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COMMENTO DELLA LETTERA AGLI EBREI

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2019 14:01
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11/01/2012 12:44
 
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INTRODUZIONE


La Lettera agli Ebrei introduce Cristo perché sia al centro del cuore credente. Conoscere Cristo è scienza perfetta.
Questa scienza è richiesta ad ogni suo discepolo e per questo è giusto che si impegni, dedicando del tempo ad imparare Cristo.
Cristo è vero nel cuore, se è vero nella mente. Ma anche è vero nella mente, se è vero nel cuore. Imparare Cristo perché sia vero nella mente e nel cuore non è tempo tolto all’azione e alla missione del cristiano; è invece via santa per dare Cristo secondo verità ai nostri fratelli.
Un Cristo falso non serve a nessuno. Dare un Cristo falso è solo perdita peccaminosa del tempo, oltre che profanazione di un così grande dono.
È utile allora che fin da subito ci si chieda: Chi è veramente Cristo secondo l’esposizione che ci offre la Lettera agli Ebrei? Quali sono le sue note peculiari, particolari?
Una risposta puntuale e precisa, esatta, senza equivoci, né ambiguità, ci consentirà di intravedere la straordinaria grandezza del Signore Gesù e l’amore eterno e divino con il quale il Padre nostro celeste ci ha amato.
Cristo Figlio di Dio. La prima verità che la Lettera agli Ebrei ci annunzia è questa: Cristo Gesù è vero Figlio di Dio. Non Figlio per creazione, per adozione, o semplicemente in senso morale e neanche perché il Padre celeste lo ha amato e lo ha eletto, dichiarandolo suo Figlio.
Cristo Gesù è vero Figlio di Dio, perché da Lui è stato generato. Lui è impronta della sua gloria; è irradiazione della sua sostanza. Lui è semplicemente di natura divina. Tutta la natura divina del Padre è nel Figlio, la differenza tra il Padre e il Figlio non è nella natura, che è una e la sola; è invece nella Persona. Il Padre è persona distinta dal Figlio e il Figlio è persona distinta dal Padre, Padre e Figlio sussistono però nell’unica sostanza, o natura divina, nella quale sussiste anche lo Spirito Santo.
Cristo al vertice della creazione. Cristo Gesù è vero e perfetto uomo. È insieme vero Dio e vero uomo. Come vero Dio è consustanziale con il Padre e lo Spirito Santo; come vero uomo è consustanziale con la nostra umanità. Come vero Dio è Autore della stessa creazione. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui. Come vero uomo è stato posto da Dio al vertice della creazione. Lui è il punto di incontro tra il creato e l’increato, il divino e l’umano, ciò che esiste nel tempo e ciò che è senza principio nel tempo, perché la sua origine eterna dal Padre è senza origine di tempo, in quanto l’eternità è senza principio e senza fine di creazione.
Creato e increato sono in Cristo la sua natura divina e la sua natura umana, che insieme sono ipostaticamente unite nell’unica Persona del Verbo della vita. La seconda Persona della Santissima Trinità vive tutta in due nature: quella divina e quella umana. E tuttavia la Persona divina non è dalle due nature; essa è preesistente alla stessa incarnazione. È la seconda Persona della Santissima Trinità che si fa uomo. È il Verbo della Vita, che è in principio, che è presso Dio, che è Dio, che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi.
In quanto “ipostaticamente” unita al Verbo della Vita, la natura umana di Cristo è natura della Seconda Persona della Santissima Trinità e per questo essa è rivestita della stessa gloria che è proprio della Persona. Per questo essa è al sommo della creazione. Essa è vera creazione, ma è posta dal Verbo sopra la stessa creazione.
Non è però la natura creata al vertice o al sommo della creazione, perché la natura umana di Cristo non esiste se non nella Persona divina, è della persona divina. È la Persona divina che è sopra la stessa creazione, perché creatrice di essa. Cristo Gesù, vero e perfetto uomo, è sopra ogni creatura, perché il Verbo di Dio è sopra ogni creatura.
