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LA NOSTRA MORTE È UN MISTERO
Passano gli anni e il bimbo di allora è oggi un vecchio vicino a morire.
Anche l'invecchiamento e la morte sono realtà che tutti dobbiamo subire in silenzio. LA VITA È PASSATA VELOCE ed è giunta al suo termine: il bimbo di allora è oggi un vecchio che attende la morte. Anche noi - tutti, senza eccezioni - SAPPIAMO DI DOVER UN GIORNO MORIRE possiamo allontanarne il pensiero ma non la certezza; possiamo tentare di ritardarne l'evento, ma sappiamo di non poterlo evitare per sempre.
Davanti a un fatto così sconvolgente, così non voluto eppure così certo e così universale, ognuno si chiede: ma perché non posso vivere sempre? Chi ha stabilito che l'uomo debba morire, che io debba morire? (4).
(4) Nel problema della morte è contenuto anche il problema del male fisico: la morte infatti è come la «somma» di tutti i mali che ci possono colpire su questa terra.
Pertanto, alla domanda «Perché la morte?» devo aggiungere le domande: «Perché il dolore, specialmente quello degli innocenti, perché le malattie? perché le carstie, i terremoti, le alluvioni? perché le ingiustizie sociali, gli inquinamenti, 1a fame nel modo, le guerre?».
Di tutti questi mali (dei quali la morte è la somma) a noi preme ora non tanto stabilire causa (ma anche questa ci sarà svelata da «Colui che ci ha fatti», ed è il peccato), quanto piuttosto conoscere la loro «funzione» nella nostra vita concreta: il male fisico è un assurdo o ha uno scopo? è per noi solo una «perdita» o ha invece una sua «contropartita» che chiude il bilancio in vantaggio per noi? E vedremo che l'ipotesi giusta è proprio quest'ultima.
E di nuovo il pensiero corre a Colui che è padrone della vita dell'uomo e che ha scelto per l'uomo questo destino: un destino per noi misterioso e apparentemente crudele ma che non può non avere un suo senso e una sua spiegazione.
Un senso e una spiegazione che solo Lui può svelarci.