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COMMENTO ALLA SECONDA LETTERA DI S.GIOVANNI

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 11:35
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09/01/2012 11:31
 
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Queste molteplici incarnazioni in mezzo agli uomini fanno sì che la Chiesa una sia considerata come una madre che genera molte figlie. Essendo le Chiese incarnate in un luogo e in un tempo tutte figlie dell’unica madre, esse sono tra di loro sorelle a pari titolo.

Sono sorelle in un modo però assai singolare. Esse non esistono separate le une dalle altre. Esse esistono nell’unica Madre. Esistono per l’unica Madre. Esistono con l’unica Madre. Esistono dall’unica Madre.

È nell’unica Madre che esse sono sorelle e lo sono se rimangono nell’unica Madre. Se si separano dall’unica Madre non sono più sorelle. Non sono più Chiese di Dio, perché della Chiesa di Dio rompono l’unità, rompono la generazione perenne.

Il saluto è segno di comunione. La comunione è nell’unica verità, nella sola carità di Cristo, nella speranza che nasce dalla sua risurrezione.

Una Chiesa che toglie la comunione ad un’altra Chiesa rompe l’unità non con la Chiesa alla quale ha tolto il saluto, bensì con la Chiesa Madre.

Quello della Chiesa è un grande mistero. È il mistero dell’unico corpo di Cristo. Chi si separa dalla Chiesa, si separa dal Corpo di Cristo e non essendo più corpo di Cristo, non è più neanche Chiesa di Dio nella verità e nell’amore che vengono dal Signore Gesù.

È grande il mistero della Chiesa. Esso è mistero prima di tutto di unità. Se c’è l’unità tutto si può condurre nella verità; se manca l’unità, nulla potrà essere più condotto nella verità, perché la prima verità della Chiesa è la sua unità, è il suo essere un corpo solo, il solo ed unico corpo del Signore Gesù.

Salutare le Chiese sorelle è esprimere loro la nostra volontà di formare con loro una sola unità, il solo Corpo del Signore Gesù.

O la Chiesa è una, o noi non siamo Chiesa. Questa verità deve sempre essere impressa nel nostro cuore, fissa dinanzi ai nostri occhi, incisa a carattere di fuoco indelebile nel nostro spirito.

Ama la Chiesa chi lavora per la sua unità. Per conservare l’unità della Chiesa ogni suo figlio deve essere disposto a rinnegarsi, a morire per essa, a lasciarsi uccidere anche da essa, cioè dai suoi figli che hanno rinnegato la verità e la carità che sono in Cristo Gesù.



Camminare secondo i suoi comandamenti




Il presbitero. Chi è? Cosa fa? Il presbitero nella Chiesa è prima di tutto l’Apostolo del Signore. A lui è stato affidato il mandato di: predicare il Vangelo, battezzare nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, rimettere i peccati, fare l’Eucaristia, pascere il Gregge del Signore, custodire nella verità e nella carità di Cristo Gesù ogni suo seguace. Il presbitero è custode vigile, solerte, pieno di zelo del popolo di Dio. Il presbitero pasce il gregge di Cristo con la verità e la grazia che sono in Cristo Gesù. Il presbitero annunzia, spiega, insegna la Parola di Dio. Il presbitero, l’Apostolo, dona anche lo Spirito Santo con l’imposizione delle mani nel sacramento della Cresima e dell’Ordine Sacro. Il presbitero è continuazione della missione e dell’opera di Cristo Gesù, nel suo nome e con la sua autorità, tra i suoi fratelli, in mezzo al mondo. Il presbitero è colui che difende e protegge la comunità dei discepoli del Signore da ogni errore, falsità, eresia, ambiguità circa la Parola, la Fede, la Dottrina di Cristo Gesù.

La Chiesa: Signora, Eletta, Madre. Il presbitero chiama la Chiesa: Signora eletta. È Signora perché è madre di una moltitudine di figli. È eletta perché Signora, che genera figli alla verità e alla grazia, è stata fatta da Dio. Dio l’ha chiamata, l’ha scelta per il ministero della salvezza nel mondo. Senza la Chiesa non c’è generazione alla verità e alla grazia. Senza la Chiesa l’uomo rimane nella sua vecchia natura. Questa è l’alta missione della Chiesa fino alla consumazione dei secoli. Sbagliano tutti coloro che vogliono fare della Chiesa un’istituzione sociale, antropologica, umanitaria. La Chiesa è oltre tutto questo, perché la Chiesa è chiamata a cambiare l’uomo che poi cambia la società, l’intera vita del mondo.

