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LA DOTTRINA SULLA GIUSTIFICAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2013 16:05
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25/05/2012 15:41
 
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4. Nella discussione sulla giustificazione tutti i documenti di dialogo citati e le prese di posizione ad essi relative mostrano in alto grado un orientamento comune e un giudizio comune. È giunto quindi il momento di tracciare un bilancio e di riassumere i risultati dei dialoghi sulla giustificazione per informare con la necessaria precisione e concisione le nostre Chiese e permettere loro di esprimersi in modo vincolante sull’argomento. 

5. La presente Dichiarazione congiunta ha precisamente tale scopo. Essa vuole mostrare che, sulla base di questo dialogo, le Chiese luterane e la Chiesa cattolica [9]che lo sottoscrivono sono ormai in grado di enunciare una comprensione comune della nostra giustificazione operata dalla grazia di Dio per mezzo della fede in Cristo. Questa Dichiarazione non contiene tutto ciò che si insegna in ciascuna Chiesa sulla giustificazione ; tuttavia essa esprime un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione, mostrando come elaborazioni che permangono diverse non sono più suscettibili di provocare condanne dottrinali. 

6. La nostra dichiarazione non è una presentazione nuova e autonoma che si aggiunge ai rapporti di dialogo e ai documenti precedenti, né intende sostituirsi ad essi. Come dimostra l’appendice sulle fonti, la presente Dichiarazione si riferisce ai testi che l’hanno preceduta e agli argomenti ivi presentati. 

7. Proprio come gli stessi dialoghi, anche questa Dichiarazione congiunta si basa sulla convinzione che il superamento delle condanne e delle questioni controverse non equivale a prendere alla leggera separazioni e condanne, né equivale a sconfessare il passato di ciascuna delle nostre Chiese. Essa è tuttavia convinta che affiorino nella storia delle nostre Chiese modi nuovi di valutare e si producano sviluppi, i quali non soltanto possono permettere, ma esigono che si verifichino e vengano esaminate, sotto una nuova angolatura, le questioni che dividono e le condanne.

 

1. Messaggio biblico della giustificazione

8. Il modo che ci è comune di porci all’ascolto della Parola di Dio nella Sacra Scrittura ci ha condotto a tali valutazioni nuove. Ascoltiamo insieme il Vangelo, il quale ci dice che «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Nella Sacra Scrittura questa buona novella viene rappresentata in diversi modi. Nell’Antico Testamento ascoltiamo la parola di Dio che ci parla del peccato umano (Sal 51, 1-5 ; Dn 9, 5s ; Qo 8, 9s ; Esd 9, 6s), della disobbedienza umana (Gen 3, 1-19; Ne 9, 16s. 26), della giustizia (Is 46, 13 ; 51, 5-8 ; 56, 1 ; [cfr. 53, 11] ; Ger 9, 24) e del giudizio di Dio (Qo 12, 14 ; Sal 9, 5s ; 76, 7-9). 

9. Nel Nuovo Testamento, in Matteo (5, 10 ; 6, 33 ; 21, 32), Giovanni (16, 8-11), nella Lettera agli Ebrei (5, 1-3 ; 10, 37s) e nella Lettera di Giacomo (2, 14-26) i temi della «giustizia» e della «giustificazione» non sono trattati nello stesso modo. [10] Anche nelle Lettere paoline il dono della salvezza è evocato in diversi modi : fra altro, come «liberazione in vista della libertà» (Gal 5, 1-13 ; cfr. Rm 6, 7), «riconciliazione con Dio» (2 Cor 5, 18-21 ; cfr. Rm 5, 11), «pace con Dio» (Rm 5, 1), «nuova creazione» (2 Cor5, 17), come «vita per Dio in Cristo Gesù» (Rm 6, 11.23) o «santificazione in Cristo Gesù» (cfr. 1 Cor 1, 2 ; 1, 30 ; 2 Cor 1, 1). Tra queste descrizioni ha un posto di spicco quella della «giustificazione» del peccatore nella fede per mezzo della grazia di Dio (Rm3, 23-25), che è stata più specialmente messa in evidenza all’epoca della Riforma. 

