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RAZIONALITA’ E RAGIONI DELLA FEDE

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2018 11:53
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08/12/2011 19:07
 
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Capitolo 2: LA RAGIONE TRA ETICA E POLITICA


E’ in grado la ragione di enunciare e poi fondare valori etici universalmente validi?

È questa la pretesa del giusnaturalismo che qui crede in una ragione forte, è la posizione di chi pensa ad un diritto naturale.

Eppure gli stessi concetti di bene e di male sono stati diversamente compresi lungo i secoli, ne consegue che valori e norme sono proposte e l’etica è senza verità.

La scienza inoltre non può produrre un’etica, dei valori, non ha niente da dirci sui problemi più scottanti dell’uomo (Husserl).

Non è possibile fissare razionalmente alcun sistema di norme etiche, le scelte etiche si basano su delle norme di fondo che o si accettano o si rifiutano e che non sono assiomi autoevidenti.

Al tempo stesso è irrazionale la pretesa di fondare razionalmente un potere politico, non se ne può trovare una giustificazione assoluta, benché nella storia si sia spesso inteso fondare così i sistemi di potere.

La ragione non dovrebbe intervenire qui sul chi debba comandare, ma sul come si debba comandare.

Poiché non esistono valori assoluti si scende ad un relativismo democratico evitando le imposizioni di potere nella proposta di una libera concorrenza.

Anche la proposta di Utopia e di tutte le utopie è proposta totalitaria e quindi irrazionale, l’isola di Utopia è un sogno lontano dal reale.

Responsabile è invece la posizione del riformista che affronta i problemi cercando soluzioni via via sempre migliori.

No quindi al razionalismo illuministico che pretende di poter costruire (costruttivismo) e pianificare tutte le istituzioni e gli eventi e attaccare come cospiratori tutti quelli che si oppongono a tale precisione (teoria cospiratoria della società).

D’altro canto la maggior parte delle istituzioni non sono frutto di una pianificazione, ma piuttosto sono risultato non premeditato di azioni umane, non frutto intenzionale, ma spesso prodotto spontaneo dell’evoluzione sociale, dunque conseguenza inintenzionale.

Così so deve dire che le azioni umane hanno conseguenze inintenzionali il che mina alla base qualsiasi impostazione razionalistica.

Dunque la ragione deve capire i limiti di se stessa.



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