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CONFUTAZIONI ( di G.Cattafesta )

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2012 23:02
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17/05/2012 15:16
 
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LE SINGOLE PERSONE

IL PADRE

 

La Sacra Bibbia ci parla spesso di Dio come Padre. - Egli è distributore di una provvidenza generosa: "Guardate gli uccelli del cielo.... il Padre vostro celeste li nutre..... il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno" Mt. 6,26-32; -Scruta amorevolmente le nostre intenzioni più segrete di bene: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli.... e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà" Mt. 6,1-4. "..... prega il Padre tuo nel segreto e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" Mt. 6,6. - Egli esaudisce le nostre preghiere: ".... quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che glie ne domandano" Mt. 7,7-11. - Egli sa ciò di cui noi abbiamo bisogno: "Il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno" Mt. 6,32. - Perdona i nostri peccati con una misericordia infinita: Lc.15: La pecora perduta, il figliol prodigo. -Ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio diletto per salvarci: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito .... perchè il mondo si salvi per mezzo di Lui" Gv.3,16-17. -Mt.6,10-13: "Padre nostro che sei nei cieli......

- 1 Paolo ci mostra l'amore sconfinato di Dio: "se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?" Rm. 8,31. -siamo suoi figli adottivi: "predestinandoci ad essere suoi figli adottivi" Ef.1,5. -siamo partecipi della sua stessa famiglia "cosi voi dunque non siete più stranieri nè ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio" Ef.2,19.

Questa nozione della paternità di Dio non era estranea neppure al V.T.: - "Sii benedetto, Signore, Dio di Israele, nostro Padre, ora e per sempre" 1 Cr 29,10. - "come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono, Sal. 103,13. - "perchè tu sei nostro padre" Is. 63,16. - Ma, Signore, tu sei nostro padre" Is.64,8.

 

 

IL FIGLIO

 

 

Gesù è frequentemente chiamato Figlio di Dio. - Tale lo riconosce S. Pietro per diretta rivelazione del Padre: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù: beato te, Simone figlio di Giona, perchè nè la carne nè il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" Mt. 16,16-17. -Tale lo riconobbero i soldati di guardia al calvario: "davvero costui era il Figlio di Dio" Mt. 27,54. -Tale lo avevano riconosciuto persino gli indemoniati "che cosa abbiamo in comune con te, Figlio di Dio?" Mt. 9,29; "e urlando a gran voce disse: "che hai in comune con me Gesù, Figlio del Dio altissimo?" mc. 5,7. - Così si eraproclamato gesù stesso: "....voi dite: tu bestemmi, perchè ho detto: sono Figlio di Dio?" Gv. 10,36; "questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perchè per essa il Figlio di Dio venga glorificato" Gv. 11,4; - Tale l'aveva additato la voce del padre all'atto del battesimo di giovanni e nella trasfigurazione: "questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" Mt. 3,17; "Questi è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo. Mt. 17,5;

Gesù non era figlio nel senso in cui gli uomini lo sono sulla terra. Il vangelo lo dichiarava "fi- glio unigeto del Padre"; Gv. 1,18, "il Figlio unigenito che è nel seno del Padre" -Gv. 3,16-18; "Dio ha tanto amato il Mondo da dare il suo Figlio unigenito.... chi non crede è già stato condannato, perchè non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio" - 1Gv. 4,9: "Dio lo ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo".

Se Egli è "Unigenito" ciò significa che è figlio in un modo in cui non lo sono le creature: Egli è "Unigenito" ma non nel senso in cui l'intendono i Testimoni di Geova, cioè di creatura" La Sacra Bibbia ci aiuta a comprendere perchè Egli sia l'Unigenito: -Egli è nel seno del Padre: "Il Figlio unigenito che è nel seno del Padre" Gv. 1,18; -Ha ricevuto dal Padre di avere la vita in se stesso come il Padre stesso ha la vita in se stesso: "come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso" Gv. 5,26; -Egli conosce appieno il Padre, come il Padre conosce Lui: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio" Mt. 11,27; -In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" Col. 2,9; -a Lui compete la stessa nozione di immutabilità che è riferita a Dio: "Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani.... tu rimani lo stesso e gli anni tuoi non avranno fine". Eb. 1,10-12. -Egli è onorato come è onorato il Padre: "A colui che siede sul trono e all'agnello lode, onore, gloria e potenza" Ap. 5,13; "perchè tutti onorino il Figlio, come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato" Gv. 5,23. -le sue opere sono delPadre: "il Padre che è in me compie le sue opere" Gv. 14,10. -Egli risuscita chi vuole, come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole" Gv. 5,21. -Questo linguaggioha fatto concludere ai suoi uditori che Egli si faceva uguale a Dio: "Proprio per questo i Giudei cercavano di ucciderlo: perchè non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio" Gv. 5,18. -Gesù stesso aveva detto che chi vedeva Lui, vedeva il Padre: "Chi vede me, vede colui che mi ha mandato" Gv. 12,45; "chi ha visto me, ha visto il Padre" Gv. 14,9.

