Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

COMMENTO DELLA PRIMA LETTERA AI CORINTI

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2019 17:13
Autore
Stampa | Notifica email    
30/11/2011 22:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

1 Corinti 7, 8-16;

Dio vi ha chiamati alla pace


- Ringraziamo il Signore: per fede siamo stati afferrati da Cristo Gesù e veniamo ogni giorno potati e lavorati perchè il corpo della nostra miseria sia reso conforme al corpo della sua gloria. Siamo stati tutti innestati nel suo corpo glorioso nel giorno del battesimo. Chiediamo perdono al Signore per tutte le volte che ci siamo distaccati dal corpo di Cristo, abbiamo rinnegato la nostra più vera identità, ci siamo separati dai nostri fratelli.


- vs 14: "santificare" può significare, in modo molto semplice, il fatto che uno dei due coniugi porta su di sè l'amore del Signore ricevuto dall'altro. Santità, cioè, intesa come grazia ricevuta, non come comportamento morale. Così appunto la santità dei figli è segno dell'amore gratuito di Dio. Questa interpretazione spiega anche il sigificato di "impurità", parola incontrata spesso in precedenza. C'è impurità tutte le volte che i nostri rapporti umani non riflettono l'amore di Dio.

- Santificare: parola che si è incontrata anche nel capitolo precedente, con riferimento al battesimo. C'è anche in Efesini quando, con riferimento al matrimonio, parla dell'amore di Cristo per la chiesa. E anche nei cap. 10 e 13 di Ebrei. In tutti questi testi si vede che chi riceve la santificazione non ha fatto niente per meritarla. Importa chi fa l'azione, chi "santifica". E' un atto unilaterale, pura grazia, oggi associata al vincolo coniugale.

- vs 8: "...come sono io;" Paolo è nella gioia del dono, e questa è la cosa importante per tutti.

- vs 15: finisce con la parola "pace". Molto importante, perchè i vari casi presi in esame prevedono sempre eccezioni (vs 8, 10, 15). Queste eccezioni non sono viste come peccati, perchè l'importante è vivere in pace. Ogni comportamento deve portare al vivere in pace.


- I capitoli VI e VII della lettera sono un appello rivolto ad una comunità molto divisa. La preoccupazione di Paolo è sottolineare la vocazione comune alla pace. Il brano di oggi ricorda molto il vangelo di ieri (1 Gv 3, 18-24) nel quale ricorreva per ben 7 volte la parola "rimanere". Anche quelle del brano di oggi sono infatti indicazioni nella direzione della stabilità. Ciascuno rimanga nel vincolo, nella situazione in cui si trova. E' quindi un testo facilmente collegabile all'immagine dei tralci inseriti nella vite. Questa impostazione, confermata dallo stesso vangelo di oggi ("Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi..") taglia alla radice la possibilità di scegliere qualcuno. Al vs 9 c'è la parola continenza, che viene ripresa al cap 9 vs 25 nell'esempio delle corse degli atleti ("temperanza in tutto"). La temperanza è richiesta a tutti, non sposati e sposati, perchè tutti devono ricevere il premio.

Per quanto riguarda la separazione (vs 11), è sottolineato che essa non deve essere seguita da una costruzione nuova. E' ammessa se non ci sono poi nuove nozze. In Rm, alla fine del cap 8, viene usata la parola separare per dire che nessuna forza ci potrà separare dall'amore di Dio espresso in Gesù. E' una esortazione molto forte a non lasciare spazio a divisioni.

Per quanto riguarda il vs 14, "santificare da" è in realtà "santificare per mezzo". Cioè il marito (o la moglie) credente non è la fonte della santificazione del coniuge, ma la mediazione per l'opera di santificazione che compie il Signore. La linfa vitale che passa di tralcio in tralcio sembra quindi raggiungere anche i tralci non attaccati. E' la fede dell'altro che tiene attaccato. Forse questo è il ruolo del cristiano: stabilire un ponte, in modo che la fonte della santificazione arrivi a tutti.



