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COMMENTO DELLA LETTERA AGLI EBREI

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2019 14:01
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13/01/2012 23:10
 
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Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto, ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta: ne mangeranno gli indigenti del tuo popolo e ciò che lasceranno sarà divorato dalle bestie della campagna. Così farai per la tua vigna e per il tuo oliveto.
Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero.
Farete attenzione a quanto vi ho detto: non pronunciate il nome di altri dei; non si senta sulla tua bocca!
Tre volte all'anno farai festa in mio onore: Osserverai la festa degli azzimi: mangerai azzimi durante sette giorni, come ti ho ordinato, nella ricorrenza del mese di Abib, perché in esso sei uscito dall'Egitto. Non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote. Osserverai la festa della mietitura, delle primizie dei tuoi lavori, di ciò che semini nel campo; la festa del raccolto, al termine dell'anno, quando raccoglierai il frutto dei tuoi lavori nei campi.
Tre volte all'anno ogni tuo maschio comparirà alla presenza del Signore Dio.
Non offrirai con pane lievitato il sangue del sacrificio in mio onore e il grasso della vittima per la mia festa non starà fino al mattino. Il meglio delle primizie del tuo suolo lo porterai alla casa del Signore, tuo Dio. Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.
Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui.
Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari. Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l'Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò, tu non ti prostrerai davanti ai loro dei e non li servirai; tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e dovrai frantumare le loro stele.
Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia. Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile. Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni. Manderò il mio terrore davanti a te e metterò in rotta ogni popolo in mezzo al quale entrerai; farò voltar le spalle a tutti i tuoi nemici davanti a te. Manderò i calabroni davanti a te ed essi scacceranno dalla tua presenza l'Eveo, il Cananeo e l'Hittita. Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno, perché il paese non resti deserto e le bestie selvatiche si moltiplichino contro di te. A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza, finché avrai tanti figli da occupare il paese.
Stabilirò il tuo confine dal Mare Rosso fino al mare dei Filistei e dal deserto fino al fiume, perché ti consegnerò in mano gli abitanti del paese e li scaccerò dalla tua presenza.
Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dei; essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero peccare contro di me, perché tu serviresti i loro dei e ciò diventerebbe una trappola per te”.
Es. 24: “Aveva detto a Mosè: Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e insieme settanta anziani d'Israele; voi vi prostrerete da lontano, poi Mosè avanzerà solo verso il Signore, ma gli altri non si avvicineranno e il popolo non salirà con lui.
Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!
Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele.
Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!
Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!.
Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
Il Signore disse a Mosè: Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli.
Mosè si alzò con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio.
Agli anziani aveva detto: Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro. Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte.
La Gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La Gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna.
Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti”.
L’alleanza consta di quattro elementi, tutti costitutivi di essa, fondamentali, essenziali.
La Promessa di Dio: Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari. Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l'Amorreo, l'Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l'Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò, tu non ti prostrerai davanti ai loro dei e non li servirai; tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e dovrai frantumare le loro stele. Voi servirete al Signore, vostro Dio. Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua. Terrò lontana da te la malattia. Non vi sarà nel tuo paese donna che abortisca o che sia sterile. Ti farò giungere al numero completo dei tuoi giorni. Manderò il mio terrore davanti a te e metterò in rotta ogni popolo in mezzo al quale entrerai; farò voltar le spalle a tutti i tuoi nemici davanti a te. Manderò i calabroni davanti a te ed essi scacceranno dalla tua presenza l'Eveo, il Cananeo e l'Hittita. Non li scaccerò dalla tua presenza in un solo anno, perché il paese non resti deserto e le bestie selvatiche si moltiplichino contro di te. A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza, finché avrai tanti figli da occupare il paese. Stabilirò il tuo confine dal Mare Rosso fino al mare dei Filistei e dal deserto fino al fiume, perché ti consegnerò in mano gli abitanti del paese e li scaccerò dalla tua presenza. Ma tu non farai alleanza con loro e con i loro dei; essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero peccare contro di me, perché tu serviresti i loro dei e ciò diventerebbe una trappola per te”.
Il Dono della Legge: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me”. La Legge consta dei dieci comandamenti, ai quali vengono ad aggiungersi tutte le altre parole contenute nei cc. 20.21.22.23.
L’impegno del popolo: “Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!”.
L’atto di stipula: “Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare… Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!”.
Come si può constatare l’Alleanza è un patto, che si fonda su una promessa e su un impegno. La promessa è subordinata all’impegno. Se viene meno l’impegno, anche la promessa di certo verrà meno, perché non vi è più obbligo di osservare l’alleanza stipulata.