La giusta nozione, dunque, della filiolanza del Verbo è la unità reale col Padre e la sua divinità. Il Verbo è unigenito del Padre, perchè come il Padre e con Lui ha la vita, l'essere, la immortalità, la scienza, l'onore, le opere, la resurrezione, il potere di giudicare e la pienezza della divinità.

Il N.T. ci rivela che in Dio c'è una vita eterna che si comunica nella sua stessa intimità: il Padre si comunica nel Figlio senza impoverirsi, perchè è immutabile ed il figlio non è inferiore al Padre, perchè è la sua stessa vita eterna: "grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di gesù Signore nostro" 2 Pt. 1,2; "Poichè la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi" 1 Gv. 1,2"

 

 

 

 

 

LA DIVINITA' DI CRISTO

 

I Testimoni di Geova negano la divinità di Cristo. Ecco i loro errori:

 

PUNTO 1

 

Pur mantenendo a Gesù i nomi di Logos e "Figlio Unigenito", affermano che il Logos non era Dio, perchè ebbe un principio e perchè espressamante ricusò di essere simile a Dio.

 

 

Le stesse parole del testo Gv. 1,1-3 dimostrano altresì che il Figliuolo, ricevendo la vita, non può essere contemporaneo e coesistente dalla eternità col Padre il quale dà la vita al Figliuolo e così lo principia. Quandunque non vi è nessun principio di Dio (Elohim) o Geova, vi fu però un principio di Parola e fu Iddio che cominciò a parlare o produrre la parola. Cosicchè il titolo stesso dimostra nettamente che Geova Iddio produsse e diede principio a colui che viene chiamato "La Parola". "La tua Parola è verace sin dal Principio" oppure, secondo la lettura marginale della Bibbia: "il principio della tua parola è verace" Sal. 119,160; Iddio è l origine della Parola "e Dio (Elohim) disse" Gn. 1,3.6.9.11.14.20.24.26; La confusione è cagionata dalla inesatta traduzione di Gv. 1,1-3 dal greco, in cui il testo fu originalmente scritto e poi tradotto in molte lingue; tale traduzione fu fatta dai religionisti che cercarono di manifatturare la prova per la loro dottrina di una trinità. Questo fatto è reso chiaro in un libro intitolato the Enphatic Diaglott che mostra il testo originale delle scritture in lettere greche e sotto ogni linea del testo greco viene presentato la traduzione del greco originale parola per parola. Questa sottolineata traduzione inglese si legge così: In un principio era la Parola e la Parola era con il Dio e un Dio era la Parola. Questa era in un principio con il Iddio. Tutto per mezzo di essa fu fatto e senza di essa fu fatta neanche una cosa, che è stata fatta. Nella regolare versione inglese della colonna a mano destra, tradotta in lingua italiana, l'Emphatic diaglott intensifica la distinzione tra il creatore come il Dio e la Parola (Logos) come un dio, con lo stampare la parola "Dio" con la minuscola quando si riferisce al creatore e Dio quando si riferisce alla Parola o al "Logos". Ricordando che la parola "Dio" secondo l'ebraico, significa "potente" o "Colui che è prima (di altri), e ricordando la potenza e la posizione del Figliuolo in contrasto a tutto il resto della creazione, è facile comprendere che il Figliuolo di Dio, la Parola, era ed è "un dio" (EL) o "potente" preminente al di sopra o prima di altre creature; mentre Geova, il Produttore della Parola è il "Dio" (Elohim), senza principio e "ad aeterno in aeterno" Col riferire a Gv. 10,34-36 voi osserverete che Gesù cita della legge al Salmo 82,6 e dice: non è egli scritto nella vostra legge: io ho detto: voi siete dei? se chiama dei coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la scrittura non pùò essere annullata) come mai dite voi a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, che bestemmia, perchè ho detto: sono Figliuolo di Dio?

Se quei potenti uomini della terra, contro cui Iddio diresse la sua parola di condanna, potevano essere chiamati dei, tanto più le scritture potevano parlare ed infatti parlano del Figliolo di Dio, la Parola, come un "dio". Egli è un "potente Dio". Ma non l'onnipotente Iddio che è Geova (Is. 9,5). Certamente dunque Gv. 1,1-3; secondo il suo testo originale in greco, non è una prova che Geova Iddio ed il suo Fugliuolo sono una persona uguale in potenza ed in gloria, come dicono i catechismi religiosi senza nessuna prova scritturale. Il contrario è vero. (La verità vi farà liberi pagg. 45-47).