29-4-97 1 Corinti 7, 17-24; Gv 15, 18-21 (Francesco)



Importanza/non importanza della situazione in cui ci si trova


- Le parole della scrittura di oggi ci invitano a rimanere nella situazione (dono) in cui ci troviamo. E' ancora presente la luce del vangelo di domenica scorsa (1 Gv 3, 18-24) cioè l'invito a gustare il dono di essere tralci, il dono della comunione col Signore. Con in più un nuovo motivo di riconoscenza per il dono particolare che ci è toccato in sorte. Il nostro atto penitenziale, quindi, è su due fronti: dobbiamo chiedere perdono perchè, distratti dagli eventi della vita, non siamo stati col Signore, e perchè non abbiamo saputo accogliere la nostra situazione concreta come grazia di Dio, e ne abbiamo invece fatto oggetto di lamentela.


- Al vs 17, in mezzo a tanti "rimanere", c'è "camminare". Richiama Rom 6, 4 ("così che anche noi possiamo camminare in novità di vita") e Galati quando dice che non è la circoncisione che conta, ma essere nuova creatura. Cioè non si rimane nella condizione di prima, ma è già cambiato tutto: c'è adeguamento alla Pasqua del Signore. C'è insomma un grande cambiamento, come mostra l'esempio dello schiavo, ora liberto in Cristo.

- Il testo dice che la condizione in cui ci si trova non conta, ma anche conta. Nel senso che le condizioni esterne non devono essere subite o assunte come scusanti, ma devono divenire tramite per dare la risposta giusta al Signore.

- La chiamata per noi si può pensare sia l'appello quotidiano della Parola, che ci interpella in ogni specifica situazione, in senso dinamico.

- La chiamata va intesa come l'invito a camminare ogni giorno nel mistero della passione/resurrezione di Gesù.

- vs 24: ha il senso di approfittare della condizione in cui si è, di saper cogliere il dono. La chiamata iniziale si fa poi storia di ogni giorno, bisogna rimanere e camminare in essa.

- vs 17: si può intendere "....come ha diviso, separato il Signore." La diversità della chiamata è una cosa voluta dal Signore. Questo concetto verrà ripreso al cap 12 (diversità dei carismi).

- vs 21-22: sottolineano un rovesciamento di condizione in funzione del rapporto che situazioni contrapposte hanno col Signore. Poichè Cristo ci ha comprati a caro prezzo, si smette di appartenere agli uomini e tutto si rovescia.


- Notare la svolta che si realizza col testo di oggi. In modo esplicito Paolo estende il discorso dal problema sposato/non sposato a tutti gli aspetti della vita cristiana. Il che conferma che anche i brani precedenti andavano interpretati in senso generale (ad esempio, quando diceva "come sono io", vs 8, si può intendere che si riferisse non tanto al suo stato di celibe, quanto al suo essere unito a Gesù).

I due esempi di oggi sono molto forti, perchè c'erano grosse differenze fra persona circoncisa e non circoncisa e fra schiavo e libero. Quindi appare ancora più forte l'affermazione della indifferenza dell'essere in una situazione o in un'altra. La cosa importante è osservare i comandamenti, nel senso che questa è la via per rimanere nell'amore, come dice il vangelo. Ciò che al fondo rende indifferenti le condizioni è che siamo stati tutti riscattati da Cristo, siamo suoi. Sopra tutte le differenze, conta molto di più essere di Cristo.

E' però anche vero che, da un altro punto di vista, appartenere ad una specifica condizione non è indifferente. Lo schiavo deve rimanere schiavo, e approfittare di questa sua situazione particolare per cogliere la grazia speciale ad essa associata. Quindi dovremmo riguardare a tutte le nostre situazioni particolari non come a lacci che ci limitano, ma come ad occasioni di ringraziamento e di letizia.