Cristo Autore della Redenzione. Questo Cristo, che è posto da Dio al vertice della creazione in quanto vero e perfetto uomo, è l’Autore della Redenzione.
Dio ha deciso di redimere, salvare, giustificare il mondo per mezzo di Lui.
Tutto ciò che è prima della sua Incarnazione è in vista di Lui, è finalizzato alla sua Incarnazione, al suo farsi vero uomo nel seno della Vergine Maria.
Tutto ciò che è dopo di Lui, guarda a Lui come al suo unico e solo Redentore e Salvatore.
Lui è il vero frutto dell’Antico Testamento. La storia antica è tutta finalizzata a questo frutto. Essa non ha altro scopo se non quello di far sì che fosse possibile l’Incarnazione del Figlio di Dio.
Lui è il nuovo seme di vita dal quale deve sbocciare sulla terra ogni vita. Senza questo seme non c’è alcun frutto di vita sulla nostra terra.
Questa è la verità di Cristo Gesù. Egli è il punto finale dell’Antico Testamento, il punto iniziale del Nuovo. Tutto in Lui confluisce, tutto da Lui parte.
Tutto ciò che non arriva a Lui è falso. Tutto ciò che non prende vita da Lui è anche falso.
Il Redentore dell’Antico Testamento è Cristo Gesù. Il Redentore della storia è Cristo Gesù. Nulla si redime se non in Lui; niente diviene vero, se non in Lui; nulla perde la sua falsità se non per mezzo di Lui; niente genera novità di vita se non in Lui, con Lui, per Lui.
Prima di Cristo non c’è redenzione; senza di Cristo non c’è redenzione; dopo di Cristo, ogni redenzione deve trovare il suo compimento, la sua perfezione, il suo punto di arrivo e di partenza in Cristo Signore.
La sola ed unica redenzione possibile è quella operata da Cristo Gesù. Fuori di Cristo non esiste redenzione, perché non c’è possibilità alcuna di vincere il peccato che milita nelle membra dell’uomo.
Se Cristo è il solo Autore della Redenzione ne consegue che la non conoscenza di Cristo, l’ignoranza di Lui lascia l’uomo nelle tenebre del peccato e della morte.
Da questa verità nasce per la Chiesa l’urgenza, il dovere, la necessità di predicare il Vangelo ad ogni creatura, di dare Cristo ad ogni uomo come sua vera ed unica, sola redenzione.
Cristo superiore ad Angeli e ad uomini. Essendo Cristo Persona divina alla quale sono ipostaticamente unite sia la natura divina che quella umana, poiché la natura umana non vive se non nella Persona del Verbo, come Verbo Incarnato, e non solamente come Verbo, o Unigenito del Padre, Cristo è superiore agli Angeli e agli uomini.
Tutto è sottomesso ai suoi piedi: uomini ed Angeli. Tutta la natura creata è inferiore a Lui, a Cristo Gesù. È inferiore perché Cristo è il Verbo di Dio che si è fatto uomo.
Chi si è fatto uomo è il Verbo del Padre, che ora esiste come Verbo Incarnato e non più semplicemente come Verbo di Dio.
L’Incarnazione porta un cambiamento sostanziale in Dio, non nella natura divina, che è una, immutabile, eterna, non passibile di alcuna variazione, né prima, né dopo la stessa Incarnazione.
Il cambiamento sostanziale è nella Seconda Persona della Santissima Trinità, la quale prima dell’Incarnazione era “semplicemente e puramente” Dio.
Dopo l’incarnazione la Persona non è più “semplicemente e puramente” Dio. È Dio incarnato, è Verbo che si è fatto uomo, è Figlio del Padre vero uomo.
Questo cambiamento per assunzione è vero cambiamento in seno alla Trinità. Prima dell’Incarnazione Dio era Padre, Figlio e Spirito Santo. Ora, dopo l’Incarnazione, Dio è Padre, Verbo Incarnato (o Figlio Incarnato), Spirito Santo.