La parola "Dio" è scritta in questo caso (Gv. 1,1) come un nome proprio, con l'articolo il davanti ad essa, mentre nella frase seguente: "e un dio era la Parola" rimarcherete che "dio" è scritto come un nome comune. Dunque l'articolo "un" compreso nell'ultima frase prova che vi si parla di due persone come essendo l'una assieme all'altra e non di due persone come essendo l'unico e stesso Dio. In "Sia Dio riconosciuto verace pagg. 87-88" Egli (il Figliuolo di Dio) era uno spirito simile a Geova, il Padre suo, avendo il privilegio di vederlo e di essere con Lui. Essendo uno spirito e all'immagine di Dio, questo unigenito Figliuolo era in forma di Dio. Egli era perfettamente soggetto al suo Padre Creatore. Egli non meditò mai alla usurpazione de farsi uguale al Padre suo e sapeva saggiamente che tale uguaglianza era ed è una impossibilità. Egli riconobbe Geova quale Potenza ed Autorità suprema e quale suo capo. Egli non si allontanò giammai da quella regola. Perciò l'Unigenito Figliuolo come colui che "esistendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio una cosa da poter afferrare" Fil. 2,6; in "La verità vi farà liberi pag. 43".

I Testimoni di Geova formulano il loro principale argomento su due testi: Gv. 1,1-3 "In principio era il verbo, e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste". Fil. 2,6; "il quale (Gesù Cristo) pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio" Il riferimento alla Emphatic Diaglott non ha alcun valore, perchè l'accurata distinzione in lettere maiuscole e minuscole del nome di Dio (riferita al Creatore e al Logos) è frutto di una traduzione moderna, non critica. Il testo greco attribuisce l'identico nome di Dio (Theòs) tanto al Creatore che al Logos. Inoltre il sostantivo Theòs riferito al Logos è si in posizione di predicato nominale (costruzione preferita dal greco), ad esempio Gv. 4,24: "Dio è lo spirito" (greco senza articolo); 1 Gv. 1,5: "Dio è la luce" (greco senza articolo), dette frasi non possono tradursi con: "Dio è uno spirito; è una luce, è un amore. La presunzione di una diversa radice ebraica "Elhoim" riferito al Creatore ed "El" riferito al Logos è priva di fondamento, perchè S. Giovanni scrisse in greco. La posteriore traduzione ebraica del vangelo, porta in ambedue i casi il termine "Elhoim". Se gli ebrei hanno mantenuto lo stesso termine vuol dire che una fedele traduzione deve riconoscere che in ambedue i casi si tratta dell'unico e vero Dio. Nello stesso passo Gv. 10,34-36 citato dai Testimoni di Geova, che contiene il riferimento di Gesù al Sal. 82,6, è adoperato il termine "Elhoim" = "Dio". Il testo Fil. 2,6, tradotto letteralmente dal greco suona così: "il quale esistendo nella forma di Dio, non considerò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso prendendo la forma di servo, fatto simile agli uomini" Le due espressioni "forma di Dio" e "non considerò rapina l'essere uguale a Dio" sono intimamente collegate ed il senso dato all'una prepara il senso da darsi alla seconda. I Testimoni di Geova parlano della "forma di Dio" come di una certa somiglianza con Dio (aveva il privilegio di vederlo ed essere con Lui) che è ben lontana dalla uguaglianza. La traduzione poi "non considerò l'essere uguale a Dio una cosa da poter afferrare" è antiscritturale, perchè ben diverso è l'atteggiamento di Gesù, che nel Vangelo dichiara di essere uguale al Padre: - per ben due volte dichiara che il vedere Lui equivale a vedere il Padre: "chi vede me vede colui che mi ha mandato Gv. 12,45; " chi ha visto me, ha visto il Padre" Gv. 14,9;

- a Filippo che chiede di vedere il Padre, Gesù dichiara formalmente, che chi vede Lui Gv. 14,9; vede il Padre e quindi non ammette ragione di formulare questa domanda: "da tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai tu dici: mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me, ma il Padre che è in me compie le sue opere; credetemi, io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse Gv. 14,9-11; L'unione di Gesù al Padre è talmente piena e completa (essere, parlare ed operare) da non ammettere alcuna differenza tra loro. Così ha insegnato Gesù e i Giudei increduli lo perseguitarono per questo: "proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perchè non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo padre, facendosi uguale a Dio" Gv. 5,18; "gli risposero i Giudei: non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perchè tu, che sei uomo, ti fai Dio" Gv. 10,33; -Gesù dichiara di essere la verità e la vita: "Io sono la via, la verità, la vita" Gv. 14,6; "Io sono la resurrezione e la vita" Gv. 11,25; oppure la Sacra Bibbia dice che Dio solo è verace: "questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio" Gv. 17,3; che risuscita: "come il Padre risuscita i morti e da la vita" Gv. 5,21; e presso il quale c'è la parte della vita: "è in te la sorgente della vita" Sal. 36,10;.

