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OPERE CARNALI E FRUTTI SPIRITUALI

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2012 21:41
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05/03/2012 21:39
 
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 Il contesto di questa lettera è la disputa alzata da alcuni Ebrei divenuti Cristiani i quali vorrebbero che anche tutti i pagani che si convertono al cristianesimo, abbraccino anche tutte le norme giudaiche quali la circoncisione e le altre pratiche.

Paolo difende con tono deciso la libertà di ognuno come mezzo per un rapporto con Dio che sia basato sull'amore di lui e non su pratiche legalistiche.

La stessa tematica verrà ripresa in maniera più calma ed approfondita nella lettera ai Galati.

In questo passo si nota subito che Paolo fa la differenza tra opere, che sono della carne, e frutti, che sono dello Spirito.

In Paolo il termine opera ha sempre un valore negativo e indica lo sforzo umano di costruirsi la religione dal basso. E' un voler raggiungere Dio con il proprio sforzo per poterlo manipolare a piacere. E' la torre di Babele. Frutto, invece, è qualche cosa che esce spontaneo dall'albero.

Anche quando parla della carne Paolo è alquanto negativo. L'uomo-carne è l'uomo abbandonato alle sue sole forze, al contrario l'uomo-spirito è l'uomo interpellato da Dio e segue la fede.

Quindi quando egli fa la lista delle "opere della carne", non può essere che una lista fortemente negativa. D'altronde lui sa bene che ogni uomo è tempio dello Spirito, non esiste un uomo in cui Dio non abbia la sua influenza a meno che la persona stessa si metta in netta opposizione e rifiuto di Dio. La fonte di tutti i peccati, quindi, non sta nell'uomo ma nel suo voler fare a meno di Dio.

Naturalmente la lista non è e non vuol essere esauriente, e soprattutto più che di peccati (singoli atti), si parla di vizi (attitudini).

La morale che Paolo presenta, è invece eredità del Regno, è qualcosa che è basato sulla speranza ma che richiede un continuo sforzo personale per preparare la venuta del Messia, per vincere le tendenze della carne.

Come per i vizi, così anche per il frutto dello Spirito, non c'è una lista esauriente ed esso non si riferisce solo ai santi o a coloro che sono in Paradiso, ma è una realtà per ogni giorno e per ogni credente.

Anche qui si fa peso soprattutto sulle virtù sociali: pace, gioia, ecc.

Abbiamo detto che il frutto esce spontaneo dall'albero, ma questo non vuol dire passività. Proprio perché sono frutti specialmente sociali, esigono collaborazione umana. Per questo S. Paolo dice: "Se viviamo dello Spirito, camminiamo secondo lo Spirito".



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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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