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COMMENTO DELLA SECONDA LETTERA AI CORINTI

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2012 22:30
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31/01/2012 22:35
 
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LO SPLENDORE DEL GLORIOSO VANGELO DI CRISTO

Ministero di Luce. Cristo è la luce del mondo. Il missionario di Cristo Gesù non è stato inviato per annunziare una nuova moralità, una nuova giustizia, un nuovo modo di rapportarsi con gli uomini e con Dio. Egli è stato inviato per portare Cristo, dare Cristo, ma dare Cristo verità e grazia, dare Cristo unica Luce eterna che deve rischiarare l’esistenza di ogni uomo. Anzi ogni uomo deve divenire parte di Cristo, sua vita, se si vuole ritrovare, se vuole vivere e non continuare a morire, se vuole raggiungere la vita eterna, alla quale è chiamato in Cristo Gesù. Quello dell’apostolo è un vero ministero di luce, è il ministero di Cristo Luce, per dare al mondo Cristo Luce, ma trasformandosi lui stesso, il missionario, in luce di verità e di grazia, in luce di vita e di salvezza, anzi donando la luce di Cristo dopo averla trasformata in sua luce, in luce personale, che produce altra luce per illuminare il mondo. Il missionario del Vangelo è l’unico che non può separarsi da Cristo; è l’unico obbligato a presentarsi al mondo sempre rivestito della luce di Cristo Gesù. Se lui deve manifestare la luce di Cristo, se è stato costituito ministro di luce, sarebbe contraddittorio che il ministro di luce si presentasse al mondo rivestito di tenebra, o che pensasse fosse sufficiente dire una parola su Cristo luce, o sulla luce di Cristo, senza essere lui per primo avvolto e trasformato dalla luce del Signore. Questa non vestizione della luce di Cristo Gesù, questa separazione personale dalla luce, il suo rimanere nelle tenebre è il fallimento stesso della missione. O la missione la si svolge rivestiti noi di luce eterna, della luce che è Cristo Gesù, o essa è fallita. Nessuno crederà ad un uomo che parla di luce, mentre lui stesso è nelle tenebre. Questa verità deve essere assunta nella pastorale. La sua assenza è indice di assenza di vera pastorale, anche se si elaborano progetti e piani pluriennali, la situazione non cambia. Nulla cambia attorno a noi, se il ministro di luce si presenta dinanzi al mondo rivestito di tenebre. Questa chiarezza è necessaria possedere, su questa chiarezza dobbiamo costruire ed edificare la nostra vita, trasformandoci in uomini di luce, della luce di Cristo, della luce che è Cristo, se vogliamo essere incisivi nella storia del nostro tempo e cambiare il mondo portandolo a Cristo Gesù.
Le regole per lo svolgimento della missione. La missione che Cristo Gesù ha affidato ai suoi ministri di luce, bisogna che venga sempre svolta da uomini che trasmettono luce, perché sono luce in Cristo Gesù. Paolo dona alcune regole basilari, sulle quali ognuno deve impegnarsi, se veramente vuole divenire un buon ministro della luce di Cristo Signore. Questi principi sono: senza perdersi d’animo; rifiutare le dissimulazioni vergognose; senza comportarsi con astuzia; non falsificare la parola; annunziare apertamente la verità, davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio. Come si può constatare tutte queste regole esprimono un’unica verità. Il Vangelo è luce, bisogna che il missionario sia rivestito di luce e cioè di verità, di Parola di Dio, di fede, di certezza infallibile che l’unica via della salvezza da percorrere è Cristo, Via che conduce al Padre, Verità che ci libera dalle tenebre, Vita che ci sottrae alla morte eterna. Chi vuole portare la luce di Cristo nel mondo deve perseverare sino alla fine, allo stesso tempo deve essere fedele alla sola Parola. Se cambia parola, cambia missione. Se abbandona la Parola di Cristo, abbandona anche la missione di Cristo Gesù. Non è più un missionario, un ministro della sua luce, è invece uno che si serve di Cristo Gesù, ma non serve Cristo Gesù, non serve a Cristo Gesù, perché ha preteso separare la missione dalla sua Parola, l’unica luce di verità, di grazia e di santità, che può liberare il mondo dalle tenebre e dalla morte. Oggi c’è da lamentare proprio questa situazione. Si pretende fare teologia citando frasi umane, anziché prendere la Parola di Cristo Gesù, cercare di comprenderla alla luce superiore dello Spirito Santo, impegnarsi a viverla in tutta la sua interiore vitalità, essenzialità, verità. L’assenza della Parola è assenza di pastorale, non fallimento della pastorale. Una pastorale fallisce quando si pongono dei principi giusti e poi l’opera non sortisce alcun effetto. Quando si è senza Parola di Cristo Gesù non si può parlare più di fallimento della pastorale, ma di assenza di pastorale. Non è fallimento dell’opera, è omissione dell’opera, peccato molto più grave del suo fallimento. Su questo bisognerebbe riflettere e iniziare a comprendere che la Pastorale è il dono della Parola di Cristo Gesù ad ogni uomo, all’uomo concreto che vive qui e ora, in situazione. Quando ci si presenta a quest’uomo senza la Parola di Cristo, non c’è più pastorale. C’è incontro di pensieri umani, di idee della terra, che Gesù non fa suoi e lo Spirito del Signore non carica di conversione. D’altronde non potrebbe. Lui è lo Spirito di verità e rende feconda di vita eterna solo la Parola di Gesù. Le altre parole non le conosce come Parole di Cristo e non le feconda di verità, di santità, di giustizia, di carità.
