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OPERE CARNALI E FRUTTI SPIRITUALI

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2012 21:41
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05/03/2012 21:40
 
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LE OPERE DELLA CARNE


Per San Paolo è indispensabile che la libertà del Cristiano non significhi fermarsi alle bassezze della natura umana, ma libertà di camminare nella vita dello Spirito. Ognuna delle parole che Paolo usa nasconde un'immagine: esaminiamole.

Fornicazione; E` stato detto, e corrisponde a verità, che la castità è una virtù introdotta nel mondo per la prima volta dal Cristianesimo. Il cristianesimo sorse in un mondo in cui l'immoralità sessuale non solo era accettata, ma spesso era considerata indispensabile per una vita ordinaria. Quando non si pone Dio come unico oggetto del nostro amore, si arriva un po' alla volta a giustificare qualsiasi altro tipo di amore.

Impurità; La parola che Paolo usa è "akatharsia", una parola molto interessante. Può essere usata per descrivere il pus di una ferita infetta, per descrivere un albero che non è mai stato potato, o materiale grezzo che non è mai stato setacciato. La sua forma positiva (l'aggettivo "Katharos" che vuol dire puro) è comunemente usato nei contratti riguardanti case, per dire che sono state lasciate pulite e in buone condizioni. Ma l'uso più interessante di questo aggettivo è per la purezza cerimoniale che permette all'uomo di avvicinarsi agli dei per pregare. Impurità, quindi, è quella cosa che rende un uomo indegno di comparire davanti a Dio, la sporcizia della vita e tutto quanto ci separa da Dio. Non solo, quindi, l'aspetto sessuale del quale si è già parlato prima, ma qualsiasi altra azione fatta con intenzione non buona.

Libertinaggio; Questa parola ("Aselgeia") è stata definita: "prontezza ad ogni piacere". L'uomo che la pratica non conosce limiti o controllo di sé. Flavio Giuseppe, usa questa parola quando parla di Gezabele mentre costruisce a Gerusalemme il tempio di Baal. L'idea è quella di un uomo che si è lasciato coinvolgere così tanto dai suoi desideri da non preoccuparsi più per quello che gli altri dicono o pensano. Il lasciarsi prendere dalle passioni è come una droga che un po' alla volta addormenta la nostra coscienza.

Idolatria; Questo significa adorare dei costruiti dalle mani degli uomini. Si ha questo peccato quando cose materiali hanno preso il posto di Dio. Quante delle nostre cose sono diventate indispensabili nella nostra vita, più importanti di Dio, e questo anche per persone col voto di povertà.

Stregoneria; Letteralmente questo significa uso di medicine. Può essere una cosa guidata bene da un dottore, ma può anche essere occasione per avvelenare una persona. Col tempo questa parola divenne sinonimo dell'uso di droghe per i riti magici, cosa di cui il mondo antico era pieno. Pensiamo all'uso di mezzi che ci aiutano a pregare. Sono cosa ottima; ma se diventiamo schiavi dei mezzi, se essi ci producono dei surrogati di preghiera, se la fanno diventare fredda e meccanica, bisogna rivederli.

Inimicizia; reca l'idea di un uomo che è sempre ostile agli altri. E' l'esatto opposto della virtù cristiana dell'amore per i fratelli e tutte le persone. Non è necessario arrivare a litigi o odio aperto. E' l'attitudine generale che deriva da una chiusura in sé e dalla paura che qualsiasi apertura verso l'altro ci danneggi.

Discordia; Originariamente questa parola riguardava le rivalità per dei premi. In quel senso può avere un valore positivo (gareggiare), ma è soprattutto usato per descrivere una rivalità che poi finisce in lite e lotta. L'oggetto in palio passa in secondo piano e l'attenzione si focalizza di più sugli sbagli degli altri.

Gelosia; deriva dalla parola Zelo che è originariamente buona. Significa emulare, il desiderio di raggiungere la nobiltà quando essa è intravista. Lungo il tempo in senso è degenerato ed è arrivato ad assumere il significato di voler ottenere quello che qualcun altro ha e che non spetta a noi avere. Essa ci fa perdere di vista la nostra vocazione e il valore dei doni che Dio ci ha dato, e ci concentriamo sui doni degli altri. E' il vecchio detto: "L'erba del vicino è sempre più verde".

Dissensi; Qui la traduzione italiana mette assieme due parole che significano letteralmente perdere il controllo di sé e ricerca del proprio interesse. La prima non è collera, è un qualche cosa che scoppia ora e poi si smorza quasi subito, uno scatto d'ira. La seconda è un cercare di raggiungere delle cariche o posizioni politiche non per il servizio che si può fare agli altri ma per quel che ci si guadagna. Quante volte permettiamo che l'arrivismo rovini il nostro rapporto con gli altri e il nostro apostolato.

Divisioni; Letteralmente questa parola significa starsene da una parte. Essa descrive una società i cui membri invece di incontrarsi e collaborare se ne vanno ognuno per conto proprio senza un minimo interesse per il bene comune. Quanto è vero anche in comunità religiose in cui non c'è dialogo!

Fazioni; Queste possono essere descritte come divisioni ormai cristallizzate. La parola greca è "hairesis", da cui deriva la nostra "eresia". Originariamente la parola "Hairesis" non era negativa, deriva dalla radice di "scegliere" ed era usata per descrivere una scuola filosofica o un gruppo di scolari che condividevano una certa teoria. Il problema è che spesso nella storia coloro che avevano punti di vista diversi, sono finiti per rifiutare non tanto l'idea dell'altro quanto la persona stessa. E' arroccarsi sulle proprie posizioni senza preoccuparsi di ascoltare e capire gli altri. Dovrebbe essere possibile aver idee diverse ma pure rimanere buoni amici.

Invidia; Questa parola ("fthonos") è molto significativa. Euripide l'ha definita "la peggiore tra le malattie degli uomini". L'essenza di questa parola è che non describe lo spirito che desidera, in modo nobile o meno, ciò che un altro ha: ma lo spirito che porta rancore semplicemente per il fatto che l'altro ha queste cose. Non vuole tanto le cose per se stesso, ma semplicemente il fatto che esse vengono tolte all'altro. Gli Stoici la definivano "il dolore per il bene di qualcun altro". San Basilio la chiama: "dolore per la fortuna del tuo vicino". E' la qualità non tanto della persona gelosa, quanto della mente esacerbata. Ogni ulteriore commento è superfluo.

Ubriachezza; Questo non era un vizio tanto comune nell'antichità. I greci bevevano più vino che latte, e persino i bambini bevevano vino, ma lo bevevano sempre mescolato ad acqua in porzioni di due a tre. I Cristiani, come d'altronde anche i Greci, condannavano l'ubriachezza come il vizio che trasforma le persone in bestie. Oggi non è solo il vino che ci ubriaca.

Orge; Questa è una parola con una storia interessante. Un orgia ("Komos") era una banda di amici che accompagnava il vincitore di una gara a festeggiare la vittoria. Essi danzavano, ridevano e ne cantavano le lodi. La parola descrive anche le bande dei devoti di Bacco, dio del vino. Ora significa una baldoria incontrollata che degenera in scostumatezza. Qui potremmo in un certo senso farci entrare il gusto di parlare "sporco" o di ridere di cose stupide, caratteristico di tanti giovani. Quanti tra i nostri giovani si lasciano trascinare dai compagni a comportamenti cattivi o pericolosi solo perché non hanno il coraggio di dire di no al gruppo o hanno paura di apparire dei deboli.

Se andiamo alla radice di tutte queste parole vediamo che la vita non è poi cambiata molto dai tempi di Paolo.


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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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