L’alleanza è nel segno del sangue. Sappiamo che il sangue è la vita. Una sola vita ormai dovrà esserci: quella di Dio, manifestata nella sua volontà, concretizzata nella Legge.
Se il popolo mantiene fede alla legge della vita, esso sarà sempre nella vita che Dio preparerà per lui. Se invece viene meno alla legge, esso ritornerà nella morte, perché senza osservanza della legge non c’è alleanza e quindi non c’è vita. La fedeltà alla legge manterrà sempre valida l’alleanza e quindi la promessa del Signore in favore del suo popolo.
La promessa, o la vita promessa, è quella contenuta nell’atto di fondazione, o di stipula dell’alleanza.
Come si può constatare tutto è fuori dell’uomo. Ancora Dio non ha posto mano al suo rinnovamento interiore. Per questo occorre una nuova alleanza. Sarà con questa che tutto avverrà nel cuore dell’uomo e niente più fuori di esso.
Il versetto 9 dal quale siamo partiti per cogliere la verità e la consistenza dell’Antica Alleanza ci dice che questa alleanza fu quasi sempre violata, calpestata. Poiché essa è bilaterale, il Signore non poteva mantenere fede alla sua promessa, che era condizionata, subordinata all’osservanza dei comandamenti, o semplicemente di tutta la Legge del Sinai.
L’Autore dice tutto questo con l’espressione: poiché essi non sono rimasti fedeli alla mia alleanza, anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore.
Come si può constatare tutta l’Alleanza regge sulla Legge, è ai fini della Legge. La Legge è la volontà di Dio.
Israele si impegna a rimanere nella volontà di Dio. Questa è la vera essenza dell’Alleanza.
Tutto però è fuori dell’uomo e l’uomo stesso è lasciato nella sua vecchia natura, in quella che si è fatta dopo il peccato, natura divisa, impossibile da governare, difficile da aggiogare alla Legge di Dio.
Tuttavia lo abbiamo già detto: Dio lavora sempre con un uomo storico e l’uomo storico è quello che non solo è stato concepito nel peccato, ma anche quello che è stato deformato dalla sua cultura, cultura del tempo e dello spazio.
Quest’uomo il Signore prende, quest’uomo educa, quest’uomo forma, con quest’uomo stringe un’alleanza, con quest’uomo cammina. Lavorando e “faticando” con lui giorno e notte di sicuro riuscirà a condurlo dove è suo desiderio che venga condotto.
Con la promessa della Nuova Alleanza ciò che prima era fuori dell’uomo, ora si fa, diviene interiore all’uomo. Prima Dio ha cercato di entrare nel cuore dell’uomo attraverso la Legge, espressione della sua volontà. Ora è Lui stesso che vi entra. Sarà questa “entrata” che rinnoverà l’uomo.
Dio “entra” nell’uomo, perché l’uomo “entri” in Dio. La partecipazione della divina natura è il dono per eccellenza della Nuova Alleanza. Senza nulla anticipare di ciò che Dio ancora non dice espressamente, seguiamo l’Autore nei suoi ragionamenti, deduzioni e conclusioni.
[10]E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
Prima la Legge è stata scritta su tavole di Pietra, subito rotte da Mosè a causa dell’infedeltà del popolo, a motivo della immediata violazione dell’Alleanza stipulata qualche giorno prima. È stato sufficiente che Mosè salisse sul Monte di Dio e vi restasse qualche giorno perché il popolo subito si corrompesse e si abbandonasse all’idolatria.
Ecco come sono andati i fatti, in quella prima trasgressione dell’Alleanza, con la conseguenza immediata della rottura delle Tavole della Legge appena consegnate a Mosè.
Es. 32 : Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto. Aronne rispose loro: Togliete i pendenti d'oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me. Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!
Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: Domani sarà festa in onore del Signore. Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
Allora il Signore disse a Mosè: Va’, scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto.
Il Signore disse inoltre a Mosè: Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione.
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre. Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.
Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall'altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole. Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: C'è rumore di battaglia nell'accampamento.
Ma rispose Mosè: Non è il grido di chi canta: Vittoria! Non è il grido di chi canta: Disfatta! Il grido di chi canta a due cori io sento. Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le danze. Allora si accese l'ira di Mosè: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna.
Poi afferrò il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell'acqua e la fece trangugiare agli Israeliti. Mosè disse ad Aronne: Che ti ha fatto questo popolo, perché tu l'abbia gravato di un peccato così grande?
