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COMMENTO ALLA TERZA LETTERA DI S.GIOVANNI

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 12:32
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09/01/2012 12:32
 
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CONCLUSIONE



Questa Terza Lettera dell’Apostolo Giovanni è un preziosissimo documento nel quale è contenuto, come in uno scrigno, il cuore dello stesso presbitero.
Questa Terza Lettera ci svela dove risiede la forza di una comunità cristiana, della stessa Chiesa. Essa è nel cuore del presbitero. Nel cuore del presbitero non devono esserci altri amori, non devono esistere altri interessi, non possono regnare altre verità.
Nel cuore del presbitero c’è posto solo per la Chiesa, per la comunità dei discepoli di Cristo Gesù.
Il presbitero deve riversare sulla comunità tutto il suo cuore ricolmo di Cristo Gesù, della sua verità, della sua carità.
Ecco in sintesi quali sono i desideri di un presbitero che ama essere secondo il cuore di Dio e di Cristo Gesù:
Sapere che tutti camminano nella verità. Il presbitero è il mediatore della verità di Cristo Gesù dinanzi al mondo intero. Lo è anche in ordine alla Chiesa, alla comunità dei discepoli del Signore.
La verità è la vita della Chiesa. È la vita di ogni comunità. È la vita se tutti i figli della Chiesa, tutti i membri della comunità camminano in essa.
Il presbitero non ha alcun interesse personale dinanzi alla comunità, dinanzi ad ogni membro in particolare.
Il suo cuore ha però un solo desiderio verso tutti: che tutti camminino nella verità. Lui gioisce se i figli della Chiesa camminano nella verità. Si rattrista se qualcuno abbandona la verità per consegnarsi alla menzogna.
La verità è solo quella che lui ha loro donato, annunziato, comunicato.
La verità è solo quella che è in perfetta sintonia con quanto lui ha fatto conoscere loro. L’allontanamento dalla verità del presbitero è allontanamento dalla verità di Cristo Gesù. È cadere nella falsità, nell’eresia, nell’errore.
Sapere che tutti sono impegnati nella diffusione della verità. Il presbitero ha ricevuto da Gesù, dal suo Maestro e Signore il mandato di predicare il Vangelo ad ogni creatura. Tutte le genti devono essere evangelizzate. A tutti gli uomini deve essere annunziato il Vangelo della verità che salva, redime, giustifica, converte.
Qual è la gioia più grande del presbitero se non quella di sapere che tutti i membri di una comunità concorrono alla diffusione della verità, del Vangelo, della Parola di Cristo Gesù?
Essendo questa la sua gioia, perché questa è la gioia di Cristo e di Dio, egli si deve impegnare a far sì che ogni discepolo di Cristo diventi anche un suo missionario.
La missione è la forza della Chiesa. È la sua vita. Una Chiesa non missionaria, è una Chiesa morta. È una Chiesa senza vita in sé.
La missione è il cuore della Chiesa, se è il cuore del presbitero che presiede alla sua vita.
Sapere che tutti concorrono alla edificazione nell’unità della comunità. La Chiesa è una, il corpo è uno. I figli sono tanti, i membri molti.
Ogni figlio della Chiesa, ogni membro del corpo di Cristo deve avere un solo desiderio, una sola passione, un solo amore: conservare sempre l’unità della Chiesa, conservare la Chiesa nella sua unità.
La Chiesa vive se è una. Muore se si divide. Se la Chiesa è una è segno che anche i suoi figli vivono. Se invece la Chiesa muore, perché lacerata in se stessa, è segno che anche i suoi figli sono morti.
Poiché il presbitero presiede alla vita della Chiesa, egli deve mettere ogni impegno pastorale perché l’unità sia il desiderio di tutti.
Non solo il desiderio, ma anche l’opera di tutti. Tutti infatti sono chiamati a concorrere all’edificazione nell’unità della comunità di Cristo Gesù.
Sapere che l’amore per la comunità vale il rinnegamento di se stessi. Nessuno potrà edificare la comunità nell’unità, se lui stesso è elemento di disgregazione, di distruzione, di separazione, di divisione, di ogni altra lacerazione che avviene nel corpo di Cristo Gesù.
Il presbitero deve porre ogni attenzione a che dalla comunità venga bandito il peccato.
Per questo deve educare ogni discepolo del Signore al rinnegamento di se stesso. Solo per questa via la comunità conserverà intatta la sua unità.
Il rinnegamento di se stesso inizia dalla rinunzia alla propria volontà, ai propri pensieri, alle proprie strategie, ad ogni altra idea che nasce dal cuore dell’uomo.
Il presbitero ha un ruolo assai grande nella comunità: deve condurre tutti i suoi figli a pensare secondo Dio. L’unità della comunità risiede solo nel compimento della volontà di Dio.