30-4-97 1 Corinti 7, 25-35; Gv 15, 22-25 (Francesco)


Vicini al Signore, senza distrazioni


- Chiediamo ai quattro santi della nostra regola che ci aiutino ad accostarci al testo di oggi. Paolo ci parla della ricerca/desiderio di stare vicino al Signore senza distrazioni. Dio vuole la comunione con noi. Ci è richiesto un comportamento sapiente nella nostra relazione con le cose, le persone, il tempo. Chiediamo perdono per i nostri affetti sbagliati, per le nostre distrazioni, le nostre lontananze dal Signore della nostra vita.


- Il testo di oggi per certi aspetti può suscitare perplessità. Sembra insistere sulla scelta della verginità, condizione descritta come più favorevole per la comunione col Signore rispetto al matrimonio. Si potrebbe vedere una contraddizione con Genesi ("non è bene che l'uomo sia solo"; "crescete e moltiplicatevi"). Lascia perplessi anche l'ipotesi che chi è nel matrimonio trovi più distrazioni e difficoltà di chi non è sposato.

- Ma bisogna distinguere fra Gen 2 (prima del peccato) e Gen 3 (dopo il peccato). Questo mondo deve cambiare: non corrisponde a quello che aveva (ed ha) in mente il Signore e che è descritto dai "come se non". Oggi il mondo tende a contrapporsi a Dio, vuole prendere, possedere, farsi Dio. Paolo vuole che i fedeli, per far posto a Dio, si ritraggano dalle cose del mondo.

- C'è un qualcosa che sfugge in questi testi: sembra importante comporli con Ef 5 dove tratta del Sacramento del Matrimonio, in riferimento anche a Cristo e alla sua chiesa. Ci si può chiedere se la verginità e il matrimonio sono visti come situazioni di fatto, o come doni. Poi non si può non osservare che nella realtà ci sono vergini che non hanno sollecitudine per il Signore, e spose sante. E c'è il problema di come si ponga un consiglio rispetto a un precetto. Ci si può chiedere anche se solo la vergine si possa santificare nel corpo e nello spirito. Infine, porre l'alternativa fra piacere al marito e piacere al Signore lascia perplessi.

- Paolo sottolinea la necessità si essere uniti al Signore senza distrazioni (vs 35). Richiama Lc 14 quando le persone rifiutano l'invito a cena per occupazioni mondane.

- vs 25: E' bello che la fonte dei suoi consigli sia la misericordia ottenuta dal Signore.

- Il dono della verginità è dato col battesimo a tutti. Non c'è contrapposizione, è un'unica strada che dobbiamo percorrere assieme.

- Paolo vorrebbe che i Corinti fossero senza preoccupazioni, perchè tutte le preoccupazioni sono non buone. Vedi episodio (Lc 10, 38-41) di Marta e Maria. Il fine di tutto non deve essere la preoccupazione della propria santità, ma la comunione col Signore.

- Un'osservazione di carattere generale: ogni parola di Dio vale per tutti e per sempre. Non c'è versetto che sia dedicato ad una speciale categoria. Quindi anche il testo di oggi riguarda tutti. Bisogna anche ricordare che non è questo il testo della teologia delle nozze, ma Ef 5. Con questo testo il Signore vuole farci riflettere sulla nostra vita: essa è una realtà transitoria, per cui dobbiamo comportarci "come se non", per rivolgere il nostro cuore più in alto, al Signore.