- Quanto ha il Padre è di Cristo: "Tutto quello che il Padre possiede è mio" Gv. 16,15. Non si parla di cose esterne, quasi siano state date in eredità al Figlio, ma della verità intima a Dio. Gv. 16,13 infatti precisa che "Egli (lo Spirito) mi glorificherà, perchè prenderà del mio e ve lo annuncerà". E' Gesù che manderà lo Spirito Consolatore: "ma quando me ne sarò andato ve lo manderò" Gv. 16,7. E' giusta la la dichiarazione di Gesù: "Io e il Padre siamo una cosa sola" Gv. 10,30.

I Testimoni di Geova interpretano questa unione semplicemente come una unione morale, di accordo, come in Gv. 17,20-22: "non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me, perchè tutti siano una cosa sola. Come tu, o Padre, sei in me ed io in te, siano anche essi una cosa sola...."

In Gv. 10,30 si parla di una unità di forza e di potenza: l'affermazione di Gesù infatti è la conferma di quanto ha detto prima: le sue pecore non glie le può strappare di mano nessuno, perchè nessuno può strapparle al Padre: "Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio" Gv. 10,29.

- Filippesi 2,6 va dunque interpretato nel senso che Gesù non rinuciò all'uguaglianza con Dio quasi fosse una preda evidentemente strappata, ma si avvicinò all'uomo divenendo uno come lui.

- "FORMA di Dio" significa dunque: condizione, modo, natura, contegno. Gesù era nella condizione (o modo, o natura, o contegno) di Dio, eppure fu tanto generoso ed umile da accettare la forma (cioè la condizione o modo o natura o contegno) di uomo. Questa interpretazione spiega anche il precedente versetto 3 (Filippesi2,3): " non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso...."

- I Tesimoni di Geova affermano che il Figlio, perchè ha avuto un principio, non può essere Dio. E' vero che il Figlio di Dio, appunto perchè Figlio, ha avuto origine dal Padre: questo non esclude l'eternità e la divinità. La paternità include che si sia comunicata la la propria vita a colui che è figlio. Ora, il Padre, perchè immutabile ed eterno, comunica una vita immutabile ed eterna al Figlio, il quale perciò esiste da quando esiste il Padre, è cioè eterno.

-S. Paolo in Eb. 1,3 dice che "il Figlio è irradiazione della gloria del Padre" o "splendore della gloria di Dio". Ora lo splendore è contemporaneo alla gloria, ossia esiste insieme con la gloria; Dio è gloria fin dall'eternità (perchè immutabile), quindi lo splendore non si è acceso dopo, ma da quando esiste la sua gloria.

- Altrettanto si dica del termine "LOGOS" parola, pensiero. Il termine greco Logos significa parola espressa esternamente nel tempo (come quando parlò ai profeti), ma indica anche il pensiero di una persona. Ora Dio è immutabile, quindi ha un pensiero eterno ed immutabile. La citazione del Genesi non fa al caso perchè ivi si parla della parola con cui iniziarono le cose, ora S. Paolo assicura che in Lui (nel Figlio) furono create tutte le cose Col. 1,16; quindi le parole del Genesi si riferiscono all'origine delle cose nel Figlio e nell'origine del Figlio stesso.

- Colossesi 2,9 "E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità". Qualunque senso si dia al termine greco "somaticòs" (corporalmente o sostanzialmente) si ha che tutta la deità risiede in Cristo. Dicendo "tutta la pienezza della divinità" S. Paolo non ha escluso nulla della divinità stessa, quindi la sua immutabilità, eternità, potenza, ecc... . Ne ciò poteva avvenire successivamente, perchè Dio non sarebbe immutabile; quindi ciò avviene eternamente, da quando cioè Dio è Dio.

 

 

 

 

- PUNTO 2 -

 

 

Il Logos fu la prima creatura spirituale, superiore agli Angeli, che servì a Dio per la creazione di tutto il resto. Egli è chiamato Figlio unigenito, perchè fu creato direttamente senza il sussidio di nessun altro:

 

"(il Figlio di Dio) .... viene chiamato "l'unigenito Figlio" di Dio, poichè Iddio non ebbe nessun associato nella creazione del suo Unigenito Figlio. Fu il primo tra la creazione di Geova Iddio. Egli così parlò di se medesimo in Ap. 3,14; "queste cose dice l'Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione de i Dio". Anche in Col. 1,15 si parla di Lui, come di Colui "il quale è l'immagine dell'invisibile Iddio, il primogenito di ogni creatura" Così viene classificato tra le creature di Dio come il primo tra loro e inoltre il prediletto e il più favorito. Egli non è l'autore della creazione di Dio, ma dopo essere stato da Dio creato come il suo Figlio primogenito, Iddio lo impiegò come suo collaboratore nella creazione di tutto il rimanente dell'universo. Ciò è affermato in Col. 1,16-18 e Gv. 1,1-3" in "sia Dio riconosciuto verace" pag. 34-35.