Amare secondo verità. Verità fuori di noi. La sostituzione della verità con i nostri sentimenti. Amare secondo verità è compiere ogni cosa in piena conformità alla volontà di Dio. La volontà di Dio è la verità del nostro amore, di ogni relazione con i nostri fratelli. La volontà di Dio è tutta contenuta nella sua Parola, nel Vangelo della grazia. La volontà di Dio e di conseguenza la verità è fuori di noi. Discende dal Cielo in noi, ma rimane sempre fuori di noi. È in tutti noi, ma anche fuori di tutti noi. Rimane fuori di tutti noi, come norma, regola, discernimento dei nostri pensieri. Ogni pensiero, sentimento, parola che è contraria alla verità di Dio che è fuori di noi, non è verità di Dio. È solamente un parto della nostra mente, un pensiero del nostro cuore. Di certo non è verità secondo la Parola e la dottrina di Gesù Cristo nostro Signore.

Separazione e discernimento. Mai confondersi, mai identificarsi con la verità. Noi siamo separati dalla verità. Noi non ci identifichiamo con la verità. Neanche ci identifichiamo con la volontà di Dio. Verità e volontà di Dio sono in noi, ma anche fuori di noi. La separazione deve essere affermata con fermezza e fortezza di Spirito Santo. Solo chi afferma che la verità è fuori di lui, ha il punto di verifica, di discernimento che gli consentirà sempre di sapere se i suoi pensieri sono secondo Dio, secondo gli uomini, o secondo se stesso. La separazione, la non confusione, la non identificazione fanno sì che l’uomo possa sempre rimanere nella verità. Mentre l’identificazione è falsità, perché è proprio della verità essere in noi e fuori di noi, in noi e sopra di noi, con noi, ma anche prima e dopo di noi.

Amore senza Vangelo amore senza volontà di Dio. Amare nella Parola, per la Parola, con la Parola. Essere nella verità per amare secondo verità. Pretendere di donare la verità senza prima averla accolta. Chi ama senza Vangelo, ama senza volontà di Dio. Chi ama senza la Parola, ama di un amore umano, fatto spesso di male, di peccato, di vizio. È sovente un amore che ignora totalmente le esigenze della Parola di Cristo Gesù. Invece chi vuole amare secondo verità, deve amare nella Parola, per la Parola, con la Parola. Chi vuole amare secondo verità deve essere sempre nella verità, nella verità abitare, per la verità vivere, con la verità camminare. Poiché la verità è fuori di noi prima che essere in noi, viene in noi attraverso l’ascolto. Si annunzia la Parola, si proclama il Vangelo e la verità entra nei cuori. Nessuno potrà mai pretendere di donare la verità senza ascoltare la verità, senza formarsi nella verità. L’ascolto e la formazione nella verità è regola primaria per chi intende donare la verità. Questa regola vale per tutti, sempre, in ogni luogo.

Da noi a noi. Da noi per noi. Da noi in noi: la comunità parla alla comunità, parla a se stessa. Il Vangelo non deve essere detto agli altri. Esso deve essere detto, predicato, proclamato prima di tutto a noi. Dobbiamo dirlo a noi stessi. Dobbiamo predicarlo per noi stessi. Dobbiamo interiorizzarlo, dobbiamo metterlo in noi stessi. La comunità prima di ogni altra cosa deve dirsi il Vangelo, lo deve dire a se stessa, a se stessa lo deve predicare per crescere essa stessa nella Parola della salvezza. Uno dei più grandi errori che si commette in seno alla comunità è questo: pensare che essa, che noi non abbiamo bisogno di Vangelo perché il Vangelo è per coloro che sono fuori della comunità. La comunità spesso pensa questo e non si accorge che è proprio essa ad essere fuori del Vangelo, fuori della verità, fuori della Parola. Quando ci convinceremo che è dalla nostra crescita nel Vangelo che tutto dipende, allora capiremo che il Vangelo non va annunziato agli altri, va annunziato prima di tutto alla comunità, perché conformi la sua vita ad ogni Parola che è uscita dalla bocca di Dio.

Grazia. Misericordia. Pace. Da parte di Dio Padre. Da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre. Tutto è grazia di Dio. La grazia ha la sua sorgente ultima nella misericordia del Padre, nella sua carità, o benignità per ogni uomo. La prima grazia della misericordia di Dio è la pace che è il ristabilimento dell’uomo nell’ordine della creazione: con Dio, con se stesso, con i fratelli, con l’intero creato. Questo ristabilimento è possibile perché l’uomo è passato dalla disobbedienza all’obbedienza. È solo nell’obbedienza che il dono della pace scende e riposa nei nostri cuori. Grazia, misericordia e pace non sono solo dono di Dio, sono dono di Dio e di Cristo Gesù; sono dono di Dio Padre e del Figlio suo Gesù. Sono il dono che Dio ci fa per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Non c’è alcun dono né di grazia e né di verità che possa venire all’uomo senza Cristo, fuori di Lui.