Aronne rispose: Non si accenda l'ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è inclinato al male. Mi dissero: Facci un dio, che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia capitato.
Allora io dissi: Chi ha dell'oro? Essi se lo sono tolto, me lo hanno dato; io l'ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello. Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli aveva tolto ogni freno, così da farne il ludibrio dei loro avversari.
Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: Chi sta con il Signore, venga da me! Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi. Gridò loro: Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente. I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo. Allora Mosè disse: Ricevete oggi l'investitura dal Signore; ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché oggi Egli vi accordasse una benedizione.
Il giorno dopo Mosè disse al popolo: Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa. Mosè ritornò dal Signore e disse: Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!
Il Signore disse a Mosè: Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora va’, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato. Il Signore percosse il popolo, perché aveva fatto il vitello fabbricato da Aronne”.
Ora il Signore promette una cosa inaudita. Egli non scriverà più la Legge su delle tavole di pietra, la scriverà sulla tavola del loro cuore, che non sarà più di pietra, ma di carne.
Nella carne dell’uomo scriverà la legge. La scriverà nella mente, la scriverà nel cuore. La porrà e la imprimerà nell’essenza stessa dell’uomo.
Farà la mente di verità, il cuore di volontà di Dio. Questo può avvenire solo per una sostanziale, essenziale modifica dell’essere stesso dell’uomo.
Darà il Signore una nuova conformazione alla natura dell’uomo. Come ora essa è conformata al peccato e nel peccato, così quando il Signore stipulerà questa nuova alleanza, la mente e il cuore saranno conformati alla verità, alla volontà di Dio, alla Legge. Non si tratta quindi di un cambiamento di “materia” per scrivere la Legge: prima la pietra, ora il cuore e la mente; bensì del cambiamento “nella materia”.
La “materia” questa volta sarà il cuore e la mente dell’uomo, ma sarà la stessa materia ad essere trasformata, mutata, cambiata, fatta nuova.
La novità è questa: essa sarà fatta di volontà del Signore. La sua nuova “carne”, la carne della mente e del cuore sarà una carne intessuta, formata, scritta di volontà di Dio.
Come ora “naturalmente” l’uomo è formato di peccato, di peccato intessuto e quindi la sua natura è attratta dal peccato, perché il peccato chiama il peccato, così con la Nuova Alleanza, la natura dell’uomo formata di verità, di volontà di Dio, di Legge santa, verso la verità è attratta e dalla Legge è conquistata.
Essa vivrà per fare la volontà di Dio allo stesso modo che ora vive per stare lontano dalla volontà di Dio.
Lo si è potuto constatare con il “caso del vitello d’oro”. Mosè sale sul Monte di Dio e il popolo si lascia attrarre dall’idolatria. Lui è nell’intimo senza Dio e da chi non è Dio si lascia attrarre e conquistare.
Neanche Aronne ha potuto fare qualcosa. Non ha potuto fare, perché anche lui impastato di peccato e anche lui tendente per natura all’idolatria.
Il primo frutto di questa Nuova Alleanza è questo: Dio sarà il Signore del popolo, il popolo sceglierà Dio come suo Signore.
Dio sarà del popolo, il popolo sarà di Dio. Saranno l’Uno per l’altro nella verità, nella giustizia, nella Legge, nella vera santità.
Ci sarà un’attrazione reciproca, un dono reciproco. Questo dono e questa attrazione si chiama amore sponsale.
La Nuova Alleanza sarà nel segno dello sposalizio tra Dio e l’umanità, tra Dio e l’uomo, tra Dio è il popolo.
Questo sposalizio non potrà reggersi se non nella legge dell’amore e l’amore è il dono di Dio all’uomo e dell’uomo a Dio. Dono totale, completo, perfetto, eterno.
Dio scrive se stesso nel cuore dell’uomo, si imprime in esso, e l’uomo lo ama di un amore totalizzante il suo essere. Questa è la Nuova Alleanza che Dio promette di stipulare con la casa di Israele e con la casa di Giuda e per mezzo di esse, con tutta l’umanità.
[11]Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino, né alcuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Tutti infatti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro.
Ciò che il Signore promette nella Nuova Alleanza è qualcosa di veramente inaudito.
Il Signore non è più conosciuto per istruzione, per formazione, per ammaestramento, o anche indottrinamento nel senso più buono del termine. Il Signore sarà conosciuto “naturalmente”. È come se la stessa natura dell’uomo fosse impregnata di vera, autentica conoscenza di Dio.