 

- Risposta -

 

I punti errati sono due: che il Logos sia stata la prima creatura e che il nome Unigenito gli derivi dal fatto di essere stato creato senza intermediario. Non c'è passo biblico da cui poter dedurre che il nome di Figlio derivi al Logos per il fatto di essere stato creato senza intermediario. La creazione è descritta nella Bibbia come una produzione avvenuta mediante un comando di Dio: "Dalla parola del Signore furono fatti i cieli... perchè egli parla e tutto è fatto" Sal. 33,6 e 9; "Lodino tutti il nome del Signore, perchè egli disse e furono creati" Sal. 148,5. Ora il Logos è appunto questa parola creatrice di tutte le cose: "Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste" Gv. 1,3; "Poichè per mezzo di Lui sono state create tutte le cose ...... tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui" Col. 1,16-17.

-1 Giovanni dichiara che non c'è cosa fatta che non sia stata fatta senza di Lui. L'affermazione di Giovanni, espressa in forma positiva e negativa, esclude il Logos dall'elenco delle cose create. Dunque il Verbo ha avuto origine dal Padre non per creazione, ma per emanazione della sua stessa vita - (vita) immutabile (perchè Dio è immutabile): "Io sono il Signore, non cambio" (Malachia 3,6); - Eterna, perchè Dio è eterno: "Abramo piantò un tamerice in Bersabea e lì invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità" Gn. 21,33;

- santa, perchè Dio è santo: "Proclamavano l'uno all'altro: Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti" Is. 6,3; - Onnipotente, perchè Dio è onnipotente: "Io sono Dio onnipotente ....." Gn. 17,1; - Verace, perchè Dio è verace: "colui che mi ha mandato è veritiero" Gv. 8,26.

Il Logos è perciò chiamato "Figlio proprio": "egli che non ha risparmiato il proprio Figlio" Rm. 8,32; "che è nel seno del Padre,: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato" Gv. 1,18; Per questo, si può dire del Figlio che "conosce appieno il Padre": "nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare" Mt. 11,27; "è uno col Padre": "Io e il Padre siamo una cosa sola" Gv. 10,30; "è la vita": "Io sono la via, la verità e la vita" Gv. 14,6, "è la vita eterna": .....vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi" 1 Gv. 1,2; "è la verità" Gv. 14,6, "è la resurrezione" : "Io sono la resurrezione e la vita ......" Gv. 11,25;

Di qui si capisce perchè S. Paolo applica al Figlio la stessa immutabilità attribuita a Dio nel V.T.: "Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso e gli anni tuoi non avranno fine" Eb. 1,10-12 "i tuoi anni durano per ogni generazione .... la terra, i cieli sono opera delle tue mani. Essi periranno, ma tu rimani ....(Salmo 102,26-27).

E' vero che anche i redenti sono figli di Dio. C'è una differenza sostanziale tra la nostra figliolanza e quella del Logos: la nostra è adottiva e creata: "predestinandoci ad essere suoi figli adottivi" Ef. 1,5; "siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù ......" Ef. 2,10; "dovete rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera" Ef. 4,24;

La dottrina cattolica nei riguardi del Logos non viene distrutta dai due testi apposti dai Testimoni di Geova. Se S. Paolo in Col. 1,15 chiama il Figlio primogenito di ogni creatura, ciò non contraddice a quanto è stato detto, ma dipende dal fatto che il Figlio si è fatto uomo: "riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide, secondo la carne" Rm.1,3 ed è diventato nostra redenzione: "Gesù Cristo, che ha dato sè stesso in riscatto per tutti" 1 Tim. 2,6.

Per Lui abbiamo la stessa eredità: "e se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo" Rm. 8,17 e otterremo la resurrezione in conformità della sua: "il suo corpo glorioso...." Fil. 3,21; Per Lui tutte le cose liberate dalla servitù della corruzione parteciperanno della libertà dei figli di Dio: "la creazione nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" Rm. 8,21, perchè per Cristo tutto ci appartiene: "ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" 1 Cor. 3,22. Egli si è fatto nostro fratello: "Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati proseguono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: annuncerò il tuo nome ai miei fratelli ........ Egli non si prende cura degli Angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli ..... Eb. 2,11-17.