Cristo, immagine di Dio. Il Vangelo è Cristo. È Lui il fine di ogni annunzio. È anche Lui al principio della nostra missione, perché da Lui la missione inizia, per suo comando, ed è anche Lui l’oggetto della missione: la proclamazione di Lui Verità, Vita e Via per ogni uomo che viene in questo mondo. Cristo è insieme Signore del nostro apostolato e oggetto di esso. È vero apostolato cristiano quello che predica Cristo, che conduce a Cristo, che aiuta a formare Cristo nella nostra vita. Quando l’apostolato si separa da Cristo, esso non è più apostolato. Lo si chiami come si vuole, gli si dia il nome anche il più strano ed impensato, ma non lo si può chiamare apostolato. Per predicare Cristo bisogna partire dalla sua natura. Egli è l’immagine di Dio, il suo Figlio diletto, il Verbo della vita, che per amore degli uomini si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. L’essenza di Cristo è in questo mistero di preesistenza alla sua stessa incarnazione. Prima che si facesse uomo, Lui era Dio, era presso Dio, era in Dio. Era ed è nella stessa ed unica natura divina. Chi non predica Cristo Gesù nella sua divinità, nella sua preesistenza, nel suo amore attraverso il quale si fece uomo per noi, per la nostra salvezza, costui non predica il vero Cristo. La predicazione che costui fa di Cristo è inutile, con essa non si salva il mondo, non lo si redime. Se si pensa che oggi tutta la predicazione, tutta la catechizzazione, tutta l’evangelizzazione si è ridotta a qualche norma morale da osservare, a qualche legge umana da mettere in pratica, a qualche accordo tra gli uomini da non trasgredire, si comprende molto bene che c’è totale assenza della predicazione. O si predica Cristo, la sua opera, assieme alla sua Parola, oppure non c’è predicazione. C’è una serie di pensieri umani che vengono proclamati, ma questi non danno salvezza. Se la sostituzione del Vangelo con la parola degli uomini potesse dare salvezza, non vi sarebbe nel mondo alcun bisogno di veri predicatori della Parola di Dio. Il semplice fatto che i cuori non si convertono e che gli uomini restano ostinati nei loro peccati e nella trasgressione della legge di Dio è il segno che non c’è vera, autentica predicazione; è indice che abbiamo sostituito la Parola di Gesù con la nostra, annullando, vanificando, trasformando ed eludendo il Vangelo della salvezza, l’unico nel quale è possibile incontrarsi con la verità, incontrare Cristo, farsi totalmente a sua immagine, divenendo luce e parola di vita per il mondo intero.