L’Incarnazione non è un evento accidentale in Dio; è un evento sostanziale ed è per questo evento, che ha mutato l’essere stesso di Dio nella Seconda Persona del Figlio, che è possibile la Redenzione.
È questo evento irreversibile che fa sì che Cristo sia superiore agli Angeli e agli uomini, ad ogni Angelo e ad ogni uomo. È superiore in ragione della Persona divina che si è incarnata, che ha assunto l’umanità, divenendo uomo.
Questa verità che è essenziale in ordine alla conoscenza del vero mistero di Gesù Signore, ha anche un ruolo funzionale, di convincimento, perché tutti comprendano la straordinaria grazia che il Padre ci ha concesso stabilendo che il Suo Verbo Incarnato fosse anche Colui attraverso il quale Egli ha voluto far giungere al mondo intero la conoscenza del suo mistero di misericordia, di grazia, di salvezza, costituendolo portatore nel mondo della sua Parola.
Cristo Gesù, Figlio di Dio, è il Rivelatore del Padre, è Colui attraverso il Quale il Padre ci ha svelato il mistero della salvezza.
Ce lo ha svelato, o rivelato, nella sua forma ultima, definitiva, perfetta, piena. Ce lo ha rivelato come compimento di ogni altra Parola di rivelazione, ma anche come punto di avvio, o inizio per giungere alla pienezza della verità, che è e rimane la conoscenza del suo mistero donato tutto all’umanità con il dono della sua Persona.
Se Cristo è superiore agli Angeli e agli uomini, è anche vero che ogni Angelo e ogni uomo è inferiore a Cristo.
Se è inferiore nell’essere, è anche inferiore nel ministero. Di conseguenza ogni Angelo e ogni uomo deve trovare la pienezza della verità del suo ministero in Cristo Gesù.
Tutti quelli che hanno parlato, parlano, parleranno di Dio devono trovare in Cristo la verità della loro parola, di ogni loro parola.
Se Cristo non li garantisce, ma anche, se Cristo non diviene la loro verità, la conoscenza di Dio e degli uomini che queste parole danno, o insegnano, non è secondo pienezza di verità.
C’è in queste loro parole la falsità ed è falsità tutto ciò che si discosta dall’essenza e dalla sostanza di Cristo Gesù e di ciò che il Signore ha fatto di Lui per la nostra salvezza eterna.
Cristo Mediatore di una Nuova Alleanza. La Nuova Alleanza è quella definitiva, per sempre, eterna, duratura, stabile sulla terra e nel cielo.
La Prima Alleanza, quella che Dio stipulò con il suo popolo, al Sinai era semplicemente segno, figura, non realtà di ciò che il Signore si stava accingendo a fare non solo con il suo popolo, ma con il mondo intero, verso ogni uomo.
Quella, la Prima Alleanza, era solo propedeutica alla Nuova, funzionale ad Essa. Era mezzo, strumento per pervenire alla Nuova ed Eterna Alleanza, che Dio aveva già pensato fin dall’eternità.
Ancora il cielo e la terra non erano stati creati, l’uomo non esisteva e Dio aveva pensato la sua salvezza nel suo Figlio Unigenito Incarnato.
Cristo Gesù non può essere considerato in nessun caso e in nessun modo continuatore dell’Antica Alleanza. Non può perché l’Antica Alleanza era destinata a sparire. Quell’Alleanza doveva lasciare il posto alla Nuova e della Nuova Cristo Gesù è l’Unico, l’Eterno, il Solo Mediatore.
Essendo Cristo il Mediatore di una Nuova Alleanza, tutto ciò che è modalità, forma, essenza, struttura, storia di quell’Alleanza, o Alleanza Antica, non esiste più. Non può esistere. A quell’Alleanza non si può più ritornare perché Dio l’ha abolita per sempre. Da Dio essa è stata dichiarata nulla.