Il passo citato dell'Apocalisse 3,14 "Così parla l'Amen il testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio" è frainteso dai Testimoni di Geova. Il termine "principio" (greco "Archè") non significa "inizio" (nel senso di cominciamento), ma "iniziatore" come appare da Apocalisse 21,6: "Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine", dove lo stesso termine è attribuito a Dio.

 

 

 

 

 

- PUNTO 3 -

 

 

Il Logos ebbe l'immortalità non quando fu creato, ma in seguito: "possedeva questo primogenito Figliolo l'immortalità? ossia, di non essere soggetto a morte?

 

 

A quel tempo egli non possedeva questa qualità e non era immortale e questo è comprovato da altri fatti susseguenti che sono pure dichiarati esplicitamente nella Bibbia. La vita eterna è dipendente dalla infinita ubbidienza a Dio. Mediante la fedele e perfetta ubbidienza il Figliolo godeva la vita per virtù dell'approvazione del Padre suo e poteva vivere con Lui per sempre. Però venne il tempo in cui Geova Iddio diede al suo figliolo la magnificente opportunità di ottenere l'immortalità. Il fatto che il Padre diede a Lui tale opportunità viene confermato dalla dichiarazione del Figliolo: "perchè come il Padre ha la vita eterna in se stesso, così ha dato anche al Figliolo d'avere vita in se stesso, Gv. 5,26" "La verità vi farà liberi, pagg. 43-44".

I Testimoni di Geova applicano al Figlio proprio di Dio quello che è detto dei figli adottivi. Il passo di Gv. 5,26 non si riferisce ad un periodo successivo della vita del Logos, ma al momento quando ebbe la vita, cioè all'atto eterno della sua generazione nel seno del Padre. Gesù infatti non dice che ebbe "successivamente" l'immortalità, ma che ha avuto dal Padre la vita sussistente (= essere fonte di vita): ciò avvenne quando fu generato. Se la Bibbia non parla di questa successione di prerogative nella vita del Logos, non è lecito insinuarla.

 

 

 

- PUNTO 4 -

 

 

Gesù non era Dio, perchè era di poco inferiore agli Angeli, perchè morì e perchè come Redentore non doveva superare il primo uomo perfetto (Adamo):

 

 

Davide, parlando sotto ispirazione, descrive l'uomo come essendo stato fatto di poco inferiore agli Angeli. In Eb. 2,9 troviamo le medesime parole descriventi Gesù ben vediamo però Colui che è stato fatto di poco inferiore agli Angeli...... a motivo della morte che ha patito".

Se la dottrina della Trinità fosse vera, allora Iddio sarebbe diventato inferiore agli Angeli mentre si trovava sulla terra, il che è contrario alla sua supremazia. Tuttavia sappiamo che Gesù venne sulla terra per provvedere a un riscatto con la sua perfetta vita umana. Il riscatto deve essere, perciò, uguale alla perdita, ossia una vita perfetta come quella che Adamo aveva nell'Eden .... La giustizia di Dio non avrebbe permesso che Gesù, quale riscatto, fosse di più di un uomo perfetto; e certamente nemmeno che fosse l'Onnipotente Iddio nella carne. (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 87).

Una delle cose più misteriose è quella di sapere chi mai percorreva o dirigeva l'universo durante i tre giorni in cui Gesù fu morto e nella tomba. Quale magnifica opportunità per Satana di prendere un completo controllo. Ma il semplice fatto che non poteva fare ciò, prova che fu l'Unigenito Figliolo e Lui solo che era morto.

Le Scritture affermano che solamente Iddio possiede l'immortalità; perciò se Gesù Cristo fosse l'Iddio immortale, egli non sarebbe potuto morire. Durante la carriera terrestre di Gesù il diavolo aveva esercitato ogni sforzo per cagionare la sua morte e quando poi era finalmente riuscito, non avrebbe certamente permesso la sua resurrezione, se fosse stato l'onnipotente Iddio ad essere morto. Come è inconsistente tutto ciò che riguarda la Trinità" (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 91).

 

Dicendo che Gesù era Dio, non diciamo che il corpo di Gesù era Dio, ma che il Figlio di Dio prese un corpo che poteva morire. Chi morì non fu la divinità di Cristo, ma solo il suo corpo. La frase di S. Paolo che attribuisce a Gesù una inferiorità rispetto agli Angeli (citando il Salmo 8,5-7) si spiega nello stesso senso: è appunto l'umanità di Gesù che è di poco inferiore agli Angeli.

Che Satana si sia adoperato per non far risorgere Gesù se questi fosse stato Dio, è semplicemente banale! Mai la Bibbia dice che Gesù risorse dietro il permesso di Satana.