10. Paolo descrive il Vangelo come forza di Dio per la salvezza dell’uomo in preda al potere del peccato : come messaggio che proclama la «giustizia di Dio che si rivela mediante la fede e in vista della fede» (Rm 1, 17s) e dà la «giustificazione» (Rm 3, 21-31). Egli annuncia Cristo come «nostra giustizia» (cfr. 1 Cor 1, 30), applicando al Signore risorto ciò che Geremia annunciava al riguardo di Dio stesso (Ger 23, 6). Nella morte e risurrezione di Cristo si radicano tutte le dimensioni della sua opera salvifica, poiché egli è il «nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione» (Rm 4, 25). Tutti gli esseri umani hanno bisogno della giustizia di Dio, poiché «tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio» (Rm 3, 23 ; cfr. Rm 1, 18 - 3, 20 ; 11, 32 ; Gal 3, 22). Nella Lettera ai Galati (3, 6) e nella Lettera ai Romani (4, 3-9), Paolo comprende la fede di Abramo (Gen 15, 6) come fede in quel Dio che giustifica il peccatore (Rm 4, 5). Egli fa appello alla testimonianza dell’Antico Testamento per affermare con forza il suo Vangelo proclamando che la giustizia è conferita a tutti coloro che, come Abramo, confidano nella promessa di Dio. «Il giusto vivrà per la sua fede» (Ab 2, 4 ; cfr. Gal 3, 11 ; Rm 1, 17). Nelle Lettere paoline, la giustizia di Dio è anche forza di Dio per ciascun credente (Rm 1, 16s). In Cristo, egli fa sì che essa diventi nostra giustizia (2 Cor 5, 21). La giustificazione ci è conferita mediante Cristo Gesù, che «Dio ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue» (Rm 3, 25 ; cfr. 3, 21-28). «Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede ; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio ; né viene dalle opere» (Ef 2, 8s). 

11. La giustificazione è perdono dei peccati (Rm 3, 23-25 ; At 13, 39 ; Lc 18, 14), liberazione dal potere di dominio esercitato dal peccato e dalla morte (Rm 5, 12-21) e liberazione dalla maledizione della Legge (Gal 3, 10-14). Essa è già da ora accoglienza nella comunione con Dio, e lo sarà pienamente nel regno di Dio che viene (Rm 5, 1s). La giustificazione unisce a Cristo, alla sua morte e risurrezione (Rm 6, 5). Essa si realizza nel ricevere lo Spirito Santo nel battesimo il quale è incorporazione nell’unico corpo (Rm 8, 1s.9s ; 1 Cor 12, 12s). Tutto questo viene unicamente da Dio, a causa di Cristo, per opera della grazia mediante la fede nel «Vangelo del Figlio di Dio» (Rm 1, 1-3). 

12. I giustificati vivono della fede che sgorga dalla parola di Cristo (Rm 10, 17) e agisce nell’amore (Gal 5, 6), il quale è frutto dello Spirito (Gal 5, 22s). Poiché i credenti continuano tuttavia a subire le tentazioni di potenze e di concupiscenze esteriori e interiori (Rm 8, 35-39 ; Gal 5, 16-21) e cadono nel peccato (1 Gv 1, 8.10), essi debbono sempre di più porsi all’ascolto delle promesse di Dio, confessare i loro peccati (1 Gv 1, 9), partecipare al corpo e al sangue di Cristo ed essere esortati a vivere in modo conforme alla volontà di Dio e in modo giusto. Per questo motivo, l’apostolo dice ai giustificati : «Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2, 12s). Ma la buona novella permane : «Non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù» (Rm 8, 1) e nei quali Cristo vive (Gal 2, 20). Mediante l’opera di giustizia di Cristo vi sarà per tutti gli uomini «la giustificazione che dà vita» (Rm 5, 18).

 

2. La giustificazione come problema ecumenico 

13. Le interpretazioni e applicazioni contraddittorie del messaggio biblico della giustificazione sono state nel XVI secolo una causa primaria della divisione della Chiesa d’Occidente, la quale ha anche avuto effetti sulle condanne dottrinali. Una comune comprensione della giustificazione è quindi fondamentale e indispensabile per il superamento della divisione delle Chiese. Facendo sue le intuizioni dei recenti studi biblici e attingendo alle moderne ricerche della storia della teologia e della storia dei dogmi, il dialogo ecumenico, realizzato dal Concilio Vaticano II in poi, ha condotto ad una significativa convergenza a riguardo della dottrina della giustificazione. Essa permette di formulare in questa Dichiarazione congiunta un consenso su verità fondamentali della dottrina della giustificazione secondo il quale le condanne dottrinali del XVI secolo ad essa relative oggi non riguardano più la controparte. 

 

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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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