Ciò che Dio dichiara nullo in ogni sua manifestazione, nella sua stessa struttura, finalità, storicità, non può ricevere alcun valore dall’uomo, da nessun uomo.
C’è il prima e c’è il dopo. Il prima è finalizzato al dopo. Una volta che il dopo è avvenuto, si è compiuto, il prima deve cessare di esistere, perché senza alcun valore di salvezza, di redenzione, di giustificazione, di santificazione, di verità.
Avendo Dio stabilito, costituito Cristo Gesù Mediatore della sua Nuova Alleanza, chi vuole conoscerla e viverla secondÿÿverità, maÿÿnche chi vuole entrare nella vita che l’ÿÿÿÿÿÿÿÿÿÿuova ed Eterna promette, dona,ÿÿÿÿrgisce, deve partire da Cristo Gesù. Cristo Gesù deve conoscere in ogni sua parola, pensiero, opera, volontà, segno, comando, desiderio che Lui ha manifestato, operato, compiuto, detto, proferito.
Chi non conosce Cristo, non conosce la verità della sua nuova condizione, non si conosce secondo la verità che Dio ha stabilito per Lui.
Non solo Cristo è Mediatore di una Nuova Alleanza, questa Nuova Alleanza è Lui stesso. L’Alleanza Nuova ed Eterna è Lui, si vive in Lui, con Lui, per Lui, nel suo Corpo.
Questa Nuova Alleanza è il dono della sua vita, della sua grazia, della sua verità, ma è il dono della grazia, della vita, della verità che è Lui stesso.
Dinanzi a Cristo Gesù scompare Mosè, Aronne, l’antico culto, gli antichi sacrifici, le antiche disposizioni, le forme e le modalità. Tutto scompare. Lui è il Nuovo Assoluto, per ogni uomo, di ogni tempo, di ogni luogo.
Guardare indietro è non conoscere Cristo e la Novità del suo Dono.
Cristo Sacerdote al modo di Melchisedek. Della Nuova ed Eterna Alleanza Cristo Gesù è tutto. È sacerdote, vittima e altare, legge, promessa, verità.
Della Nuova Alleanza Lui è l’unica Vittima, l’unico Sacerdote, l’unico Altare. In eterno; per sempre è e sarà così.
Cambia l’Alleanza, cambia anche il Sacerdote. Gesù non è Sacerdote alla maniera di Aronne. Lui è Sacerdote in eterno alla maniera, o al modo di Melchisedek.
Tutto questo è possibile grazie all’eternità di Cristo e della sua Persona divina, che è immortale, eterna. L’eternità appartiene alla Persona di Cristo per natura, perché generato dal Padre prima di tutti i secoli.
Essendo eterno nella Persona, Cristo non ha successori nel suo Sacerdozio. D’altronde neanche ne potrebbe avere. Essendo Lui la vittima, non potendo esistere altra vittima dinanzi al Signore, anche per questo motivo non potrebbe mai esserci successione nel Sacerdozio.
Se ci fosse successione nel sacerdozio, ci sarebbe anche cambio di vittima. Invece in eterno un solo Sacerdote, Cristo Gesù, una sola Vittima, Cristo Gesù, un solo altare, il Corpo di Cristo Gesù.
Volendo Gesù che il suo Sacrificio fosse offerto al Padre per tutti i giorni, fino alla consumazione dei secoli, ha reso partecipe del suo unico sacerdozio i suoi Apostoli e da questi la partecipazione è data per via sacramentale ai loro successori (e in collaborazione con loro anche ai presbiteri che sono veri sacerdoti della Nuova Alleanza, ma Sacerdoti che partecipano l’unico ed eterno sacerdozio di Cristo per offrire l’unica vittima, Cristo Gesù nostro Signore, nell’unico sacrificio che è quello della croce, offerto al Padre una volta per tutte, per la remissione dei peccati).
