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COMMENTO ALLA SECONDA LETTERA DI S.GIOVANNI

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2012 11:35
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09/01/2012 11:28
 
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La verità di Cristo dice la verità di Dio. La falsità di Cristo dice la falsità di Dio che è nel nostro cuore.

Dio e Cristo non si possono separare. Sono una sola verità, una sola santità, una sola via di salvezza e di redenzione per l’intera umanità.

Separare Dio da Cristo e Cristo da Dio è rimanere senza Cristo e senza Dio. Siamo nell’idolatria dei pensieri umani.

[10]Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; [11]poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse.

La tentazione viene dalla frequentazione, dall’incontro, dall’amicizia, dall’ascolto.

La tentazione viene per via visibile, udibile, e non sempre per via nascosta, segreta, di pensiero, di suggestione, di suggerimento che nasce dall’intimo del nostro cuore.

La tentazione si evita evitando le occasioni prossime di peccato; evitando quelli che con la loro parola possono farci precipitare nell’errore e nella falsità.

La tentazione si evita prima di tutto attraverso la perfetta conoscenza di Cristo e della sua dottrina.

Bisogna in questo essere radicati, fondati, ben consolidati. Senza una verità forte nel nostro cuore, è facile cadere nella tentazione anche perché le armi del male sono suadenti, assai suadenti.

Se siamo noi incerti, confusi, lacerati, ignoranti, ambigui, indecisi, non liberi, non sufficientemente formati, distratti, è facile per la tentazione ottenere la vittoria su di noi.

Chi vuole evitare la tentazione, deve conoscerla e per conoscerla deve iniziarsi ad una seria formazione dottrinale. Una coscienza ignorante, un popolo che non conosce è in preda del male con sconcertante facilità.

È quanto insegna il profeta, che parla nel nome del Signore:

Osea - cap. 4,1-19: “Ascoltate la parola del Signore, o Israeliti, poiché il Signore ha un processo con gli abitanti del paese. Non c'è infatti sincerità né amore del prossimo, né conoscenza di Dio nel paese.

Si giura, si mentisce, si uccide, si ruba, si commette adulterio, si fa strage e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue insieme con gli animali della terra e con gli uccelli del cielo; perfino i pesci del mare periranno.

Ma nessuno accusi, nessuno contesti; contro di te, sacerdote, muovo l'accusa. Tu inciampi di giorno e il profeta con te inciampa di notte e fai perire tua madre. Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote; hai dimenticato la legge del tuo Dio e io dimenticherò i tuoi figli. Tutti hanno peccato contro di me; cambierò la loro gloria in vituperio.

Essi si nutrono del peccato del mio popolo e sono avidi della sua iniquità. Il popolo e il sacerdote avranno la stessa sorte; li punirò per la loro condotta, e li retribuirò dei loro misfatti. Mangeranno, ma non si sazieranno, si prostituiranno, ma non avranno prole, perché hanno abbandonato il Signore per darsi alla prostituzione. Il vino e il mosto tolgono il senno. Il mio popolo consulta il suo pezzo di legno e il suo bastone gli dà  il responso, poiché uno spirito di prostituzione li svia e si prostituiscono, allontanandosi dal loro Dio.

Sulla cima dei monti fanno sacrifici e sui colli bruciano incensi sotto la quercia, i pioppi e i terebinti, perché buona è la loro ombra. Perciò si prostituiscono le vostre figlie e le vostre nuore commettono adulterio. Non punirò le vostre figlie se si prostituiscono, né le vostre nuore se commettono adulterio; poiché essi stessi si appartano con le prostitute e con le prostitute sacre offrono sacrifici; un popolo, che non comprende, va a precipizio. Se ti prostituisci tu, Israele, non si renda colpevole Giuda. Non andate a Gàlgala, non salite a Bet-Avèn, non giurate per il Signore vivente. E poiché come giovenca ribelle si ribella Israele, forse potrà pascolarlo il Signore come agnello in luoghi aperti? Si è alleato agli idoli Efraim, si accompagna ai beoni; si son dati alla prostituzione, han preferito il disonore alla loro gloria. Un vento li travolgerà con le sue ali e si vergogneranno dei loro sacrifici”.

Grande responsabilità ricade su quanti hanno l’obbligo di formare, istruire, educare alla sana dottrina, alla verità della salvezza.