- E' importante considerare in modo unitario le raccomandazioni iniziate con la fine del cap 6. Quanto al "non è bene che l'uomo sia solo" della Genesi, bisogna ricordare che la sua prima lettura è in Cristo, nel senso di un preannuncio del mistero della incarnazione. Chiama quindi ad un'unione col Signore, prima che alle nozze umane. Questo "avveramento" dell'unione col Signore si realizza con modalità diverse rispetto a quello che più conta, che siamo tutti redenti in Cristo. C'è, nelle diverse situazioni concrete, un'unica chiamata al Signore. Per il brano di oggi, bisogna ricordare che inizia con "Quanto ai vergini,..."; cioè è un consiglio rivolto ad una categoria di persone, e quindi limitato: rimanere nella condizione in cui si è ricevuta la chiamata, anche per evitare tribolazioni. Consiglio che nasce dalla esperienza concreta di Paolo. Questo non vuol dire che gli sposi non devono esser più sposi; non c'è un primato della verginità sul matrimonio. Ognuno stia nella condizione in cui è stato chiamato. E' l'esperienza di uno molto saggio che vuole dare un consiglio. La cosa importante è la chiamata di tutti al Signore, senza distrazioni. Il tempo si è fatto breve. Tutti, monaci e sposi, siamo invitati a vivere sapendo di questa urgenza, che deve causare in noi una maggiore tensione al Signore.


1-5-97 1 Corinti 7, 36-40; Gv 15, 26-16, 4a (Giovanni)

(a Como)


Il giorno delle nozze è il battesimo


- Invochiamo lo Spirito Santo perchè ci aiuti a ringraziare nostro Padre che ci raccoglie insieme nella memoria di Gesù e dà alla nostra fraternità affettuosa un segno nuovo. Precedentemete abbiamo ospitato questi nostri fratelli, ora siamo ospitati da loro e dalla loro Chiesa. Chiediamo perdono per ciò che per noi non è manifestazione del Signore, e chiediamo di entrare nella quieta fortezza della vita cristiana, da ricevere e comunicare.


- Oggi abbiamo la conclusione dei capitoli 6 e 7 della lettera ai Corinti, che nei giorni scorsi abbiamo meditato nella preghiera durante le giornate del ritiro dei nonni, cosa che ci ha consentito di scandalizzarci di meno. Il cammino con i nonni è stato di grande pace e bellezza, un bel sigillo per queste belle parole. La vita secondo le nozze è regalata e richiesta ad ogni figlio di Dio. La solitudine non è bene, e questo demone viene scacciato dal nostro cuore perchè siamo liberati per la carità, cioè per l'essere l'uno per l'altro. Le nozze hanno il loro esito fondamentale, che è il rapporto con il Signore Il nostro giorno di nozze è fondamentalmente il battesimo, luogo in cui si compie la nostra unione con il Signore. A volte siamo scandalizzati dalla nostra mediocrità; eppure la nostra vita è stata adornata della bellezza e bontà del Signore al di là della nostra risposta. E queste sono le nostre nozze. La punta finale dell'insegnamento di Paolo, è l'intreccio fra la docilità all'unione dello Spirito Santo e l'uso di tutte le nostre facoltà (intelligenza, volontà). Tutti siamo chiamati ad aderire al dono dello Spirito. Nella nostra vita dobbiamo "fare" Gesù, celebrare Gesù, trasformarci in Gesù, diventare il Figlio di Dio impresso in noi fin dal giorno del battesimo. A partire dal dono di Dio (battesimo) si fa appello a tutta la nostra forza. Così la vita diventa una vicenda nuziale vertiginosa. Ci è chiesto di avere uno stupore come quello di un bimbo; c'è molta strada ancora da fare per ciascuno, ognuno lo può vedere nella sua vita. Lo Spirito Santo ci è mandato perché non ci scandalizziamo, perchè non ce ne andiamo e riconosciamo che Lui solo ha parole di vita eterna. Molto il Signore ha fatto, moltissimo vuole ancora fare per noi. C'è una indicazione alla ricerca di linee elementari d'approfondimento nella propria vita che ci impegna sempre più nel dono di sè. Ognuno ricerchi la via più semplice , mite, buona, che ci consegni alla volontà di Dio, in modo da poter anticipare che realmente il Signore abita in mezzo a noi.