La natura divina è una, una sola. Tutti i battezzati vengono resi partecipi di questa unica e sola natura divina. Il Sacerdozio di Cristo è uno, uno solo. Tutti i sacerdoti (Apostoli – vescovi e presbiteri) sono resi partecipi secondo gradi diversi dell’unico sacerdozio di Gesù Signore.
Il Sacerdozio della Nuova Alleanza è l’offerta dell’unica vittima, nel nome dell’unico Sacerdote, ma è fatta questa offerta alla maniera di Melchisedek, offrendo il pane e il vino, che diventano corpo e sangue di Cristo, vero sacrificio incruento, che si offre al Padre per la redenzione eterna di ogni uomo.
Volendo riassumere in forma assai sintetica la grandezza della Nuova ed Eterna Alleanza, possiamo abbracciare il tutto in quattro semplici frasi: Cristo abolisce l’Alleanza Antica. Essa è finita per sempre. Cristo vero Sacerdote e unica Vittima. Viene dichiarata abolita ogni altra vittima. Cristo Sacerdote eterno. Non c’è successione nel Suo Sacerdozio. C’è però partecipazione del suo unico, sommo ed eterno Sacerdozio. Un unico Sacerdote, un unico Sacerdozio, un’unica Vittima. E tuttavia coloro che nella Nuova Alleanza esercitano il Sacerdozio di Cristo, sono veri Sacerdoti, anche loro in eterno, al modo di Melchisedek. Lo sono però in Cristo, per Cristo, con Cristo, agendo sempre in Persona Christi.
Cristo Redentore di ogni uomo. Anche questa è differenza sostanziale, essenziale per rapporto all’Antica Alleanza.
L’Antica Alleanza era per il popolo del Signore, cioè per tutti i discendenti di Abramo, per i suoi figli.
Nella Nuova Alleanza non c’è più legame di carne e di sangue. C’è un solo legame: quello con il sangue di Cristo, nel quale veniamo lavati, del quale ci nutriamo, per formare con Cristo un solo corpo.
Nella Nuova Alleanza si entra per mezzo della fede nella Parola di Cristo Gesù. Si predica la Parola, la si accoglie, si crede in essa, ci si lascia battezzare, si diviene nuove creature, si è fatti con Cristo un solo corpo, si entra in possesso della salvezza e di ogni suo bene.
Essendo Cristo Gesù il Redentore dell’uomo, non di un uomo particolare, di un popolo particolare, di una nazione particolare, Egli è Redentore universale, unico, il solo.
Chi vuole entrare nei beni eterni della salvezza deve passare necessariamente per la fede in Lui, fede esplicita, che si fa confessione e conoscenza di Lui, della sua Parola, della sua Verità, della sua Grazia dinanzi ad ogni uomo.
Questa verità è di capitale importanza per tutti coloro che si sono accostati alla fede in Lui.
Retrocedere dalla fede per ritornare nell’Antica Fede dell’Antica Alleanza non solo è vera stoltezza – quell’alleanza non esiste più – ma anche è porsi fuori di ogni altra salvezza. La salvezza è Cristo e solo Lui. Altre salvezze Dio non ne ha date. Se non ne ha date, non esistono.
Abbandonare Cristo è porsi su una via di sicura perdizione eterna. Questo devono sapere tutti coloro che si allontanano da Cristo e si incamminano per altre vie di salvezza. Queste non sono da Dio, non vengono da Lui, perché Dio ha un solo Salvatore, Gesù Cristo Suo Figlio e nostro Signore e non conosce altri, perché altri Lui non ha inviato. Quanti Lui invia, invia perché preparino la strada a Cristo, prima di Lui, con Lui, dopo di Lui.
Cristo nella tenda del Cielo, presso Dio. Altra differenza con l’Antica Alleanza è questa: Aronne e i suoi figli entravano in un santuario fatto da mani d’uomo, dietro una tenda, anch’essa fatta da mani d’uomo. Versano del sangue animale, e per mezzo di esso imploravano Dio perché volesse perdonare i peccati.