Tesoro di Dio in vasi di creta. Cristo è il Tesoro di Dio. La sua Parola è il Tesoro di Dio. Il Padre è il Tesoro di Cristo. Lo Spirito Santo è il Tesoro del Vangelo, di Cristo e di Dio. Questo Tesoro eterno, increato, divino; questo Tesoro Incarnato, Morto, Risorto, Asceso al cielo; questo Tesoro è tutto racchiuso nella Parola, lo Spirito Santo di Dio, è stato interamente affidato ad un uomo, all’apostolo del Signore. Nell’apostolo del Signore vengono ad incontrarsi la sublimità del cielo e la pochezza della sua umanità. Paolo definisce questa pochezza come un vaso di creta, sempre pronto per rompersi, ma tanto utile a Dio, a Cristo e allo Spirito per poter portare nel mondo lo stesso Tesoro. Il Tesoro si è consegnato tutto al vaso di creta perché sia esso a portarlo e a travasarlo nel mondo, perché chiunque crede e vuole, possa divenire parte di questo Tesoro, farsi corpo del Tesoro che è Cristo Gesù e tutto questo solo per opera dello Spirito Santo, per misericordia del Padre celeste. Il vero problema non è la fragilità della creta, la sua sempre possibile rottura. Come far sì che il vaso non si rompa, anzi si irrobustisca sempre di più fa parte della scienza teologica e precisamente della teologia morale e di quella spirituale, ascetica. Quello che invece oggi fa molto problema è la separazione che si è fatta tra il Tesoro e la creta. Per Paolo tra creta e Tesoro c’è una unità inscindibile da parte di Dio, scindibile solo dalla parte dell’uomo. Dio ha bisogno della creta per redimere il mondo, come ha avuto bisogno (si tratta di un bisogno che è insito nell’ordine della giustizia e della riparazione vicaria, non di un bisogno metafisico in Dio, poiché Dio è somma, eterna, assoluta libertà e verità. In lui non c’è obbligo, perché c’è solo purissimo amore) dell’Incarnazione per la redenzione dell’umanità. La creta è nella stessa linea dell’Incarnazione; essa continua l’Incarnazione di Cristo nel mondo e quindi il compimento della sua missione. Purtroppo molti sono i cristiani che si rifiutano di vedersi in questa inscindibile unità di creta e di Tesoro. Poiché si sono rifiutati e si rifiutano di essere creta necessaria, indispensabile a Dio per il compimento nel mondo del mistero dell’Incarnazione di Cristo Signore, dicono che Dio può operare senza la creta, anzi che proprio non ha bisogno della creta per salvare l’uomo, giustificarlo, condurlo nel suo regno. Questo è senz’altro falso evangelicamente. La salvezza è per mezzo di Cristo, con Cristo e in Cristo, è anche per mezzo del missionario. Quando ci convinceremo di questa verità, inizierà per il cristianesimo una vera era di missione, di evangelizzazione, di salvezza dell’umanità intera. Ogni cristiano saprà quel giorno che senza la creta non c’è Tesoro e senza Tesoro non c’è salvezza. Non c’è conversione, non c’è redenzione evangelica quando la creta sottrae la sua opera a Dio; quando gli toglie la strumentalità, la ministerialità. Oggi purtroppo c’è da lamentare questa separazione che sembra incolmabile. La creta cammina per se stessa senza Dio e Dio non può camminare perché gli manca la creta che deve portarlo nel mondo, gli manca la creta che deve offrire la propria vita, come ha fatto Cristo Gesù, perché il mondo si salvi ed entri nella comunione trinitaria per opera dello Spirito Santo.
La vita dell’apostolo, della creta. La creta è necessaria a Dio – si tratta di una necessità di rivelazione non assoluta in Dio, il quale essendo purissima libertà, non può aver nessun condizionamento esterno -. Su questo penso che nessuno dovrebbe dubitare in cuor suo. Su questa verità deve regnare la certezza più nitida, più sicura, più grande. Purtroppo oggi non è così, forse non lo è mai stato. Ma i nostri tempi stanno iniziando a relativizzare tutto. Si relativizza Cristo, la sua Parola, i suoi Sacramenti. Si relativizza ogni altra verità della nostra fede. Questa creta che è così necessaria per la salvezza del mondo, perché è in essa che è nascosto Cristo Gesù, Tesoro di grazia e di verità per il mondo intero, che nessuno potrà metterla in dubbio, senza rischiare l’assenza di ogni pastorale in seno alla comunità di credenti e al mondo intero. Se il missionario cammina, Cristo cammina; se il missionario si ferma, Cristo si ferma, arresta la sua opera di salvezza e di redenzione per il mondo intero. San Paolo però ci avverte che la creta non ha vita facile. Tutti vorrebbero stritolarla, distruggerla negarla, trasformarla, cambiarla, modificarla, alterarla nella sua costituzione di Spirito Santo. Ebbene, quanto Paolo ci dice della fragilità della creta e della sua fortezza per opera dello Spirito Santo - Tribolati, ma non schiacciati. Sconvolti ma non disperati. Perseguitati ma non abbandonati. Colpiti ma non uccisi. Portando la morte di Gesù nel corpo, perché si manifesti la vita – ha un solo significato. Il Tesoro nascosto che è Cristo Gesù viene immesso interamente nella creta ed agisce per mezzo di essa. La creta si nasconde interamente nel Tesoro Nascosto, in Cristo Gesù e per questa ragione diviene invincibile, indistruttibile, immortale. Questa è la ragione per cui se non viene la sua ora, se il Signore non ha deciso di portarlo con sé e quindi lascia che il mondo abbia il sopravvento sull’apostolo del Signore, questi mai soccomberà nelle mani degli uomini, sempre trionferà su di essi, perché il Signore stende sopra di lui la sua tenda di luce e diviene inafferrabile dagli uomini. Questi possono pure tentarlo, percuoterlo, disturbarlo, condannarlo a morte, ma non riusciranno a sconfiggerlo, perché questa creta è tutta nascosta in Cristo Gesù, allo stesso modo che il Tesoro nascosto è occultato nella creta. La creta si occulta nel Tesoro nascosto, il Tesoro nascosto nella croce. Cristo viene donato dalla creta; la creta è protetta da Cristo perché sia sempre strumento idoneo, utile per donare ancora e ancora Cristo Gesù.