Qui bisogna operare una piccola distinzione: questa conoscenza di Dio, vera, autentica si differenzia dall’altra, quella dottrinale, che è conoscenza del mistero di Dio attraverso ciò che Dio ha rivelato e detto nel corso dei secoli.
Questa seconda conoscenza è una conoscenza storica, di ciò che è avvenuto, di ciò che è stato detto, di ciò che si è compreso di Dio e di come lo si è compreso. È una conoscenza che noi oggi diremmo teologica.
Altra invece è la conoscenza di cui parla il Signore nella promessa della Nuova Alleanza. Questa conoscenza è sapienziale, è il sentire secondo Dio, l’amare secondo Dio, il volere secondo Dio, il vedere ogni cosa secondo Dio, è relazionarsi con il mondo e con gli uomini secondo la verità di Dio, in ogni tempo, in ogni momento, in ogni relazione, in ogni evento della vita.
Questa conoscenza è sapienziale perché l’uomo gusta Dio in sé, sente il “sapore di Lui” e secondo questo sapore egli agisce.
Si tratta di una conoscenza “non razionalizzabile”, si ha nel cuore, nello spirito, nei sentimenti, nell’anima. Poiché la si ha, secondo essa anche si vive e si agisce sempre e in ogni modo.
Questa conoscenza è dono di Dio, ma perché lo si possa conservare nel cuore e poi vivere sempre e comunque secondo la sua forza di verità, occorre che il cuore dell’uomo sia nella santità, sia cioè sempre nel perfetto amore del suo Dio e per questo occorre che Lui metta ogni impegno a vincere la tentazione, a stare lontano dal peccato, a vivere crescendo ogni giorno di più in grazia, per crescere in sapienza.
È questa conoscenza sapienziale, “naturale”, perché dono di Dio alla nostra natura redenta e santificata in Cristo, la forza del cristianesimo.
Nel cristianesimo non sono le alte scuole di dottrina la sua forza, sono invece i suoi figli che hanno scelto di amare Dio e in questo amore trasmettono tutta la sapienza che è in loro.
Questo ci fa dire che le anime più semplici, quelle che non sanno neanche cosa sia il Vangelo perché mai lo hanno letto, quelle che mai hanno frequentato un corso di catechismo, sono proprio queste che possiedono una coscienza così delicata, così formata, così attenta fino a rasentare lo scrupolo, capace di discernere il bene dal male, il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto in una precisione divina.
Dinanzi a queste coscienze bisogna solamene inchinarsi, lodare il Signore, benedirlo e ringraziarlo perché mai abbandona i suoi figli e con vie che solo lui conosce le forma alla scuola della sua sapienza e dona loro il gusto di Sé, della sua verità, del suo mistero, della sua santità, della sua volontà. Dona anche la forza per compiere ciò che di Dio si gusta di giorno in giorno, in un cammino di una sempre più grande santità.
Nessuno dovrà istruire l’altro, perché chi istruisce i cuori è il Signore. Nessuno dovrà formare l’altro, perché chi forma è Dio. Tutti conosceranno il Signore, dal più piccolo al più grande, perché il dono di Dio è veramente per tutti, nessuno escluso, dal momento che la salvezza è per tutti e che Dio non fa preferenze di persone. L’amore è verso tutti, è universale, senza alcuna distinzione né di età, né di cultura, né di luogo, né di alcuna altra motivazione della nostra terra.
Questo significa forse che non ci sia bisogno dell’altra formazione, quella teologica, che è conoscenza esterna, per apprendimento.
Dell’altra abbiamo bisogno, ma solo se questa conoscenza sapienziale è in noi. Se questa manca, l’altra non ci sarà di alcuno aiuto. Sarà una cosa esteriore a noi, come ogni altra conoscenza acquisita, ma in nessun caso toccherà la nostra anima, il nostro cuore, i nostri sentimenti.
Altra verità è questa: ognuno di noi deve chiedere a Dio per sé e per gli altri questo dono, il dono di questa sapienza. Deve chiederlo con preghiera incessante, perché sarà su questa sapienza che si costruirà la propria santificazione.
È infatti questa sapienza che ci dona il vero gusto di Dio; l’altra al massimo potrà servire come punto di confronto, di verifica. In nessun caso l’altra potrà sostituire questa.