Cristo Gesù non entra in una tenda fatta dall’uomo. Entra nella stessa casa di Dio, nella tenda del Cielo, si presenta direttamente dinanzi al Padre Suo e Gli offre il suo sacrificio, impetrando la remissione dei peccati per tutto il genere umano, per i suoi fratelli.
Entra nella tenda del Cielo una volta per sempre e mai più esce da essa. Il suo sacrificio è anche nel Cielo, come memoriale perenne dinanzi al Signore, per la conversione, la giustificazione, la salvezza dell’uomo.
Un solo sacrificio, una sola entrata nel Cielo, una sola offerta, un solo memoriale eterno: l’unico compiuto sulla croce.
Questa è la verità di Cristo. Al di fuori di quest’unico sacrificio, di quest’unica offerta, di quest’unica vittima, di quest’unico sacerdote, di questo solo sacerdozio, nulla è gradito al Signore.
Dio si compiace solo di Cristo Gesù e di quanto viene offerto in Lui, con Lui, per Lui, divenendo in Cristo un solo mistero di offerta, di obbedienza, di santità.
Nella tenda del Cielo Lui è entrato con il suo corpo glorioso, incorruttibile, immortale, spirituale. Nel suo corpo siamo anche noi, siamo tutti i battezzati; nel suo corpo anche noi siamo già nel Cielo.
Dobbiamo raggiungere anche fisicamente il Cielo e non solo misticamente, nel mistero di Cristo. La nostra entrata nella tenda del Cielo avverrà con la nostra morte, se moriamo la stessa morte di Cristo. Altrimenti saremo esclusi per sempre, per tutta l’eternità.
Non entra nel Cielo chi non vive sulla terra la vita di Cristo e non fa del Vangelo la porta stretta che dovrà farlo penetrare nel Santuario eterno di Dio.
Cristo culmine e fonte di ogni vera fede. Per il suo sacerdozio, per la sua offerta, per la sua obbedienza, per la sua Parola Cristo è costituito per tutto il genere umano culmine e fonte di ogni vera fede.
La nostra fede è Cristo, si vive però in Cristo, con Cristo, per Cristo. Si vive secondo la sua Parola, compiendola in ogni sua parte.
Da Cristo si parte per iniziare il cammino della fede. A Cristo si deve pervenire se si vuole dare compimento ad esso.
Si parte da Cristo divenendo suo corpo, sua vita. Si perviene a Cristo divenendo in tutto conforme a Lui nella nostra obbedienza al Padre dei Cieli.
Dicendo che è Cristo la nostra fede, la vera fede, la fede ultima, definitiva di Dio, si vuol dire una sola verità: Cristo è la nostra salvezza, la nostra redenzione, la nostra giustificazione, la nostra santificazione. Cristo è la verità del nostro essere, del nostro operare, del nostro pensare, di ogni nostro relazionarci con Dio e con gli uomini.
Cristo è per noi grazia e verità, salvezza e santità, vita nuova e obbedienza, mistero di croce e di risurrezione, mistero di incarnazione, ma anche di elevazione nel più alto dei Cieli.
La nostra fede è Cristo perché il fine della nostra fede è il compimento della vita di Cristo in noi; è la nostra perfetta conformazione alla sua vita.
È la sua obbedienza al Padre che si fa nostra e la nostra che diviene sua. Una sola obbedienza: quella di Cristo in noi e quella nostra in Cristo.
Una sola Parola: quella di Cristo, che è Parola del Padre, sua Volontà, sua Verità.
Una sola grazia: la partecipazione della divina natura, che è anche partecipazione della santità di Dio, nel dono dello Spirito Santo.
Una fede senza Cristo, fuori di Cristo, non in Cristo, non per Cristo, non con Cristo, nel suo corpo, per il suo corpo, con il suo corpo, non è fede cristiana, non è fede che salva, redime, giustifica; non è fede che conduce alla santità.