È nella formazione la prima grazia che consentirà di discernere il vero dal falso, la retta conoscenza di Cristo Gesù da ogni errore che viene proferito sulla sua Persona e sulla sua opera.

Inoltre la comunione con le persone è nella verità e nella carità, né carità senza verità, né verità senza carità.

Carità e verità sono nella retta, sana, perfetta conoscenza di Cristo Gesù. Verità e carità sono dono di Cristo Gesù ad ogni uomo.

Carità e verità o esistono insieme, o non esistono affatto. La carità di Cristo è la sua verità e la verità di Cristo è la sua carità.

Quando uno si presenta al cristiano, ma senza la verità di Cristo Gesù si presenterà a lui anche senza la sua carità. Senza verità e carità uno non viene per il bene, viene per il male. Viene per tentarci, per farci passare nella loro falsità su Cristo Gesù o farci cadere nel loro peccato.

Chi viene al cristiano ma non porta l’insegnamento vero di Cristo Gesù non deve essere salutato, non deve essere accolto in casa.

Da tutti costoro bisogna starsene lontani. Perché? Perché il bene supremo per il cristiano è conservarsi e conservare intatta la dottrina di Cristo Gesù nella quale è posta la sua salvezza eterna.

Come per la salvezza dell’anima deve rinunziare al mondo intero, così deve rinunziare ad ogni amicizia terrena, ad ogni incontro terreno, ad ogni relazione.

Dove c’è il pericolo della propria anima, bisogna che si consideri e si veda come un’occasione prossima di peccato, di tentazione e quindi bisogna fuggirla.

Inoltre nessuno di noi deve rendersi complice del peccato altrui, o degli altrui rinnegamenti della fede.

Se il semplice saluto può indurre un altro a pensare che si è sulla stessa falsità di colui che viene salutato, in questo caso, a motivo dello scandalo, è giusto che si eviti anche di salutare.

Se uno deve rinnegare se stesso per poter entrare nel regno dei cieli, tanto più è giusto che rinneghi il mondo intero ed ogni amicizia che viene offerta da chi rinnega la dottrina di Cristo Gesù: “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni” (Mt 16,24-27).

Se uno deve “odiare il padre e la madre”, per essere discepolo di Gesù, molto di più deve distaccarsi da quanti rinnegano Cristo e insegnano dottrine false su di Lui: “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt 10,32-42). “Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,25-33). Il Regno di Dio è esigente. Esige la nostra morte, la morte a noi stessi e agli altri.

In altre parole: Il presbitero è preoccupato, assai preoccupato. È preoccupato che il cristiano, a contatto con i falsari della nostra dottrina, possa incorrere nello stesso peccato di falsità e di menzogna su Cristo Gesù. È assai preoccupato che si possa incorrere nello scandalo, cioè nella commistione di chi crede con chi non crede e di chi non crede con chi crede, facendo dei due una cosa sola. In questo caso non sarebbe colui che crede ad avere il vantaggio su chi non crede, ma chi non crede ad avere il più grande profitto. Molti potrebbero essere indotti nell’errore di pensare che la falsità sia verità a motivo della comunione che gli viene offerta da chi è nella verità di Cristo Gesù.

Non partecipa alle opere perverse perché le compie, ma perché corre il rischio di giustificarle.

Chi giustifica la falsità, anche per semplice comunione con chi è fuori della verità, costui si grava del peccato di scandalo.

Questo non significa che viene annullata la legge generale della carità: che è aiuto, sostegno. Quella vige sempre. Ma va osservata con la prudenza più grande. Va osservata con la prudenza di non cadere nella tentazione del rinnegamento di Cristo.

La legge della misericordia ha valore universale: sempre e verso tutti. È giusto però che ognuno sappia che la legge della carità va vissuta secondo la legge della prudenza.

È questo l’insegnamento di Cristo Gesù: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!” (Mt 10, 16-31). La prudenza, e solo la prudenza, è la legge del retto agire del discepolo di Gesù.

La salvezza della nostra anima è costata la morte in croce a Cristo Gesù. Tanto essa vale: la morte del Figlio di Dio.

Niente e nessuno dovrà privare l’anima della sua salvezza eterna. La salvezza della propria anima vale ogni rinunzia, vale anche la rinunzia alla nostra vita.

Con questa verità bisogna leggere quanto il presbitero insegna in questi due versetti. 

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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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