Questa conoscenza sapienziale è a fondamento di ogni altra conoscenza e chi non possiede questa, anche se possiede le altre – e sarà veramente difficile che le possa possedere – quelle non lo aiutano in nessun caso nel cammino della sua salvezza, perché non lo portano alla vera santificazione del suo corpo e della sua anima.
Questa conoscenza è dono attuale di Dio. Il Signore lo versa nei nostri cuori, versando quotidianamente il suo Spirito di sapienza, di conoscenza, di scienza, di pietà, di fortezza, di amore, di timore, di santità, di verità, di scienza e di dottrina.
È lo Spirito il creatore nei cuori di questa vera sapienza e conoscenza per trasformazione della nostra natura, secondo quanto detto quando si è parlato del significato della scrittura della legge nel nostro cuore e nella nostra mente.
[12]Perché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati.
Ciò che il Signore promette ora è qualcosa di veramente inaudito, nuovo, nuovissimo.
Il Signore promette di perdonare le iniquità del suo popolo, di non ricordarsi più dei suoi peccati.
Il perdono di Dio non avviene solo per la cancellazione del debito, per un atto giuridico. Lui cancella il debito e il peccato non c’è più, la colpa è stata rimessa.
Dio non perdona cancellando solo il peccato. Dio perdona rinnovando l’uomo, trasformandolo, togliendo ed eliminando anche le conseguenze del peccato, di ogni peccato.
A volte le conseguenze fisiche non si possono eliminare, quelle spirituali sì che si possono eliminare. Queste conseguenze il Signore le elimina tutte, perché il suo concetto di perdono è di nuova creazione, di una “fattura” nuova del cuore e della mente dell’uomo.
Se colleghiamo il perdono delle iniquità con la scrittura nel cuore della legge, comprendiamo perfettamente tutti i benefici della Nuova Alleanza promessa al suo popolo per bocca del profeta Geremia.
Questa Nuova Alleanza può essere compresa secondo verità solo se si fa riferimento alla nuova creazione dell’uomo, alla formazione in noi di una vera nuova natura, nuova nascita, nuova vita, nuova essenza, nuova storia, nuova relazione, nuova esistenza dell’uomo.
Tutto questo ci è concesso attraverso una generazione nuova. Questa generazione è vera morte al peccato, vera risurrezione in novità di vita. Questa novità di vita è per nuova nascita: nascita da acqua e da Spirito Santo.
Nel perdono il Signore non ricorda le colpe cancellate. Non le ricorda perché con la rigenerazione è come se il soggetto che ha peccato non esistesse più. C’è, ma è come se non esiste. Non esiste perché è morto al peccato e chi muore, muore con tutta la sua natura e la trasporta nel sepolcro.
Colui che è morto è rinato però a nuova vita. Ora è proprio questa nuova rinascita che fa sì che il peccato non venga più ricordato. Non può più essere ricordato, perché il soggetto che ha peccato è morto, senza però rimanere nella morte: è morto, ma è ritornato in vita.
Questo ci fa dire che la cancellazione delle colpe, o il non ricordo delle iniquità non è solamente un atto della volontà di Dio, che toglie, ma che lascia l’uomo così come egli è: nella sua natura corrotta, di peccato, di male.
Il non ricordo è insieme per cancellazione e per creazione di una nuova natura; è per perdono ma anche per generazione nuova. Chi si veste di una nuova natura, chi viene nuovamente generato, perde il male di cui era avvolto, acquisisce tutta la ricchezza spirituale della nuova nascita, della nuova creazione.
Anche per noi questo implica un modo nuovo di vederci, concepirci, pensarci. Dobbiamo vederci nuovi nella natura e se nuovi, da uomini nuovi dobbiamo anche comportarci. Il nostro operare deve trovare perfetta corrispondenza con il nostro nuovo essere.
Questa è la verità secondo la quale dobbiamo vivere. Sarebbe veramente non senso aver ricevuto la sapienza del cuore come dono di Dio nel suo Santo Spirito, essere rinati a vita nuova, essere stati generati come nuove creature, esser morti al peccato e risorti alla stessa santità e verità di Cristo, se poi tutto questo non lo facciamo divenire forma ed essenza della nostra volontà, dei nostri pensieri, del nostro cuore, della nostra stessa anima.
Possiamo così formulare una prima conclusione: Ci sarà una Nuova Alleanza, ma questa non sarà fuori dell’uomo; sarà tutta e interamente nell’uomo: sarà nel suo cuore, nella sua volontà, in tutto il suo essere.