I Testimoni di Geova affermano che Gesù, perchè Redentore, doveva essere sullo stesso piano di Adamo: "Quale prezzo è richiesto per l'acquisto della umanità? La vita di una creatura umana perfetta. La legge di Dio esige la vita per vita (Deuteronomio 19,21). Adamo era un uomo perfetto quando peccò deliberatamente violando la legge di Dio e questa legge esigeva la pena di morte per questa perfetta vita umana (Gn. 2,17). Nulla di meno e nulla di piùdi una vita umana perfetta doveva essere richiesto per riacquistare i discendenti di Adamo. La vita di un Angelo non avrebbe dato un prezzo perfettamente equivalente perchè l'Angelo è più grande dell'uomo. (Salvezza, pag. 167). - Il prezzo del riscatto è il valore provveduto per l acquisto dell'umanità e questo prezzo corrisponde esattamente a ciò che il perfetto uomo Adamo alienò per se stesso e perdette per tutti i suoi discendenti "Salvezza, 191".

La citazione del Deuteronomio 19,21 è la famosa legge del taglione abolita da Gesù: "Avete inteso che fu detto: occhio per occhio, dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio...." Mt. 5, 38-42.

Negli Atti degli Apostoli 20,28 abbiamo una forte affermazione della divinità di Cristo, proprio come Redentore: "Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che Egli si è acquistato col suo sangue". "Egli" non può essere riferito che a Dio e quel "proprio sangue" logicamente deve essere riferito a Dio. I Testimoni di Geova traducono: "...... per pascere la Chiesa di Dio, che Egli ha acquistato mediante il sangue del suo "Proprio" e concludono: "è stato appunto per mezzo del sangue del suo proprio Figlio o l'agnello di Dio che Geova ha acquistato la sua Chiesa" (La verità vi farà liberi, pag. 250). "Proprio" è aggettivo e si riferisce a sangue.

 

 

 

 

- PUNTO 5 -

 

 

 

Gesù non era Dio, perchè Egli stesso l'ha dichiarato; disse infatti che il Padre era maggiore di Lui e che non conosceva l'ora della fine del mondo:

 

 

"nuovamente ci richiamiamo alle parole di Gesù: "il Padre è maggiore di me". Ciò significa maggiore non solo per quanto riguarda la sua funzione, ma anche la persona. (Sia Dio riconosciuto verace, pag. 91).

E' appunto Geova Iddio che ha fissato il piano e l'ora di tale ultima fine, in riguardo al quale Gesù disse: "Ma quant'è a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa neppure il Figliuolo, ma il Padre solo" Mt. 24,36; Mc. 13,32. Queste parole intanto dimostrano infallibilmente che Gesù ed il Padre non sono una stessa persona. "La verità vi farà liberi, pag. 290".

Premessa ancora una volta la distinzione tra persona e natura, esaminiamo i testi in questione, ossia Gv. 14,28 "avete udito che vi ho detto: vado e tornerò a voi; se mi amaste vi rallegrereste che io vado dal Padre, perchè il Padre è più grande di me"; Mc. 13,32 e Mt. 24,36: "state attenti, vigilate, perchè non sapete quando sarà il momento preciso" Gesù Cristo è uomo e come tale poteva ben dire di essere inferiore al Padre.

Per quanto riguarda Mc. 13,32 i cattolici interpretano questo versetto in senso metaforico, i Testimoni di Geova in senso letterale. Chi ha ragione? Se si interpreta alla lettera Mc. 13,32 si nega la divinità di Cristo e tutti i passi concernenti la divinità di Cristo indurrebbero ad adorare una creatura. Gesù ha usato una frase evasiva per dichiarare che non rivelerà tale cosa. Nel vangelo non mancano numerosi esempi di espressioni che non si possono prendere rigorosamente in senso letterale: per esempio: Mt. 7,16: "Dai loro frutti li riconoscerete: si raccoglie forse uva dalle spine o fichi dai rovi?" Mt. 5,29: "se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te....". Mc. 13,32 va armonizzato con gli altri passi che esprimono la divinità di Cristo, come, per esempio Gv. 8,26-38: ".... Colui che mi ha mandato è veritiero ed io dico al mondo le cose che ho udito di Lui. Non capirono che Egli parlava del Padre. ......non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo ..... da Dio sono uscito e vengo" Gv. 12,50 "Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me".

Fedeli alla loro negazione della divinità di Cristo, i Testimoni di Geova affermano che Gesù è stato resuscitato quale nuova creatura spirituale, esaltato, costituito giudice, re, ma negano ancora che Egli sia Dio.