Il vero Cristo ci dona il vero Padre, il vero Spirito Santo; ci dona anche il vero uomo, perché ci fa veri in Lui, veri della sua verità, veri nella sua santità, veri nella sua grazia, conformemente alla sua Parola.
Cristo atteso. Attendere Cristo è il fine di tutto l’Antico Testamento. Cristo è il frutto, l’unico frutto vero dell’Antico Testamento, perché esso ha come finalità solo questa: darci Cristo, Messia e Salvatore, Redentore e Santificatore, Giustizia, Sapienza, Saggezza del Padre.
Se l’Antico Testamento non perviene a Cristo, esso è semplicemente falso nella sua comprensione, nella sua interpretazione, nella sua lettura, in ogni altro rapporto con esso.
Chi dopo aver conosciuto Cristo, lo abbandona per ritornare nell’Antico Testamento, sappia costui che il suo viaggio è dalla verità nella falsità, dal bene al non bene, dal giusto al non giusto, da ciò che redime e salva a ciò che non giustifica e non dona vita nuova.
Cristo venuto. L’Antico Testamento si è compiuto tutto in Cristo Gesù. Tutto quanto è stato promesso si è realizzato; niente resta da realizzare.
Essendo l’Antico Testamento tutto e interamente compiuto in Cristo Gesù, esso non deve compiersi più in niente, in nessuna altra parte.
Nulla si deve più attendere, nulla sperare, perché tutto è avvenuto e tutto realizzato in ordine alla nostra salvezza.
La croce di Cristo Gesù e la sua risurrezione sono il punto culmine della storia, ma anche il punto della sua eterna verità.
Cristo è la verità di tutto. Verità del sacerdozio, dell’offerta, della vittima, della Parola, della rivelazione, dell’attesa, della vita, della morte, del singolo, della comunità, dell’intera storia. Cristo è la verità dell’universo. Tutto riceve in Lui e da Lui, per Lui la sua verità. Niente senza di Lui è vero e quanto si distacca da Cristo, ritorna nella sua falsità di un tempo, o nei molteplici peccati che uccidono la sua vita e la rendono vuota dinanzi a Dio e alla storia.
Cristo che verrà. Cristo non solo è stato atteso. Non solo è già venuto. Egli anche verrà.
C’è una differenza sostanziale tra la prima e la seconda venuta di Gesù Signore.
La prima venuta, nella sua carne mortale, nascendo dalla Vergine Maria, è stata per togliere il peccato del mondo e per dare ad ogni uomo, a causa del suo sacrificio sulla croce, la grazia e la verità della sua salvezza.
Quando sarà l’ultimo giorno, Gesù non verrà più per la redenzione dell’umanità, o per la sua santificazione; verrà per il giudizio.
Ogni uomo si presenterà dinanzi al suo cospetto e renderà ragione di ogni opera compiuta quando era nel corpo, sia in bene che in male.
Poiché Egli è stato costituito da Dio giudice dei vivi e dei morti, giudice della terra, ognuno di noi è obbligato a prepararsi il suo giudizio, in modo che Cristo ci accolga nelle sue dimore eterne, nei Cieli.
È sicuro. Egli verrà per il giudizio. Dobbiamo rendere conto a Lui, unico e supremo giudice, anche di ogni parola vana che abbiamo proferito quando eravamo nel corpo, su questa terra.
Cristo crocifisso modello unico del cristiano. Si è detto che Cristo è la fede del cristiano. Non solo Cristo è la fede unica del cristiano, è anche il modello unico, cui perennemente conformarsi.
È modello unico dall’alto della croce, che è il compimento della volontà del Padre anche nella rinuncia del suo corpo, esposto al ludibrio, allo scherno, all’indicibile dolore, all’atroce passione.
La persecuzione non deve far paura al cristiano, perché la vocazione del cristiano è la persecuzione.