Questa Nuova Alleanza avverrà per trasformazione del proprio essere di pietra, di peccato, di colpa, di trasgressione in un essere nuovo, rigenerato per la potenza dello Spirito Santo, santificato in Cristo e reso una cosa sola con Lui. Sarà una vera partecipazione della divina natura che ci farà sentire il gusto di Dio e l’amore per la sua sapienza, la sua verità, la sua volontà. Dio comunicherà, darà tutto se stesso all’uomo, l’uomo darà, comunicherà tutto se stesso a Dio, in un crescendo perenne nella sua sapienza e nella carità che sono la fonte di ogni vera vita spirituale.
[13]Dicendo però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.
Apparentemente questo versetto potrebbe sembrare una logica conclusione. C’è una Nuova Alleanza promessa da Dio. C’è una vecchia alleanza, stipulata con i figli di Israele al monte Sinai con Mosè che non ci sarà più.
C’è il nuovo che avanza, c’è l’antico che retrocede e sparisce. Tutto questo è vero, ma non è questo ciò che l’Autore vuole insegnarci con questa sua frase posta a conclusione del capitolo ottavo.
Riprendiamo il filo del suo discorso che è il Sacerdozio di Cristo Gesù.
Cristo Gesù è Sacerdote alla maniera di Melchisedek per stipulare con Dio e l’umanità intera questa Nuova Alleanza, i cui contenuti di verità e di santità sono stati or ora espressi e manifestati.
Se cade l’Alleanza Antica, cade tutto ciò che è legato ad essa.
Cadono le promesse, cade la benedizione, cade il sacerdozio, cade la legge, cadono le istituzioni. Nelle promesse cade anche il possesso della terra, cade anche il popolo. Tutto cade, tutto sparisce, tutto viene sostituito e chiamato ad inserirsi come parte viva e vitale della Nuova Alleanza.
Si è detto che l’Alleanza Antica consta di quattro parti:
La promessa (= possesso della terra – benedizione)
La legge (= dieci comandamenti)
L’impegno (= eseguire ogni volere del Signore)
Il rito della stipulazione (= sacrificio dell’animale e unione di sangue tra Dio, simboleggiato dall’Altare, ed il popolo)
Queste quattro parti cadono, vengono sostituite dalle nuove parti, che sono anch’esse quattro, secondo lo spirito e la lettera dell’Alleanza.
Se tutto cade, cade tutto ciò che consente a questa Alleanza di rimanere in piedi. Se un solo elemento restasse valido, tutta l’alleanza resterebbe, sarebbe valida e quindi necessiterebbe degli altri elementi, per poter continuare a sussistere.
Invece poiché cadono tutte le parti e tutti i componenti, nessuno ha più bisogno dell’altro componente. Non ha bisogno perché l’alleanza antica non c’è più.
Non ci sarà più il vecchio popolo, non ci sarà più il vecchio sacerdozio, né le vecchie vittime, né le vecchie ritualità, o forme del servizio del culto.
Abrogando l’Antica Alleanza, Dio abroga anche il suo popolo. Se abroga il Suo popolo, tutto ciò che attiene a quel popolo in relazione a Dio è abrogato. Anche Israele se vuole essere di Dio, deve passare nella Nuova Alleanza. È un altro mondo che nasce. Quel mondo destinato a perire ha avuto un unico scopo, una sola finalità: dare a noi Cristo Gesù, perché in Lui, nel Suo sacerdozio, nascesse l’umanità nuova con il nuovo stato dell’amore.
È difficile accogliere questa verità, ma essa è l’unica verità possibile. Altre verità sono impossibili, perché non sono di Dio, ma dell’uomo, il quale vorrebbe ancora ancorarsi all’Antica Alleanza, mentre essa è già stata sostituita dalla Nuova, nella quale tutto è nuovo: sacerdozio, promessa, legge, rito, impegno, conoscenza di ogni impegno.
Muore anche l’uomo vecchio, l’uomo dell’Antica Alleanza perché nella Nuova Alleanza ci sarà posto solo per l’uomo nuovo, creato da Dio in Cristo, per la giustizia vera.
Di questa Nuova Alleanza sommo ed eterno sacerdote alla maniera di Melchisedek è Cristo Signore.
Egli è insieme sommo, eterno, il solo. Tutti gli altri sono chiamati ad esercitarlo in Lui e lo esercitano “in Persona Christi”.
Questa conclusione non è minima, senza significato. Essa è di somma importanza, di vitale importanza per il prosieguo della trattazione.
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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