 

 

 

 

 

 

- PUNTO 6 -

 

 

Gesù, per essi, è stato esaltato sopra la sua posizione preumana e ciò non avrebbe potuto avvenire se Egli fosse stato Dio;

 

 

 

"Iddio esaltò il proprio Figliuolo Gesù ad un grado superiore a quello che aveva prima di vivere e morire come volle. Se Gesù fosse stato uguale in potenza e gloria "all'Essere supremo" allora Geova Dio non avrebbe potuto innalzare il suo Figliuolo ad un grado più alto di quello che aveva nella sua condizione preumana. Ma ora Gesù è stato fatto il capo, sotto Geova, dell'organizzazione capitale di Dio, sopra l'intero universo. Dice l'Apostolo Pietro: "Mediante la resurrezione di Gesù Cristo, che, essendo andato in cielo, è alla destra di Dio dove Angeli, principati e Potenze gli sono sottoposte" 1 Pt. 3,21-22 in "Sia Dio riconosciuto verace" pag. 43.

Intanto la Bibbia dice che Gesù fu elevato alla gloria "uguale" e non "superiore" a quella che aveva prima; Gv. 17,5 "E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse". L'esaltazione poi di Gesù al di sopra di ogni nome, onde tutto a Lui si pieghi Fil. 2,9-11 "per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perchè nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre" corrisponde a Eb. 1,6; "e di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli Angeli di Dio".

Che Gesù sia stato fatto capo di tutto l'universo, non è una cosa nuova, perchè sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza: Eb. 1,3 "questo Figlio .... sostiene tutto con la potenza della sua parola"; perchè in Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili"; perchè in Lui tutte le cose sussistono: Col. 1,17: "Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui". A Gesù vengono dsati gli stessi attributi del Padre: "Così parla il Figlio di Dio.... io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini" Ap. 2,23; "Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori" Geremia 17,10. - E' chiamato il primo e l'ultimo: "Io sono l'Alfa e l'Omega" Ap. 2,8. - E' il Re dei re e Signore dei Signori: "... ma l'Agnello li vincerà, perchè è il Signore dei Signori e il Re dei re" Ap. 17,14. -"...beato e unico sovrano, il re dei re regnanti a signore dei signori" ! Tim. 6,15. - Egli è il Signore: "se dunque, io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi.... Gv. 13,14; "per noi c'è un solo Dio, il Padre ... e un solo Signore, Gesù Cristo" 1 Cor. 8,6; - Egli è il Salvatore: "Il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore" Lc. 1,47. "...grazia... è stata rivelata solo ora, con l'apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo" 2 Tim. 1,10. - A Gesù si devono gli stessi onori che si attribuiscono al Padre: "Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza ...." Ap. 4,11; "l'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione" Ap. 5,11. - Gesù è associato al Padre nella intima dimora in ogni fedele: "Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" Gv. 14,23.

 

 

LO SPIRITO SANTO

 

 

 

I Testimoni di Geova definiscono lo Spirito Santo semplicemente "forza attiva di Dio". - "Lo Spirito Santo è l'energia attiva invisibile dell’ onnipotente Dio che spinge i suoi servitori a fare la sua volontà" in "Sia Dio riconosciuto verace" pag. 89.

Riferendosi al battesimo di Cristo, essi si chiedono dove fosse lo Spirito Santo durante il tempo che Gesù fu sulla terra, fino a quando Egli venne battezzato. L'aprirsi dei cieli e l'apparire della colomba fu una visione sensibile che non nuoce alla realtà di Dio. Dio è Spirito ed appare in forma visibile. La voce era un segno sensibile. Nel N.T. abbiamo altre manifestazioni sensibili: - ad Abramo: "Quando Abramo ebbe 99 anni, il Signore gli apparve e gli disse..... Dio terminò così di parlare con lui, e salendo in alto, lasciò Abramo" Gn. 17,1.22; - A Mosè: "Dio lo chiamò dal roveto e disse ..... Mosè allora si velò il viso, perchè aveva paura di guardare verso Dio" Es. 3,4.6" - a Salomone: "la gloria del Signore riempiva il tempio" 1 Re 8,11; - ad Isaia: "Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato" Is. 6,1; -ad Ezechiele: "i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine..... fu sopra di lui (Ezechiele) la mano del Signore" Ez. 1,1.3; Nessuno penserà che Dio abbia abbandonato il cielo per apparire in un roveto o in una nube o nel complesso dei Cherubini ad Ezechiele. Se Dio è spirito, Egli può apparire in un luogo ed essere contemporaneamente in tutto l'universo. Gesù era il Figlio di Dio, ma con un corpo umano. Il suo corpo umano era sulla terra, ma la sua Entità non aveva abbandonato il cielo. Così la voce del Padre poteva risuonare alle orecchie del corpo di Cristo e degli astanti.

 

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Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una TORRE, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un NOME...Gen 11,4
 
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