Formazione, insegnamento, predicazione. Il ministro del Vangelo, l’apostolo di Gesù Signore deve formare, insegnare, predicare. La predicazione è la prima via per portare la Parola di Gesù nei cuori. Il Vangelo viene annunziato, lo Spirito Santo dona l’intimo convincimento della verità, la mente si apre al vero, il cuore l’accoglie, la volontà si decide per un puro movimento di conversione, che è liberazione dalle falsità del mondo, accoglienza della misericordia del Padre che invita ogni uomo a ritornare nella sua casa. La predicazione è forma universale di annuncio; essa è per tutti, indistintamente. La predicazione è valida se raggiunge tutti, se conduce i cuori all’obbedienza a Cristo Gesù, se chiama a conversione e a salvezza ogni uomo. La predicazione deve essere l’annunzio di tutto il Vangelo, di ogni sua verità, nessuna esclusa. Escludere una sola verità dalla predicazione, o una sola pericope del Vangelo equivale a fare una predicazione falsata, una predicazione che non sortisce alcun effetto, poiché è in qualche modo adattamento e accomodamento del Vangelo alla mentalità del mondo e alle filosofie del momento. La forza della Chiesa, prima che in ogni altra forma di annunzio, sta proprio nella sua predicazione. Una predicazione santa, universale, fondata sulla globalità del Vangelo, che raggiunge tutti gli uomini è via infallibile di salvezza e di redenzione. Assieme alla predicazione c’è poi l’insegnamento. La mente penetra con più profondità nelle verità della fede, le armonizza, le sviluppa, le compendia, le allarga attraverso la razionalità, che è sapienza e saggezza dello Spirito Santo, perché tutta la realtà possa essere compresa dalla verità del Vangelo della salvezza e in essa condotta. L’insegnamento ha una grande funzione in seno alla comunità cristiana. L’uomo non solo ascolta, non solo accoglie, ma anche vi riflette, vi ragiona, deduce, dialoga con la Parola, la armonizza, la sintetizza anche, la espone attraverso un sistema di verità che vanno dalle verità più semplici a quelle più complesse, ma tutte necessarie per penetrare nel mistero di Dio e amarlo con tutta la mente, secondo le esigenze che lo stesso comandamento richiede. L’insegnamento si perfeziona con la formazione nella verità. La formazione diviene studio, analisi, comparazione, esame della realtà storica, ricerca dei principi che sono nell’uomo, nel creato, in Dio e che fanno sì che tutto divenga armonia nella verità, pur complessa e talvolta dalla difficile comprensione. La formazione è necessaria per tutti coloro che in qualche modo sono chiamati alla predicazione e all’insegnamento della Parola di Gesù. La formazione richiede anni di preparazione, esige che le diverse parti della verità vengano prima studiate singolarmente e poi osservate, analizzate nel loro insieme, in modo che dal di dentro, dal suo nucleo si osservi il mistero di Dio, dell’uomo, di Cristo e della redenzione, della Chiesa e dei suoi strumenti di salvezza, del mezzi di grazia e ogni altro aiuto offertoci dal Signore perché noi raggiungiamo la santità, che è la perfezione della Parola che dimora in noi e di Dio che viene in noi attraverso la Parola. Il lavoro è lungo, faticoso, ma dona i suoi frutti abbondanti con i quali possiamo soddisfare la fame di verità di ogni uomo. Chi si forma si trasforma in strumento di Dio per l’annunzio del Vangelo.
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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