concilio [di Trento] esclude ogni merito della grazia, quindi della giustificazione (can. 2; Denz 1552) e basa il merito della vita eterna sul dono della grazia stessa mediante l’incorporazione a Cristo (can. 32; Denz 1582): in quanto dono, le opere buone sono “meriti”. Laddove i riformatori stigmatizzano l’”empia fiducia” nelle proprie opere, il concilio esclude espressamente qualsiasi idea di pretesa e di falsa sicurezza (c. 16; Denz 1548s). E’ evidente che il concilio vuole ricollegarsi ad Agostino, il quale introduce il concetto di merito per asserire la responsabilità dell’uomo nonostante il carattere di dono delle buone opere» (Lehrverurteilungen, 73, 9-18). 

- Se si comprende in modo più personale il linguaggio della “causalità” del can. 24, come si fa nel cap. 16 del decreto sulla giustificazione, dove l’idea portante è quella della comunione con Cristo, allora è possibile descrivere la dottrina cattolica del merito nei termini adoperati nella prima frase del secondo paragrafo di 4.7: contributo ad una crescita nella grazia, preservazione della giustizia ricevuta da Dio e approfondimento della comunione con Cristo. 

- «Molte contrapposizioni potrebbero essere eliminate semplicemente considerando e analizzando il termine equivoco “merito” in relazione con il vero significato del termine biblico “ricompensa”» (Lehrverurteilungen, 74, 7-9). 

- «Gli scritti confessionali luterani sottolineano che il giustificato ha la responsabilità di non sprecare la grazia ricevuta, ma di vivere in essa (...) Così gli scritti confessionali possono parlare di preservazione della grazia e di crescita in essa (...) Se nel can. 24 la giustizia viene intesa nel senso che essa si esprime nell’uomo e per mezzo dell’uomo, allora la cosa non ci riguarda. Se invece nel can. 24 la “giustizia” è riferita all’accettazione del cristiano davanti a Dio, allora la cosa ci riguarda; infatti, questa giustizia è sempre perfetta; di fronte ad essa le opere del cristiano sono solo “frutti” e “segni”» (Stellungnahme, 94, 2-14). 

- «Riguardo al can. 26, rinviamo all’Apologia, la quale presenta la vita eterna come ricompensa: (...) “Riconosciamo che la vita eterna è una ricompensa poiché essa è cosa dovuta, non per i nostri meriti, ma a motivo della promessa”» (Stellungnahme, 94, 20-24; cf. Confessioni di fede delle Chiese cristiane, n. 270).


[1] Articoli di Smalcalda, II, 1 (n. 370 in «La foi des Églises luthériennes. Confessions et catéchismes», Paris 1991. Per la versione italiana degli Articoli, cfr. ad esempioConfessioni di fede delle Chiese cristiane, a cura di Romeo Fabbri, EDB, Bologna 1996, n. 579.

[2]«Rector et iudex super omnia genera doctrinarum» (Weimarer Ausgabe [WA], edizione tedesca completa delle Opere di Lutero, H. Bohlaus, 1883, 39, I, 205).

[3] Ricordiamo che per molte Chiese luterane i riferimenti dottrinali vincolanti sono esclusivamente costituiti dalla Confessione di Augusta e dal Piccolo catechismo di Lutero. Questi scritti confessionali non contengono alcuna condanna dottrinale nei confronti della Chiesa cattolica per quanto rigarda la dottrina della giustificazione.

[4] Commissione mista internazionale cattolica-luterana, Il Vangelo e la Chiesa(Rapporto di Malta, 1972). Rinviamo per la traduzione italiana dei rapporti citati in questa nota e nelle note 5 e 6 a Enchiridion Oecumenicum [EO] 1/1127ss.

[5] Commissione mista internazionale cattolica-luterana, Chiesa e giustificazione. La comprensione della Chiesa alla luce della dottrina della giustificazione, 1993, EO 3/1223ss.

[6] Commissione cattolica-luterana negli Stati Uniti,Giustificazione per fede, 1983, EO2/2759ss.

[7] K. Lehmann, W. Pannenberg(a cura di), Lehrverurteilungen - kirchentrennend ?, Vol. 1: Rechtfertigung, Sakramente und Amt im Zeitalter der Reformation und heute,Freiburg-Göttingen 1986.

[8] Presa di posizione comune della Conferenza di ArnoldshaindellaChiesa evangelica luterana unita di Germaniae del Comitato nazionale tedesco della Federazione luterana mondiale, Stellungnahme zum Dokument «Lehrverurteilungen - kirchentrennend ?”, inOekumenische Rundschau 44 (1995), 99-102, che pubblica anche i documenti alla base di tale decisione. Cfr. a questo riguardo Lehrverurteilungen im Gespräch. Die ersten offiziellen Stellungsnahmen aus den evangelischen Kirchen in Deutschland, Göttingen 1993.

[9] Nella presente Dichiarazione il termine «Chiesa» è adoperato nel senso secondo il quale esso è compreso da ciascuna delle due Chiese coinvolte nel dialogo, senza alcuna pretesa di risolvere le questioni ecclesiologiche che a detto termine sono collegate.

[10]   Cfr. Rapporto di Malta, nn. 26-30 e il dialogo negli Stati Uniti, Giustificazione per fede, nn. 122-147. Le testimonianze neo-testamentarie che non sono riferibili a Paolo sono state analizzate nell’ambito del dialogo negli Stati Uniti da J. Reumann,Righteousness in New Testament, con risposte di J. Fitzmeyer e J. D. Quinn, Philadelphia, New York 1982, pp. 124-180. I risultati di quello studio sono stati riassunti nei nn. 139-142 del Rapporto di dialogo Giustificazione per fede.

[11]Cfr. Tutti sotto uno stesso Cristo, n. 14.

[12]WA8, 106.

[13]Cfr. H. Denzinger, Enchiridion Symbolorum, definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, ed. bilingue a cura di P. Hünermann [Denz], EDB, Bologna 1995, n. 1528.

[14]Cfr. Denz 1530.

[15]Cfr. Apologia della Confessione di Augusta, in Confessioni di fede delle Chiese cristiane, 141.

[16]Cfr. Denz 1515.

[17]Cfr.Denz 1515.

[18]Cfr. Denz 1545.

[19]Cfr. Conc. Vaticano II, Cost. dogm. Dei verbum sulla divina rivelazione, n. 5.

[20]Cfr. ibid., n. 4.

[21]Lehrverurteilungen - kirchentrennend ?, 32.
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