Dire la verità nella forma della preghiera. Perché? A volte non si può annunziare la verità. L’altro non è capace di portarne il peso. Cosa fare allora perché l’altro entri nella verità? La si annunzia, la si ricorda, la si predica, dicendola sotto forma di preghiera, di richiesta benevola, di domanda ricca di carità e di ogni bontà. Dinanzi a tanta umiltà il cuore si piega e la verità potrà finalmente entrare in noi e produrre frutti di vera salvezza.

Cosa è l’amore cristiano? L’amore cristiano è essenzialmente dono, offerta di sé per la salvezza del mondo intero. Nessun amore potrà mai dirsi cristiano, se non diviene dono, offerta, sacrificio, olocausto, abnegazione, rinunzia, privazione. Ci si priva della nostra stessa vita, perché l’altro abbia la vita, entri nella vita, gusti la vita. Noi la perdiamo perché gli altri la ritrovino. L’amore cristiano è perfetta imitazione di Cristo Gesù. Lui ci ha amato, immolandosi per tutti noi, portando sulle sue spalle il peccato del mondo intero.

Fare l’Eucaristia, facendosi Eucaristia. Gesù ha fatto l’Eucaristia facendo se stesso Eucaristia, pane di vita per il mondo intero. Anche la Chiesa deve fare l’Eucaristia in un solo modo: facendosi essa stessa, in Cristo, Eucaristia per la salvezza del mondo. Fare l’Eucaristia, facendosi Eucaristia vuol dire per ciascuno di noi farsi vittima di espiazione per il mondo intero. Questo significa perdere la vita per causa di Cristo Gesù e del suo Vangelo.

Ancorare la fede al principio di essa. La fede per essere e rimanere sempre vera in noi deve essere perennemente ancorata al suo principio. Qual è il principio eterno della fede? La Parola di Cristo Gesù annunziata a noi dagli Apostoli del Signore, da loro anche spiegata nella sua interiore verità, compresa però con l’aiuto dello Spirito Santo che ci illumina con la sua eterna saggezza e sapienza. Ogni qualvolta si separa la fede dalla Parola, la fede non è più legata al suo principio e di conseguenza non è più fede. È puro e semplice sentimento umano. Mai potrà dirsi vera fede quella che prescinde dalla Parola e dalla verità contenuta nella Parola.

Una è l’eresia: ogni errore su Cristo Gesù. I cristiani sono i più grandi distruttori della verità di Cristo Gesù. La tentazione madre di ogni tentazione: la perdita della vera, retta, santa fede in Cristo Gesù. La Parola della Predicazione ci dona Cristo nella sua grazia e verità, se viene da noi trasformata in fede. Ogni eresia opera una scelta all’interno della totalità di Cristo Gesù e di conseguenza fa divenire non fede la fede, non verità la verità, non sapienza la sapienza eterna. Chi distrugge la verità di Cristo non sono i pagani, sono proprio i cristiani. Sono loro i più grandi distruttori della verità di Cristo Gesù. Sono loro che frantumano la verità e frantumandola, frantumano anche la Chiesa del Signore Gesù. Quando si perde anche una sola virgola, o come dice Gesù, un solo segno della Parola la falsità è già entrata nel cuore. Con la falsità non si costruisce il regno di Dio. Con la falsità si incrementa solo il regno del principe di questo mondo. Sapendo che tutto è dalla verità di Cristo, perché è nella verità di Cristo che si compie per noi la salvezza, la tentazione altro non fa che distruggere Cristo nella sua verità. In poco, o in molto c’è poca differenza. O in molto, o in poco Cristo Gesù è sempre distrutto nella sua verità. Basta spostare una sola virgola dal Vangelo, perché il Vangelo non sia più Vangelo e la verità non sia più verità e Cristo non sia più il vero Cristo.

La verità via della vita eterna. Nessuno potrà mai entrare nella vita eterna se non percorre perennemente la via della verità. La verità di Cristo Gesù è via e porta per entrare in possesso della vita eterna su questa terra e nell’aldilà. Si rimane nella vita eterna finché si rimane nella verità. Chi esce dalla verità, esce anche dalla vita eterna. La carità di Cristo Gesù non abita in un cuore dal quale è sparita la sua verità.