Sapendo questo, il cristiano si prepara santamente, imitando in tutto Gesù Signore che si preparò alla passione con la preghiera nell’Orto del Getsemani.
Se il cristiano vuole andare fino in fondo, altro non deve fare che mantenere lo sguardo su Gesù Crocifisso, “autore e perfezionatore della fede”, modello unico di come si glorifica il Padre.
Tutto ciò che è di Cristo è del Padre. Al Padre Egli lo dona, donando l’intera sua vita. Glielo dona svuotando il corpo del suo sangue, perché essendo il sangue la vita, questa vita che il Padre gli ha donato, Egli gliela rende intatta, santa, purissima, perfettissima, perché resa tale dalla grande sofferenza.
Sulla via della croce. Al cristiano non resta che rinnegare se stesso, prendere la croce e iniziare il lungo cammino che dovrà condurlo alla perfetta conformazione, in vita e in morte, nella gioia e nella sofferenza, nell’accoglienza e nel rifiuto, con il suo Maestro e Signore.
La via della croce è però una sola: la piena, perfetta, completa, totale obbedienza al Padre, vivendo secondo la Parola di Cristo Gesù, Parola del Padre, la cui comprensione sempre più piena ci viene donata dallo Spirito Santo.
Chi vive la Parola crocifigge il mondo. Chi crocifigge il mondo, dal mondo sarà crocifisso. Il cristiano che vive di Parola crocifigge spiritualmente il mondo, perché ne dichiara la sua falsità. Il mondo crocifigge il cristiano non solo spiritualmente, ma anche fisicamente. Lo priva della vita per attestare la sua volontà contraria a Dio di restare nella sua superbia e falsità.
Fuori della città, portando il suo obbrobrio. L’obbrobrio di Cristo è la sua croce. Per chi porta la croce di Cristo non c’è posto, né spazio nella Città degli uomini.
Il cristiano lo sa. Prende la croce ed esce fuori della Città degli uomini. Vi esce spiritualmente ed anche fisicamente.
La terra non è spazio idoneo per il cristiano. La terra per lui è solo il viaggio della croce, la via crucis verso il Cielo.
Il cristiano, è vero cristiano, se vive da pellegrino verso il regno dei Cieli, portando la croce di Cristo che è perfetta obbedienza alla verità.
Tutto è dal mistero di Cristo. Cristo è tutto per il cristiano e tutto è in Cristo, per Cristo, con Cristo.
Cristo non è solo tutto per il cristiano. È tutto per ogni uomo. Ad ogni uomo deve essere annunziato. Ogni uomo deve essere chiamato alla conversione e alla fede al Vangelo.
Se è tutto per ogni uomo, a maggior ragione lo dovrà essere per quelli che già credono, ma che sono tentati a cercare altrove ciò che altrove non esiste.
La persecuzione può chiedere la vita al cristiano, ma è proprio la vita che la persecuzione chiede al cristiano il più grande segno della verità di Cristo Gesù.
Si salva, chi rimane in Cristo sempre; si salva chi per rimanere in Cristo esce da se stesso, si spoglia di sé, allo stesso modo che Cristo Gesù per rimanere nel Padre suo si è inchiodato sulla croce e si è spogliato dal suo corpo.
È Cristo nella pienezza del suo mistero il contenuto di questa Lettera agli Ebrei.
Ma è Cristo dono del Padre all’umanità intera per la sua Salvezza.
Cristo è dal Padre, per il Padre, con il Padre, nel Padre. Il Padre lo ha dato a noi per la nostra salvezza.
Se Cristo è il dono eterno di Dio per l’uomo, se Dio è il nostro Dio per questo dono e in questo dono, è illusoria, vana, inefficace, inutile ogni confessione di Dio, compreso anche l’Antico Testamento, che non sfoci in Cristo e da Lui non parta per la santificazione di chiunque crede.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a credere in Cristo, secondo la Parola di Cristo, che è Parola del Padre.
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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