Sapere che i fratelli rendono testimonianza ai fratelli che camminano nella verità. Altro desiderio che deve sempre animare il presbitero è questo: sapere che i fratelli rendono testimonianza ai fratelli che camminano nella verità.
Cosa significa questo?
La comunità vive di verità, vive se diffonde la verità, vive se cammina nella verità.
Ognuno nella comunità non solo deve camminare nella verità, deve aiutare gli altri a perseverare sempre nella verità. La verità è la vita della Chiesa.
Sapere che un altro cammina nella verità e testimoniare per lui è cosa molto gradita al Signore.
È gradita perché questa testimonianza produce un duplice frutto: dona sicurezza a coloro che cercano la verità. La nostra testimonianza attesta loro che si trovano dinanzi alla verità. Dona sprone, slancio anche a colui che cammina nella verità. Costui, confortato dalla buona testimonianza dei suoi fratelli, si riveste di forza, di coraggio, di più grande zelo. Può centuplicare le forze non solo per camminare nella verità, ma anche per diffonderla, per farla conoscere al mondo intero.
Sapere che i figli della comunità si astengono dall’imitare il male. Altro desiderio del presbitero, che si trasforma in regola pastorale, è questo: sapere che i figli della comunità si astengono dall’imitare il male.
La Chiesa di Dio non è fatta solo di santi. In essa ci sono santi e peccatori; ci sono coloro che amano la verità e coloro che amano se stessi; ci sono quanti si sono rivestiti di umiltà e quanti si sono ammantati di superbia, di vanagloria; ci sono quelli che rinnegano ogni giorno se stessi, ma anche quelli che fanno del loro pensiero la regola universale, obbligando gli altri a pensare secondo i pensieri degli uomini e non più secondo i pensieri di Dio.
Il presbitero, poiché è l’occhio della verità in seno alla comunità, vede tutto questo. La sua opera pastorale è tutta impegnata a far desistere dal male coloro che lo fanno, ma soprattutto ad evitare che molti si lascino conquistare dal male dei fratelli.
Il presbitero ha gioia quando i figli della Chiesa si astengono dall’imitare il male. Il male nella comunità non solo non si deve compiere, quanto anche è necessario che ognuno si impegni al massimo delle forze per non lasciarsi contagiare da esso.
Il presbitero dovrà impegnare tutte le sue energie di volontà, di pensiero, di cuore, dovrà consumare tutta la sua vita perché ogni figlio della comunità cresca di bene in bene, tenendosi sempre lontano dal male.
Una comunità cristiana che non fonda la sua vita sulla fuga dal male, dal peccato, dalla trasgressione, dallo scandalo, dalla falsità, da ogni vizio, specie dal vizio della superbia e dell’invidia, è una comunità che cammina a stento.
Questa comunità è simile ad un albero in un deserto consumato dalla siccità dei suoi peccati, delle sue trasgressioni, dal male che come tarlo lo rode e lo riduce in polvere.
Per questo il presbitero deve profondere ogni energia perché nessuno dei figli della Chiesa imiti il male che altri figli della Chiesa commettono. Potrà aiutare, se si farà testimone della verità, della pienezza della verità che è in Cristo Gesù e della quale lui è il mediatore in seno alla Chiesa di Dio.
Possiamo affermare così che questa Terza Lettera dell’Apostolo Giovanni è una regola di vita comunitaria perfetta, completa, illuminata, saggia, giusta, vera.
Lo ripetiamo. Essa è un documento preziosissimo perché ci rivela qual è il ruolo del presbitero in seno alla comunità cristiana.
Lui è il tramite tra Cristo, lo Spirito Santo, la Parola di Dio e ogni uomo, nella Chiesa e nel mondo.
Lui deve sempre alimentare la comunità cristiana con la ricchezza della verità e della grazia che formano il suo cuore, consegnato tutto a Cristo Gesù.
Lui è come l’ossigeno per il fuoco, per il corpo.
Senza ossigeno la legna non brucia. Il fuoco si spegne.
Senza ossigeno un corpo non vive, muore.
Senza il cuore del presbitero ricolmo della verità e della carità di Cristo la comunità non vive, muore. Muore alla verità e alla grazia che sono in Cristo Gesù.
È questo il grande mistero del presbitero ed il suo ministero.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, Madre della Chiesa, ottenga da Dio per la Chiesa del suo divin Figlio uno stuolo di presbiteri secondo il cuore di Dio, pieni della verità e della carità di Gesù Signore.
Cristo Gesù, Pastore Supremo del Gregge, custodisca i suoi presbiteri nella pienezza della sua verità e carità. Lo esige la santità della Chiesa, lo domanda la conversione del mondo.

COMMENTO A CURA DEL MOVIMENTO APOSTOLICO
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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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