La dottrina di Cristo Gesù, la Parola di Cristo Gesù: identità, o differenza? La Parola di Cristo Gesù contiene (nella complessità di tutta la Scrittura) la Rivelazione, la Verità su Cristo Gesù. La Verità su Cristo Gesù è offerta però per affermazioni separate le une dalle altre. La Scrittura manifesta una molteplicità di Verità su Cristo. La dottrina unisce, armonizza, chiarifica, spiega, illumina la Verità totale su Cristo Gesù. La dottrina assume tutte le Verità della Parola e le costituisce in un corpo di Verità, in un complesso ben strutturato, compaginato, connesso. Non può esserci dottrina su Cristo Gesù senza la Parola di Cristo Gesù. La Parola di Cristo Gesù deve confluire nella dottrina di Cristo Gesù per essere Verità di salvezza, di redenzione, di giustificazione, Verità che dona Dio all’uomo e l’uomo a Dio.

La Chiesa: missionaria di Parola e di sana dottrina. La Chiesa ha il mandato da parte del suo Maestro e Signore di annunziare la Parola del Vangelo ad ogni creatura. Essa è missionaria della Parola di Cristo Gesù, ma anche della sana dottrina di Cristo Gesù. Essa deve dire la Parola, ma anche spiegarla, armonizzandola con ogni altra verità contenuta nella Parola. Quando svolge questa opera di insegnamento essa fa dottrina di Cristo Gesù. Essa dovrà mettere ogni attenzione a far sì che mai sia data la Parola senza la dottrina, ma anche mai la dottrina che non è riconducibile alla Parola. Parola e dottrina devono essere un solo dono. La priorità è sempre della Parola. Sempre dalla Parola seminata nei cuori essa dovrà partire per fare la dottrina di Cristo Gesù.

Dio e Cristo: una sola verità. Quando si parla di Cristo Gesù necessariamente si deve parlare del Padre e quando si parla del Padre necessariamente si deve parlare di Cristo Gesù. Cristo Gesù e il Padre sono una sola Parola, una sola dottrina, una sola verità, un solo Dono. Il Padre ci dona Cristo Gesù. Cristo Gesù ci dona il Padre. Il Padre non è dato se non dal Figlio. Il Figlio non è dato se non dal Padre. In questo unico Dono, nello Spirito Santo, è la nostra redenzione e salvezza. Chi separa il Padre dal Figlio non ha il Padre perché non ha il Figlio, ma neanche ha il Figlio perché non ha il Padre. Ha il Padre chi possiede il Figlio. Possiede il Figlio chi possiede il Padre. Chi dice di possedere il Padre, ma non possiede il Figlio, il Padre che dice di possedere è un idolo, un frutto della sua mente, un parto dei suoi pensieri. Senza Cristo Gesù non c’è vero Dio, non c’è vera rivelazione, vera adorazione, non c’è vera redenzione, non c’è vero culto.

Dalla tentazione nella fede alla tentazione nella morale. Tutto inizia dalla formazione. La tentazione che apre le porte ad ogni idolatria è quella sulla fede, sulla verità, sulla dottrina di Cristo Gesù. Chi cade dalla fede entra nell’idolatria. L’idolatria è la madre di ogni immoralità in seno al popolo di Dio e nel mondo. Chi vuole preservarsi dal cadere nell’immoralità deve preservarsi, custodirsi sempre nella Parola e nella sana dottrina di Cristo Gesù. Chi vuole che il popolo di Dio sia custodito nella Verità di Cristo Gesù e quindi nella sana moralità dovrà iniziare un serio cammino di formazione. Senza formazione non c’è alcuna possibilità di resistere alla tentazione contro la fede. È facile, assai facile, cadere dalla fede per tentazione. La caduta dalla fede apre immediatamente la porta all’idolatria e di conseguenza all’immoralità.

I formatori deformatori. Satana, sapendo che tutto è dalla formazione, opera in modo che i formatori si trasformino in deformatori, in persone che distruggono con il loro insegnamento la fede e la sana dottrina su Cristo Gesù. Attraverso questa tentazione lui ha anni e anni di persone capaci di distruggere la fede in seno al popolo di Dio. Intere comunità resteranno nell’errore e nell’idolatria. Intere popolazioni si potranno con facilità consegnare all’immoralità, alla falsità, all’inganno, ad ogni sorta di ambiguità sia dottrinale che morale. Chi vuole salvare il popolo di Dio deve vigilare sui formatori nella fede e nella dottrina di Cristo Gesù.

Non salutarli neanche, perché? Perché coloro che distruggono Cristo non devono essere neanche salutati? La ragione è questa: la salvezza della propria anima è il bene più prezioso per il cristiano. Sapendo che l’altro è pronto a rapirci la nostra anima, attraverso l’insegnamento dell’eresia e della falsità su Cristo Gesù, bisogna sempre vedere costoro come tentazione prossima di peccato e quindi sono da evitare. Si evitano, non perché si abbia qualcosa contro di loro, ma perché è cosa necessaria salvare la propria anima, anima che loro possono distruggere, distruggendoci per tutta l’eternità.



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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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