2-5-97 1 Corinti 8, 1-3; Gv 16, 4b-15 (Giovanni)



Il sapere non come conquista, ma come dono

 

- Il mese di maggio è un mese importante. Ci dà il senso vivo del desiderio del Signore di visitare le nostre case. Sottolinea la capacità di ogni spirito cristiano di ricevere la Parola. Bisogna che ciascuno assolva la propria responsabilità di favorire la trasmissione nei cuori del vangelo. La lettera ai Corinti a volte crea difficoltà: questo è il segnale della nostra distanza dal Signore. Facciamoci aiutare dalla Madonna. Affidiamoci a Lei per chiedere una vita semplice e mite che ci renda luoghi adatti alla seminagione della parola di Dio. Chiediamo perdono per le nostre resistenze e la nostra aggressività, per tutte le volte che non permettiamo che al centro della nostra persona ci sia sempre Lui, il Signore.


- E' bello che siano questi tre versetti a farci iniziare il mese di maggio, perchè sono versetti molto significativi. In ogni caso la parola di Dio deve essere accolta nella dimensione della fede: deve essere creduta prima che capita e prima di essere con lei d'accordo. Davanti a questa parola non può che esserci la conversione, perchè essa ci sorprende lontani. Solo i miti, solo coloro che sanno di aver bisogno di essere salvati possono accoglierla. Non c'è da aver paura di ferite, sconfitte, guai. Il Signore è venuto proprio per questo. Se abbiamo dei guai, è proprio in essi che dobbiamo pregare.

Come abbiamo visto nel primo capitolo della lettera, i Corinti sono pieni di doni, ma hanno dei problemi. E abbiamo visto che Paolo vuole incoraggiarli. Il primo vs dice che hanno la scienza. E' una cosa bella. Ma (vs 2) la scienza "gonfia". Finora Paolo aveva usato questo verbo per mettere in evidenza errori. Qui il problema è più delicato, perchè non c'è errore: riguardo alle carni offerte agli idoli, i Corinti vedono giusto: sanno che sono carni come le altre. Ma il loro modo di sapere è la conseguenza di una loro conquista, che richiama l'episodio dell'albero della conoscenza del bene e del male. Perchè nel giardino Adamo ed Eva non potevano mangiare quel frutto? Perchè la sapienza deve venire dall'alto, la possiamo solo ricevere in dono da Dio. Quindi il sapere come conquista è una cosa cattiva. (Gesù nel Vangelo non fa parlare i diavoli, che pur dicono la verità, perchè anche la verità, se non è donata da Dio, non è buona). Il vs 2 ci spiega anche come bisogna "sapere": come ha fatto Maria, domandando e accogliendo, anche se non si capisce tutto. Di fronte alle scritture non ci si deve mettere con l'assillo di capire. Bisogna pregare e chiedere l'aiuto dello Spirito Santo per accogliere il Signore senza difese.

Il vs 3 è facile se si guarda a Maria e ai poveri, a chi ha bisogno di ricevere tutto. Per il vangelo non siamo mai abbastanza poveri. Abbiamo sempre in noi una riserva che ci impedisce di accogliere il dono. Seguire il Signore esige una grande leggerezza, una grande capacità di cambiare. "Chi ama Dio è da lui conosciuto". Non siamo noi che dobbiamo cercare di conoscere Dio, ma è lui che ci conosce se noi lo amiamo. Solo in lui riusciamo a capire quello che ci accade.

Questi tre versetti sono l'indicazione della via da percorrere nel mese di maggio. Chiediamo alla Madonna una grande piccolezza interiore, perchè Dio ci possa riempire di sè, senza nostre resistenze. Se vuoi bene, sarai riempito della conoscenza del Signore. Come bisogna conoscere? Da poveri, da piccoli, stupiti anche se affaticati. Se non si capisce, non bisogna avere paura, non bisogna chiudere il libro: semplicemente, bisogna lasciarsi portare.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:35. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com